Da quando avevamo deciso di essere una coppia, ma di nasconderlo a tutti, le cose tra Alec e me erano diventate... complicate. Ma in qualche modo, anche se ogni giorno era una nuova sfida, mi sentivo più vicina a lui che mai. Ci vedevamo sempre di più, senza che nessuno lo sapesse, senza che nessuno potesse scoprirlo. Passavamo ore insieme, ma non come una coppia ufficiale: nessun bacio pubblicamente, nessun abbraccio davanti agli altri, solo sguardi furtivi e piccoli gesti che sapevamo solo noi cosa significavano.Erano i piccoli momenti che rendevano tutto così speciale. Le giornate si mescolavano tra una lezione e l'altra, tra una risata e una battuta che solo noi due capivamo. Non c'era bisogno di parole, i nostri sguardi dicevano tutto. Una mano che sfiorava l'altra sotto il tavolo, un sorriso sornione lanciato tra una pausa e l'altra, l'improvviso bisogno di cercarsi per un momento di solitudine.
Ogni tanto riuscivamo a rubare dei momenti in segreto, quando i nostri amici non erano attorno. Alec mi portava a passeggio per Brookline, come se fosse la cosa più normale del mondo. Non avevamo bisogno di molto: bastava camminare insieme, parlare di nulla e tutto allo stesso tempo. Con lui, anche i silenzi erano carichi di significato. C'erano momenti in cui ci fermavamo semplicemente, senza dire nulla, godendoci la compagnia dell'altro.
Un giorno, durante un pomeriggio freddo di dicembre, Alec mi aveva invitato a casa sua per un "film insieme". Quando arrivai, mi accorsi che aveva preparato tutto: una coperta sul divano, un paio di snack sul tavolino e la TV accesa, pronta per partire. Mi guardò con un sorriso che mi fece sciogliere. Era come se stesse preparando un mondo solo per noi due, un piccolo angolo di tranquillità nel caos che c'era fuori.
«Sei pronta per la maratona di film?» mi chiese mentre mi sedevo accanto a lui sul divano. Mi sorrideva come se fosse tutto normale, come se passare una serata insieme senza che nessuno lo sapesse fosse la cosa più semplice del mondo.
Mi strinsi nella coperta mentre lui si sistemava accanto a me, il nostro spazio sempre più piccolo, come se il divano non fosse mai abbastanza grande per contenerci. Quando partì il primo film, ci guardammo per un momento. Non c'era bisogno di dire nulla: ci eravamo trovati, e quel silenzio tra di noi parlava più di mille parole.
A un certo punto, durante il film, mi spostai più vicino a lui, cercando il suo calore. Alec mi guardò con quegli occhi che mi facevano perdere la ragione, ma non disse nulla. Poggiai la testa sulla sua spalla e lui posò una mano sul mio braccio, la sua presenza mi faceva sentire al sicuro. I film passarono lentamente mentre il nostro mondo si restringeva sempre più. Il tempo sembrava non esistere quando eravamo insieme, come se ci fosse una bolla invisibile che ci separava dal resto del mondo.
Era bello, ma al tempo stesso terribilmente difficile. Non potevamo essere chiari con nessuno. I nostri amici, la nostra famiglia, non avevano idea di cosa stesse realmente accadendo tra noi. Ogni sguardo che ci scambiavamo era un promemoria della nostra situazione complicata. Eppure, quando eravamo da soli, tutto sembrava perfetto.
Un altro giorno, ci ritrovammo a passeggiare nel parco. Il cielo era grigio, le foglie cadute coprivano il marciapiede, e il freddo invernale si faceva sentire sulla pelle. Camminavamo in silenzio, godendoci quel momento di tranquillità. Alec mi strinse la mano, ma solo per un secondo, come se temesse che qualcuno potesse vederci. Era un gesto che mi faceva sorridere e mi rendeva triste allo stesso tempo. Lo desideravo, ma sapevo che non avremmo mai potuto essere liberi di vivere la nostra storia come volevamo.
«Lo so,» disse lui, come se avesse letto i miei pensieri. «È difficile.»
Mi fermai a guardarlo, e in quel momento sentii il bisogno di dirgli la verità, di far uscire tutto quello che mi pesava sul cuore. «Vorrei che potessimo vivere tutto questo senza nasconderci,» dissi, la voce bassa. «Ma non posso fare a meno di volerti, Alec. Anche se è tutto così... sbagliato.»
Lui mi guardò intensamente, come se stesse cercando le parole giuste. Poi, si avvicinò lentamente e mi prese le mani, fermandomi. «Anche io ti voglio,» disse, la sua voce sincera. «Ma dobbiamo essere cauti. Non possiamo rischiare di perderlo tutto per un errore stupido.»
Era difficile. Avrei voluto correre, urlare al mondo quanto mi importava di lui, ma allo stesso tempo sapevo che avremmo dovuto essere pazienti. Le cose non erano semplici, e noi due lo sapevamo meglio di chiunque altro. Ma in quel momento, camminare accanto a lui, tenendo la sua mano, mi faceva sentire che, nonostante tutto, avevamo qualcosa di vero.
La nostra relazione segreta continuava, ma a piccoli passi, con molta cautela e attenzione. Ogni giorno sembrava un equilibrio precario, ma eravamo disposti a lottare per tenere insieme quello che avevamo.
Tuttavia, anche se non lo ammettevamo ad alta voce, entrambi sentivamo che qualcosa stava cambiando. La situazione era tesa, ma la nostra connessione cresceva ogni giorno di più. La pazienza che ci era necessaria per mantenere la nostra relazione nascosta ci stava portando più vicini, rendendo tutto più speciale, come se fossimo una squadra che doveva affrontare insieme ogni sfida.
In fondo, non c'era niente che desiderassimo di più che stare insieme, senza doverci nascondere. Eppure, sapevamo che la strada sarebbe stata lunga e che, per ora, la nostra felicità doveva rimanere un segreto.
Passarono altri giorni, e con ogni giorno che trascorreva, la nostra relazione segreta diventava sempre più difficile da gestire. Ogni volta che uscivamo con gli amici, c'era quel silenzio tra noi, quel peso che non potevamo permetterci di ignorare. A scuola, i nostri sguardi si incrociavano, ma mai troppo a lungo, come se avessimo paura che qualcuno potesse leggere i nostri pensieri. Mi chiedevo spesso se avessimo fatto la scelta giusta, se fosse davvero necessario nasconderci, ma poi guardavo Alec e mi rendevo conto che non avrei voluto essere da nessun'altra parte. E se qualcuno avesse scoperto la verità? L'idea mi faceva paura. Non ero pronta ad affrontare le domande, i giudizi. Non ero pronta a perdere tutto ciò che avevo, tutto ciò che avevamo costruito, anche se ancora non sapevo dove ci avrebbe portato questa relazione.
Il sabato pomeriggio, mentre il resto del mondo sembrava godersi il weekend, Alec e io ci trovammo di nuovo insieme, come sempre, ma questa volta in un posto diverso: il caffè di Brookline dove eravamo soliti incontrarci. La pioggia battente fuori rendeva l'atmosfera ancora più intima, il rumore delle gocce contro i vetri era l'unica cosa che sentivamo mentre eravamo seduti l'uno di fronte all'altra, sorseggiando un caffè.
<<Non è che ci stiamo limitando troppo?>> chiese Alec, rompendo il silenzio. Le sue parole erano più gravi di quanto mi aspettassi, come se stesse riflettendo su qualcosa che lo turbava.
Lo guardai, cercando di decifrare il suo volto. <<Cosa intendi?>> chiesi, ma già sapevo che la risposta non mi sarebbe piaciuta.
<<Dico... vivere in segreto. Ogni volta che ci vediamo dobbiamo essere cauti, dobbiamo nasconderci. Non siamo più ragazzi, Ellie. Non possiamo andare avanti così, giusto?>> rispose, alzando un sopracciglio, come se fosse un pensiero che l'aveva perseguitato per giorni.
Mi sentii tesa all'improvviso, come se qualcosa mi stesse stringendo il cuore. Non volevo ammetterlo, ma in quel momento sentivo la verità nelle sue parole. Anche io mi sentivo intrappolata, come se non avessi più spazio per respirare. Avevo bisogno di stare con lui, di essere me stessa, senza paura che qualcuno ci vedesse o che qualcuno potesse scoprire il nostro segreto.
<<Sì, lo so. Ma non è il momento per cambiarlo>> dissi, cercando di sembrare più sicura di quanto mi sentissi. <> Eppure, mentre parlavo, le parole sembravano più deboli, come se non credessi più davvero in ciò che dicevo.
Alec si appoggiò allo schienale della sedia, le mani incrociate sul tavolo tra di noi, fissandomi con uno sguardo che non riuscivo a decifrare. <<Non è giusto vivere così. Lo so che ti piace stare con me, Ellie, ma questa situazione... non è sana.>> La sua voce era calma, ma l'intensità con cui parlava mi faceva capire quanto fosse turbato.
Capii che aveva ragione. La frustrazione che avevo provato nelle ultime settimane stava finalmente emergendo. Ogni piccolo momento che rubavamo al resto del mondo non bastava più. Avevamo bisogno di qualcosa di più, ma sapevamo che non potevamo. Non ora. Non ancora.
<<Non voglio perderti, Alec. Ma ho paura di tutto questo, di come potrebbe finire.>> La mia voce tremava, e non riuscivo a nascondere la mia insicurezza. Sapevo che la nostra relazione non era solo una questione di "noi due", ma che c'era di più in gioco: c'erano i nostri amici, le nostre famiglie, la nostra reputazione. Era come camminare su un filo, e ogni passo in più ci avrebbe potuto fare cadere.
Alec mi guardò, e per un momento sembrava che stesse per dire qualcosa, ma poi si fermò. <<Non voglio che tu abbia paura, Ellie. Non voglio che tu pensi che non siamo in grado di farcela. Ma capisco se preferisci aspettare.>>
Mi sentii confusa. Non avevo mai pensato di lasciarlo, eppure non potevo ignorare la paura che mi paralizzava. Cosa avremmo dovuto fare per stare insieme senza nasconderci? Eravamo pronti per affrontare il mondo intero? O sarebbe stato troppo difficile per noi?
sussurrai, guardandolo negli occhi. <<Forse dovremmo solo... prenderci un po' di tempo.>>
Un piccolo sorriso si formò sul volto di Alec, e mi accorsi che non avevo mai visto il suo sorriso più genuino. <<Mi piace quando pensi che sia possibile per noi, anche se siamo ancora un po' confusi su cosa fare.>>
Mi sorrisi a mia volta, sentendo il peso sulle spalle alleggerirsi, almeno per quel momento. Non avevo risposte, ma avevo lui. E in quel momento, sembrava sufficiente.
Mentre il pomeriggio scivolava via, restammo insieme, tra silenzi e risate. La questione del nascondere la nostra relazione non era ancora risolta, ma ci eravamo trovati a vivere il nostro piccolo angolo di felicità, uno spazio segreto solo nostro. Senza dire nulla, sapevamo che stavamo attraversando una strada difficile, ma che eravamo disposti a farlo insieme.
La vita, però, non sarebbe stata sempre così semplice. Avremmo dovuto affrontare molte altre difficoltà, e il nostro segreto sarebbe stato messo alla prova in molti modi. Ma, per ora, avevamo trovato un po' di serenità in un mondo che sembrava sempre troppo grande per noi due. E forse, per un po', era abbastanza.