39. Il Verde Gallese

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La partita Grifondoro contro Tassorosso era arrivata troppo in fretta. Harry Potter aveva un sacco di dubbi sulla squadra, beh, non su tutta, sul portiere. Certo, se ci fosse stato Ron la situazione sarebbe stata più tranquilla. Ma Ron non cʼera e lʼultima volta che si erano visti avevano avuto una brutta lite. Purtroppo il suo migliore amico aveva un caratteraccio e la guerra lo aveva solo peggiorato. Dopo la sfuriata, il rosso lo aveva contattato via gufo, si era scusato, ma purtroppo i fatti erano quelli: Ron non stava bene.

La partita era iniziata da almeno dieci minuti e del boccino nessuna traccia, forse allenarsi con Bubò non era stata una buona idea, lui in confronto al boccino dʼoro era enorme. Scrutava lʼorizzonte leggermente sopra la linea dei battitori gialloneri e osservava Ginny fare scatti velocissimi e segnare gol a raffica, se avesse continuato in quel modo avrebbe fatto da sola centocinquanta punti. Con la coda dellʼocchio vide McMillan, il cercatore Tassorosso, vagare perso quanto lui. Si alzò ancora un poʼ più in alto, stava facendo la figura del principiante e gli seccava da morire, dal momento che Ametista era fra il pubblico e lo osservava. Gli piaceva quella ragazza, ormai era innegabile e, da quando gli aveva preso la mano uscendo dai Tre Manici di Scopa per andare a parlare con Ron, gli piaceva ancora di più.

Un rumore secco lo distrasse, decine di Thestral si erano alzati in volo e stavano scappando. Ma che diamine stava succedendo? Lasciò perdere il boccino e si diresse verso il punto in cui gli animali fuggivano. Scese in picchiata verso la Foresta Proibita, sicuramente la McGranitt gli avrebbe tolto cento punti, era sicuro. Ma cʼera qualcosa che non andava e lo sapeva bene. Ormai i guai li fiutava come un marinaio fiuta il vento. Vide fra le foglie un verde traslucido e sentì di nuovo il rumore sordo di prima. Ormai era al limite delle chiome delle piante. E poi lo vide: un drago, un Verde Gallese a giudicare da quella distanza, sembrava intrappolato in qualcosa, forse in una buca. Ma cosa ci faceva in quella posizione? Il verde Gallese Comune, dello stesso colore dell'erba folta della sua patria, nidificava sui monti più alti, dove era stata costituita una riserva per la sua conservazione. Non doveva essere lì. Non ci pensò due volte e lanciò il segnale di pericolo, forse avrebbero perso partita a tavolino o forse Macmillan aveva già trovato il boccino, ma un drago libero per Hogwarts non era certo da sottovalutare.

«Periculum!» gridò il Ragazzo Sopravvissuto e dalla sua bacchetta fuoriuscirono dei fiotti rossi che si stagliarono nel cielo scozzese. Non passarono neanche due minuti che vide arrivare Charlie Weasley e Rolf Scamander, ciascuno in sella a una scopa.

«Harry, Harry, che succede? Stai bene? La McGranitt ha sospeso la partita e ha mandato le squadre negli spogliatoi, e gli studenti al castello. Arriverà subito.»

«Guardate là!» disse allora Harry indicando il punto dove si trovava lʼanimale. Già sapeva che avrebbero perso a tavolino e che avrebbero assegnato la vittoria ai Tassorosso.

«Ah, comunque stavate vincendo, centosettanta a trentacinque.»

«Cosa?»

«Mia sorella li stava facendo neri!» sghignazzò Charlie, finché non focalizzò bene il drago che ruggiva nel folto della foresta proibita.

«Ma che cavolo ci fa un Verde Gallese qui? La sua riserva è lontana chilometri.»

«Non lo so, però sembra ferito e molto incazzato, se riesce a scappare può fare diversi danni.»

«Sì, concordo. Rolf, per favore, vai alla capanna a prendere il dittamo e la mia attrezzatura da Dragologo, sapevo che sarebbe tornata utile prima o poi.»

«Corro!»

«E stai attento su quella scopa, non mi sembri tanto...» e lo videro schivare la cima di un albero più alto per un soffio «...capace. Ecco, come non detto. Se torna indietro intero è un miracolo.»

La profezia dei fondatoriWhere stories live. Discover now