pt.1

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Incipit
The moon is beautiful, isn't?

Non mi sono mai sentito a mio agio
Lo vedevo, non ero come loro

Mi sentivo diverso, con uno scopo
Mi sentivo unico, ma per questo, ero considerato l'ultimo
Ed era incredibile come non me ne accorgessi

Non capivo come fosse possibile che nessuno lo capisse
Mi capisse
E l'impressione d'esser perennemente fuori posto
fagocitava il cuore mio, rendendolo timido

Non mi sono mai integrato, non volevo finire come loro
Fotocopie tutte uguali che puntavano in alto, e si facevano vanto delle loro ali

Io mi sentivo più piccolo
Con ali di cartone

Sognavo di volare
Ma mollavo al primo nuvolone, terrorizzato dall'idea di perdere anche quel poco, che m'illudevo d'avere

E vedevo loro
Liberi in quel cielo da me tanto ambito, e soffrivo

Ma poi, un giorno, incontrai lei, che non era come me
Le sue ali erano uguali a tutte le altre, ma non le importava volare
E non so perché, ma mi tese la mano

E mi insegnò che volare dove volan tutti è noioso, che dovevo puntare all'ignoto

Scoprire che il cielo
Risulta in tutte le direzioni infinito

Timidamente ci provai, ma numerose furono le volte in cui fallii
Ma se cadevo, mi tirava su

Non ero più solo

Ed ogni giorno scoprivo qualcosa di nuovo, non potevo volare in alto ma non m'importava
Per quale motivo, oh sognatore, avrei dovuto spingermi più su del cielo che ambivo ammirare

Un giorno però, mentre volavo nell'orizzonte infinito, sfrecciante a pelo del mare, non mi accorsi della tempesta, che col suo vento ed i suoi lampi mi fece cadere

Disperato, chiesi aiuto
Ma il mondo appare sordo, quando sei un rifiuto

Ma lei era lì, come sempre era li
E in piedi davanti a me, si accovacciò, e mi sorrise

E insieme mi propose di fuggire

Mi raccontò, che eravamo fatti per restare
Perché sarebbe stato tutto perfetto, perché è normale che il cielo confini con il mare

Che avrei dovuto rinunciare al cielo, per smettere di soffrire

Ma non potevo lasciare il mio astro
Avevo sogni ben più grandi, ai quali non potevo rinunciare

Così, mi guardò delusa

Si rialzò, e veloce si iniziò ad allontanare, mentre con la mano mi diede l'ultimo saluto
Per poi tornare dove volano i grandi, dove il cielo lascia il posto all'ignoto

Ha fatto male, ero di nuovo solo
Con due ali di cartone e la paura del volo

Cercai a lungo la via di casa, ma attorno era buio, spaventoso
E più mi rialzavo più cadevo, e più desideravo, meno avevo

Così un giorno mi arresi
Mi strappai le ali dalla schiena e le riposi in una scatola

Non mi importava più, non avevo più alcun interesse a scappare, a cercare una via migliore
Non mi importava più imparare come si facesse a volare, volevo stare seduto

Ed aspettare

Ma la tempesta non smetteva di urlare, ma la tempesta divenne uragano e sempre peggio, furono i fulmini e il fuoco iniziò a divampare, fu quindi il ghiaccio poi a distruggere ogni speranza, lasciando solo aspro e puro rancore

Ma poi, un giorno, fu pace
Fu silenzio

Tutto tace

E mentre passeggiavo in riva al mare
Rividi quell'angelo, che mi insegnò a volare

E mi convinse ad andare con lei
Perché è normale che il cielo confini con il mare
che si specchi su di esso e che ne influenzi le sfumature

E mi tornò a riempire

E così, finalmente
Due metri sotto la superficie, ammiro il mio astro
Sempre bello, ma che ora, s'è fatto meno vivido

Ma appare comunque splendido

E mentre rimango attratto, lei mi prende la mano
e mi porta in fondo
Ed io, per la prima volta sono felice, ora che ho tutto ciò che ho sempre desiderato, sono felice infondo

Senza sogni, ma con lei accanto
che infondo, è tutti i miei sogni


Dedicato a tutti coloro che sognano
dedicato ad ogni sognatore, con le ali di cartone









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Sfoghi di un sognatoreWhere stories live. Discover now