27. Una ronda particolare

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«Ginny, dovresti farmi un favore. Sostituiresti Macmillan? Quellʼimpiastro ha bevuto una pozione velenosa senza accorgersene.»

«Hermione, non puoi chiedermi una cosa del genere!»

«Non è che posso o non posso. È che devo! Neville e Hannah hanno fatto il turno ieri, Draco e Luna sono già di turno stasera. Io e Blaise abbiamo da fare nella serra con la professoressa Sprite, e credimi, farei a cambio volentieri.»

«E Steeval?» disse la rossa lamentandosi.

«Steeval è in infermeria. Io dico che è stato un duello, lui dice un incidente.»

«E con chi si è sfidato e perché? Ma che imbecille!»

«Bella domanda. E sì, bellʼimbecille, pure. Ho sentito dire che vuol riaprire il club dei duellanti, si crede un talento della bacchetta.»

«Oh, ci manca solo quello!»

Hermione concordò con lʼamica «Mi devi aiutare Ginny, non posso mandare la Greengrass da sola in ronda...»

La rossa sbuffò «Mi devi un favore, okay?»

La Caposcuola la abbracciò forte «Grazie, grazie!»

«Sì, grazie, grazie! Ma, se la schianto, non mi togliere punti.»

«Ginny! Fai almeno finta di provarci» rise Hermione, dando una spintarella allʼamica.

«Stiamo parlando della Greengrass, mica di una Prefetto qualunque. O preferisci che vada con Zabini nella serra? È insopportabile quanto la Greengrass, ma almeno mi rifaccio gli occhi!»

«Ginny sei terribile. E perché allora non lo inviti alla festa?»

«Ora, perché tu ti sei accaparrata il bel fondoschiena di Malfoy, non vuol dire che tutte dobbiamo andare alla festa con un serpeverde. Certo, se potessi silenziarlo, forse... Credi che mi toglierebbe punti per una cosa simile?»

«Blaise non è così insopportabile come pensi tu, dovresti dargli solo una possibilità.»

Hermione e Ginny erano nella stanza dei trofei a parlare e non si erano accorte che la porta era socchiusa. Fuori, Blaise Zabini era rimasto con la mano ferma sulla maniglia, paralizzato. Alle sue spalle, Daphne Greengrass, che non riusciva a sentire altrettanto e non capiva lʼimprovvisa paralisi del compagno.

«Perché accidenti non stai entrando?»

«Zitta un secondo! Non farti sentire!»

Le voci arrivavano chiare allʼorecchio del ragazzo e cominciava a sentire un vuoto nello stomaco.

«È arrogante con me. Accondiscendente. Come se fossi una pazza che deve assecondare per non essere schiantato.»

«Non posso certo dargli torto. Devo ricordarti comʼè andata la prima riunione di questʼanno?»

«Questʼanno siete tutti pronti a parlare di seconde possibilità, ma pare che questo discorso riguardi esclusivamente i serpeverde. Non è ammissibile che io fossi sconvolta? Che fossi stanca, distrutta, arrabbiata? Oh, non ce lʼho con te, Hermione! È tutto, tutto... Va bene, dai, lasciamo perdere. Faccio questa ronda con la Greengrass e il ballo... beh, magari ci vado con Pix. O Gazza. Anche Mrs Purr potrebbe andare.»

«Buonasera Hermione! Weasley!»

Il sorriso di Blaise Zabini era quello di chi sa bluffare. Aperto, smagliante, sereno. Dentro, però, era combattuto. Avrebbe voluto prendere per le spalle quella piccola grifondoro e urlarle contro... cosa? Non lo sapeva bene neanche lui. Perché in fondo la capiva e si sentiva meschino per tutte le volte che lʼaveva trattata con quella pacata ironia che era la sua arma prediletta. Ognuno ha la sua natura e lui era un serpeverde non a caso. Certo, era convinto che la questione del sangue fosse tutta una baggianata che serviva a persone senza scrupoli come Voldemort a soggiogare le menti più deboli o influenzabili. Per sua fortuna, sua madre era troppo frivola per pensare a quelle cose e stava sempre dalla parte di chi aveva più denaro, del potere se ne infischiava altamente, tanto che il suo ultimo patrigno era un nato babbano che aveva fatto fortuna in borsa a New York.

La profezia dei fondatoriWhere stories live. Discover now