A - Aria condizionata

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Il rapporto degli americani con l'aria condizionata deriva dal rapporto dei primi pionieri con Madre Natura: è qualcosa che va affrontato, per certi versi combattuto, infine domato. Nel caso dell'aria condizionata questa relazione si esplica in due semplici modi: creare climi tropicali dentro gli edifici quando fuori nevica, e d'estate non superare mai la temperatura di 15 gradi centigradi all'interno, specie se all'esterno il sole brucia ben sopra i 40 gradi centigradi.

D'estate non si può fare a meno di un giacchettino di cotone o di una bella pachmina, per i più freddolosi. Da New York a Los Angeles, da Portland a Miami, luoghi come gli uffici, i centri commerciali, la metropolitana sono peggio di celle frigorifere. Mentre fuori l'aria è calda e, in alcune zone, terribilmente umida.

D'inverno, invece, ci si spoglia: più imperversa la bufera in strada, più il negozio di turno sarà caldo. All'inizio può anche sembrare piacevole, finché non si comincia a sudare. In questo caso vale la vecchia inossidabile regola dell'abbigliamento a cipolla.

Quello stile così poco fashion ma incredibilmente pratico. Per il vulgus, a strati: si parte da una canottierina, per passare a una t-shirt e poi a un giacchetto, per finire - negli inverni più rigidi - con sciarpa, cappello e guanti. Un'accozzaglia di tessuti che spesso si riflette in improbabili mix di colori. Un risultato di cui, tutto sommato, gli americani non si preoccupano: perché gli Stati Uniti sono senza dubbio la passerella più democratica del mondo.

Come sopravvivere agli americaniDove le storie prendono vita. Scoprilo ora