PRIMO CAPITOLO

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Era ormai terminata la mia settimana nel mio vecchio paese. Ero a casa finalmente dopo ore di voli, treni e metropolitane, odiavo i mezzi pubblici soprattutto alcune persone che si possono trovare allinterno dei mezzi pubblici. Io l divido in categorie

ANZIANA DONNA: ti guardano e dicono "Sei una vergogna per questo mondo" solo perché ti sei vestita con i pantaloncini e il top.

ANZIANO UOMO: ti guardano rapati e dice con una voce scherzosa ma molto fastidiosa "Ai miei tempi non cera cosi tanta figa come ora" e poi si mettono a ridere. Ma di cosa devono ridere, della loro frase da persone schifose? Bah

Poi i miei preferiti

MANIACI: ti provano a toccare ci provano con te, chiedono di fare cose zozze con loro.

E io essendo una donzella devo essere sempre ordinata e educata cosi rispondo con un rutto in faccia se è possibile e unna grattata la sotto dicendoli mi sudano le palle a te no? Provando a imitare una voce maschile. Mi diverto molto aa guardare le loro facce.

Appena arrivai a casa mi distesi immediatamente sul divano lasciato le valige in mezzo alla casa. Abitavo da un pò a New York era il mio sogno da sempre, studiavo danza nella migliore accademia cioè alla Juilliard School. Abitavo con la mia coinquilina Leyla per certi punti eravamo diversi. lei già lavorava aveva un salone di tatuaggi di sua proprietà, mentre io studiavo, ci leviamo un po di anni. Molte volte mi chiedo come e possibile che io e lei andiamo cosi d accordo poi mi ricordo il vecchio detto di mia nonna

"Gli opposti si attraggono" spero che vale solo in amicizia questo detto perché non vorrei mai un ragazzo come Leyla.

Mi svegliai di colpo per colpa della chiamata di Ambra chiamava per sapere se stavo bene e se ero arrivata gli risposi che stavo bene e che ero arrivata. Appena abbiamo staccato avevo capito che avevo dormito due ore e che ancora Leyla non era arrivata di sicuro era con il suo gruppo di amici. Decisi di andare in camera e appena varcai la porta mi ritrovai delle bellissime rose bianche unite da un nastro rosso e anche la lettera era rossa, mi avvicinai e lessi subito la lettera

"A te piccola bimba

Bianca come la tua anima

È rosso come me che ti scrivo"

Allinizio pensavo che era il ragazzo che mi stavo iniziando a sentire, era della accademia cosi gli scrissi

"Grazie mille, non dovevi"

Lui visualizzò senza rispondere, strano da parte sua lui rispondeva sempre e subito, forse si è arrabbiato che in questa settimana non ci siamo potuti sentire abbastanza, se e per questo e davvero uno stronzo. Per la serata non ci pensai molto, misi i fiori in un vaso con lacqua e misi i fiori, cambiai le lenzuola bianche sistemando sopra il letto i numerosi pupazzi e cuscini di abbellimento, sistemai le valige e i vestiti e feci la lavatrice. Non avevo molta fame cosi decisi di non mangiare ma di andare a fare una bella doccia, amavo il profumo del cocco che veniva superato dal dolore dellacqua. appena usci dai docci mi misi il pigiama e mi recai a letto come uno zombi in cerca di cervelli in più avevo ancora i capelli bagnati, appena toccai il letto crollai in un batti baleno.

Come ogni mattina mi svegliai alle cinque, mi preparai con il bodi e i pantaloncini, oggi riiniziavano le lezioni in accademia e non vedevo lora di essere la in sala. Feci il borsone con tutto il necessario e mii recai in cucina dove incontrai Leyla che preparava i pancake.

"Buongiorno Dory" dissi.

"Buongiorno Nemo" rispose.

Ci chiamavamo cosi da quando ci siamo conosciuti essendo che lei si dimenticava tutto ciò che mi diceva e me lo ripeteva in continuazione.

Preparai il cappuccino e ci siamo sedute a tavola per mangiare, ci siamo raccontate quello che era successo in questa settimana, lei si era fidanzata con Joe uno dei ragazzi più belli e famosi. Io principalmente lodiavo però se lei lama io posso solo sostenere, tanto se gli do un consiglio lei farà di certo il contrario di quello che gli ho detto. Appena finito di mangiare ci diremmo in machina, lei mi accompagnava in accademia e poi lei si recava a lavoro. Come al solito in machina con Leyla ci doveva essere per forza la musica se no non era lei e doveva essere per forza o napoletana o Trap la musica. Eravamo tutte due italiane e del sud io siciliana lei napoletana. Lei era la mia migliore amica ed avevamo molte cose in comune apparate la provenienza anche se non sembrava ad esempio amavamo leggere. Per il tempo della strada abbiamo cantato a squarcia gola. ogni volta ci scassavamo dalle risate quando io e lei parlavamo in dialetto davanti agli americani fanno facce divertenti o pure ci guardano male. loro cosa possono capire di cosa e la bellezza naturale come lItalia. Arrivai dopo mezz ora di macchina allaccademia, presi il borsone con il cellulare.

"ciao vita mia, buon lavoro" dissi

"ciao vita, stai attenta. Ti vengo a prendere io dopo"

Scesi dalla macchina e mi diressi allentrata. Ogni volta cè ci entravo ladrenalina saliva e spuntava la me bambina con gli occhi a cuoricino che mi

Diceva io voglio diventare una ballerina professionale

Vorrei solo dire alla piccola me che ci sto riuscendo grazie a te.

DIRTY SOULWhere stories live. Discover now