IV

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«Giorgio, tutt'ok?» Chiesi, dato che il ragazzo sembrava voler torturare a morte Francesca.
«Si. Si. Sto benissimo.» Rispose alzandosi e dirigendosi verso il bancone per pagare.
«Dove vai?» Gli chiesi seguendolo a ruota.
«A scuola.» Il ragazzo pagò e uscì dal bar. Nicola mi guardò, non capendo il comportamento di Giorgio.
«Tutto normale, è soltanto geloso.» Lo rassicurai io prendendo il portafoglio.
«Non preoccuparti di pagare, offre la casa oggi.» Disse lui. «È geloso di Francesca?» Continuò, tornando al discorso "Giorgio".
«Non l'ho ben capito. Ma credo di si. Anzi, a proposito, è la tua fidanzata?»
«No. Cioè, si. Non l'ho capito.»
«In che senso?»
«Lei dice di amarmi, ma esce con altri ragazzi.»
«E tu?»
«Io sono attratto dai ragazzi con cui esce.» Rimasi cinque secondi in silenzio e poi scoppiai a ridere. Nicola aveva praticamente fatto coming out con me e ciò mi faceva sentire speciale. Cioè, solo se qualcuno di fida davvero di te fa coming out.
«Sei gay?»
«Bisessuale per l'esattezza.» Rispose sorridendo.
«Oh e-» Ero così curioso dal sapere di più su Nicola, che non mi accorsi di una signora posizionata dietro di me, che stava aspettando di poter ordinare.
«Ci vuole ancora tanto?» Disse quella, dal suo tono sembrava abbastanza scocciata.
«Oh? Si, mi scusi.» Dissi spostandomi e facendola passare. Quella alzò gli occhi al cielo, seguita da un "grazie" detto con un tono disgustata. Guardai l'ora e notai che ero un pochetto in ritardo per la scuola. Erano le otto e un quarto, e sarei dovuto entrare alle otto in punto.
«Cazzo... Ciao Nicola, ci vediamo.» Gli dissi uscendo di corsa dal bar e correndo verso la scuola.
Entrai nella classe un po' sudato e col fiatone, guardai la cattedra e vidi che la prof ancora non era arrivata. Tirai un sospiro di sollievo e mi sedetti accanto a Giorgio.
«Perché sei scappato di corsa?» Gli chiesi appena mi sedetti.
«Ero in ritardo.»
«Non erano nemmeno le otto.»
«E allora non volevo fare ritardo.» Riprese lui poggiando la testa sul banco.
«Ma, quindi mi parli un po' di Stefano?»
«Chi è Stefano?» Disse alzando la testa e guardandomi sconcertato.
«Il ragazzo che ti piace?» Giorgio arrossì di scatto per l'imbarazzo e riportò la testa sul banco.
«Ah. Si. Stefano... È... È carino.»
«Ma com'è fatto?»
«Uhm... È... È biondo, con gli occhi castani e... Poi è alto... Si hai capito.» Borbottò. La descrizione era vagamente simile a quella di mio fratello. Cioè, so che mio fratello non è l'unica persona alta, bionda e con gli occhi castani al mondo, ma certi comportamenti di Giorgio mi facevano pensare che forse, questo fantomatico Stefano, in realtà non fosse altro che mio fratello Alessandro.
«Ha pure svariati tatuaggi e due fratelli chiamati Enea e Federico?» Giorgio deglutì a vuoto ma non rispose. «Lo prendo come un si. E un'altra cosa, è stupido come pochi, più grande di noi di due anni e ha un carattere di merda?»
«Non è tuo fratello.» Rispose senza neanche alzare la testa.
«Se lo è puoi dirmelo.»
«Ma non lo è.»
«Giorgio-»
«Buongiorno a tutti ragazzi, scusate il ritardo ma non riuscivo a trovare parcheggio.» Ci interruppe la professoressa di inglese, che entrò di fretta e subito si mise a fare l'appello per in seguito spiegare. Provai a parlare con Giorgio, ma quella grandissima zoccola non solo arrivò in ritardo, ma mi fece anche spostare di banco, perché secondo lei io stavo disturbando Giorgio. Finita la lezione ritornai al mio posto, ma mi disse chiaramente che non aveva voglia di parlarne, in particolare in classe. Alla fine decisi di lasciare perdere, così iniziai a seguire le lezioni, cercando di non pensare né a Giorgio né a Stefano -che secondo me, in realtà, era soltanto Alex- né a Nicola. Ma era così difficile non farlo.

𝒕𝒉𝒐𝒔𝒆 𝒐𝒄𝒆𝒂𝒏 𝒆𝒚𝒆𝒔 ~strecico~Where stories live. Discover now