Capitolo 94

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Jason

Dopo qualche oretta il film finisce e subito mia madre progetta di vedersene un'altro.

«Tu non ti stacchi mai di vedere sempre gli stessi film?» le chiedo.

«No» risponde.

Alzo gli occhi al cielo e sospiro.

«Non so davvero come fai a sopportarla Charlotte».

La madre di Melanie sorride e ridacchia al tempo stesso.

«Ormai siamo amiche da anni!».

Alle spalle della donna davanti a me, appaiano Melanie e suo padre.

«Cos'è questa storia che andate a vivere insieme?».

Kevin è così serio che è impossibile cercare di mantenere la calma. L'impeto con cui si sta rivolgendo a me non mi piace, ma devo cercare di mantenere la calma.

«Papà per piacere».

«C'è qualche problema?».

«Noi abbiamo mandato nostra figlia in questa città perché era il suo sogno e facendo dei sacrifici, quando aspettavi a dirmelo?» mi chiede.

«Non spettava solo a me Kevin e comunque è stata una cosa scelta all'ultimo. Fino a ieri sera Melanie non ne sapeva niente, perciò rifartela con me non con lei», mi avvicino a lui senza l'istinto di provocarlo. L'ultima cosa che voglio è avere dei problemi con questo tossico.

«A maggior ragione. Prima di prendere un'iniziativa così grande non potevi consultarci?» ribatte lui.

«Papà ho 19 anni non sono più una bambina. Sono grande abbastanza per prendere una decisione simile» rivela Melanie intromettendosi bruscamente.

«Tu stai zitta», la spintona all'indietro e il sangue mi va al cervello.

«Toccala di nuovo e ti giuro che...», mi interrompe e dice: «Che cosa? Pensi di farmi paura? Ho più anni di te Jason e non mi fa paura un ragazzino come te».

«Kevin smettila, ma ti pare normale fare una sceneggiata così davanti a tutti la sera di Natale? Dovremmo stare in famiglia, tutti in santa pace e invece che fai? Te la prendi per una scelta presa da nostra figlia?», Charlotte interviene alleandosi subito a noi.

«Ti rendi conto che questo si è messo in testa di portarsi a spasso nostra figlia per mezzo mondo?».

«Ma cosa dici!!?? Non è affatto così. Meditavo di trasferirmi già da un po' visto che Las Vegas me la ricordavo diversa e, non trovandomici bene, preferisco trasferirmi in una città altrettanto grande e bella ma con un'altro stile di vita» confesso.

«E lasciare in pace Melanie no?».

«Non l'ho obbligata a venire con me. Mi sono potuto permettere una piccola villetta a schiera tutto qui, l'idea di invitarla è venuta dopo. Principalmente l'ho fatto solo per me» dichiaro.

«E com'è andata a finire? Ti ha detto di sì a caso?».

«Tutt'ora è libera di scegliere. Ha 19 anni ed io 25, siamo abbastanza maturi per poter decidere sulle nostre azioni. Io, come ho già detto, non l'ho obbligata e mai lo farò. Se cambierà idea da qui al nostro trasferimento non la forzerò perché so cosa significa stare in un posto in cui non vuoi starci» ammetto stringendo forte i pugni lungo i fianchi.

«Mi sembra una follia tutto questo» commenta lui.

«La tua scenata è una follia papà. Mi tratti davanti a tutti come se fossi ancora una bambina e per giunta pretendi di decidere al mio posto. Sei proprio un pezzo di merda», Melanie, con tutto il suo disprezzo, rivolge queste forti parole al padre e senza pensarci due volte corre al piano superiore.

«Jason vai da lei», mi ordina Charlotte.

«No, lui resta qui» si affretta a dire Kevin.

«No, lui va da lei e te verrai con me in cucina per fare i conti» gli impone la moglie.

Con un ghigno soddisfatto lo sorpasso e vado da Melanie. 

One night more Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora