Le settimane seguenti furono difficili.
Fred era arrabbiato con Elizabeth, la Umbridge aveva sempre più potere da parte del Ministero e passava le giornate ad esaminare i professori e a punire Harry per qualsiasi cosa facesse.
"La McGranitt diventerebbe matta se sapesse cosa ti fa la Umbridge" disse Hermione, camminando nervosamente nella sala comune.
"Sì, probabilmente sì" rispose Harry. "E quanto pensi che ci metterebbe la Umbridge a far passare un altro decreto per cui chiunque critichi l'Inquisitore Supremo venga licenziato all'istante?"
Ron aprì la bocca per ribattere ma non emise alcun suono, e dopo un momento la richiuse, sconfitto.
"Dobbiamo fare qualcosa!" esclamò Elizabeth.
"E che cosa possiamo fare?" domandò Ron.
"Ci stavo pensando oggi" Hermione lanciò a Harry un'occhiata nervosa e proseguì. "Pensavo che forse è ora che cominciamo a fare da soli".
"Fare da soli cosa?" chiese Harry in tono sospettoso.
"Imparare da soli la Difesa contro le Arti Oscure" rispose Hermione.
"Non possiamo fare molto, da soli" disse Ron, scoraggiato. "Possiamo andare in biblioteca a cercare gli anatemi ed esercitarci, ma non è abbastanza."
"Sono d'accordo! Abbiamo bisogno di un insegnante, uno vero, che ci mostri come usare gli incantesimi."
"Lupin?" propose Elizabeth.
"No, è troppo occupato con l'Ordine" osservò Ron.
"Allora chi?" chiese Harry, aggrottando la fronte.
Hermione emise un profondo sospiro.
"Tu, Harry".
Ci fu un momento di silenzio.
Elizabeth e Ron si guardarono confusi, prima di dire all'unisono: "Ma in che senso?"
Harry sorrideva, convinto che Hermione lo stesse prendendo in giro.
"Ma io non sono un insegnante, non posso."
"Harry, tu sei il migliore del nostro anno in Difesa contro le Arti Oscure" disse Hermione.
"Io?" chiese Harry, con un sorriso sempre più ampio.
"Pensa a quello che hai fatto!"
"Ma in che senso?" chiesero ancora Ron e Elizabeth.
"State zitti voi due" gli rimproverò Hermione. "Primo anno: hai salvato la Pietra Filosofale dalle mani di Tu-Sai-Chi" disse rivolta a Harry.
"Ma quella è stata fortuna" osservò Harry.
"Il secondo anno" lo interruppe Ron, "hai ucciso il Basilisco e distrutto Riddle".
"Sì, ma se non fosse arrivata Fanny..."
"Il terzo anno" proseguì Elizabeth, "hai battuto un centinaio di Dissennatori in un colpo solo."
"Lo sai che è stato un caso, se il Gira Tempo non avesse..."
"L'anno scorso" continuò Ron, quasi urlando, "hai battuto Tu-Sai-Chi un'altra volta..."
"Ascoltatemi bene!" esclamò Harry, quasi arrabbiato. "A dirlo così sembra grandioso, ma è stata tutta fortuna! Me la sono cavata non perché ero bravo in Difesa contro le Arti Oscure, me la sono cavata perché mi è arrivato un aiuto al momento giusto PIANTATELA DI RIDERE!"
~
Draco aveva ignorato Elizabeth per settimane. Se la incontrava per i corridoi, cambiava strada; durante i pasti, non incrociava mai il suo sguardo.
Aveva ancora la sua camicia in camera, appesa con cura nel suo armadio. Avrebbe voluto lavarla, prima di ridargliela, ma decise egoisticamente che l'avrebbe tenuta con sé, almeno finché non l'avesse richiesta esplicitamente indietro.
Quel pomeriggio doveva raggiungere il trio ad Hogsmeade, al Pub Testa di Porco, dove avrebbero valutato, insieme ad altri, l'idea di Hermione di avere Harry come insegnante.
Era distratta quando andò a sbattere proprio contro l'ultima persona che avrebbe voluto incontrare in quel momento: Draco.
"Sono in ritardo, Malfoy" disse, scansandolo e riprendendo a camminare.
"Il tuo ragazzo ti sta aspettando, Avery?" chiese Draco, costringendola a fermarsi e a guardarlo negli occhi.
Non c'era emozione nei suoi occhi, la dolcezza di quella notte persa in uno sguardo ormai vuoto.
Non c'era traccia del ragazzo che aveva baciato, che aveva desiderato stringere a sé durante tutte quelle notti passate a pensarlo.
"Non ho tempo adesso, Malfoy."
Riprese a camminare, più velocemente, e lui iniziò ad inseguirla.
"Avery"
Elizabeth iniziò a correre e lo stesso fece lui.
Era più veloce e, dopo solo pochi secondi, le aveva afferrato la mano.
La girò e la baciò.
Nulla di eccezionale, nessuna parola dolce o scene d'effetto. Solo le loro labbra unite.
"Vieni sulla torre di astronomia dopo cena" le sussurrò ancora attaccato alle sue labbra.
"Non verrò" disse, allontanandosi da lui. "Sai che non verrò."
Draco sorrise, mentre si avvicinava di nuovo a lei.
"Dammi una possibilità, Liz" disse, accarezzandole una guancia.
"Non chiamarmi in quel modo."
"Ma hai detto che adori quando ti chiamo così, Liz" disse, avvicinando le sue labbra a quelle di lei.
Elizabeth non rispose, le mancava l'aria, desiderava solo scomparire per l'imbarazzo.
"Tu sei arrogante, antipatico e pensi di essere il migliore in tutto" disse, incrociando le braccia al petto, aumentando così la distanza tra loro.
Senza preavviso, lui la baciò sulla guancia e le sorrise.
"Concordo, continua"
"Mi hai perseguitata per quattro anni e sono sicura che questo sia solo un gioco per te."
Draco sorrise, baciando l'altra guancia di Elizabeth.
"Non sei un gioco per me, lascia che te lo dimostri."
La ragazza lo guardò confusa.
"Come?" chiese.
Draco le lasciò un bacio veloce sulle labbra e iniziò ad allontanarsi.
"Sei in ritardo, Avery!" disse, "ti aspetto stasera."
"In ritardo?"
Solo allora si ricordò dell'appuntamento al Pub e iniziò a correre più veloce che poteva.
~
"Bene, sapete tutti perché siamo qui. Dunque, Harry ha avuto l'idea..." esordì Hermione, ricevendo un'occhiataccia da Harry, "cioè io ho avuto l'idea che sarebbe stato meglio iniziare ad imparare davvero Difesa contro le Arti Oscure e con questo intendo dire imparare a difenderci sul serio, non solo in teoria, ma con veri incantesimi."