La vigilia di Natale nella casa dei Donovan era un miscuglio di luci soffuse, odori caldi di piatti cucinati con amore e un'atmosfera che sembrava più magica di quanto avessi mai immaginato. Avevo sempre pensato che il Natale fosse una festa tradizionale, simile in ogni angolo del mondo, ma quando sono arrivata in Massachusetts e ho visto come i Donovan lo vivevano, ho capito che ogni famiglia, ogni cultura, aveva il proprio modo di celebrare quel periodo speciale. La casa, decorata con festoni colorati e luci scintillanti, sembrava un angolo di paradiso. Nonostante tutto, c'era una sensazione di straniamento dentro di me, una consapevolezza che, nonostante il calore che mi avvolgeva, non ero ancora completamente a casa.
La cena della vigilia si svolse come ogni altra festa in casa dei Donovan: un lungo tavolo di legno, attorno al quale si trovavano i membri della famiglia, sorridenti e pronti a festeggiare. La piccola Lily, con i suoi occhioni brillanti, si divertiva tra un piatto e l'altro, e ogni tanto si sentiva la risata di suo padre che raccontava una storia buffa. Nonostante il chiacchiericcio allegro che mi circondava, il mio pensiero era costantemente rivolto a lui. Alec. Quel ragazzo che continuava a muoversi nel mio mondo come un'ombra che non riuscivo a scrollarmi di dosso. Mi irritava, mi attraeva, mi metteva in discussione ogni volta che i suoi occhi incontravano i miei. Ma quella sera, a Natale, tutto sembrava essere ancora più confuso. Come se, per qualche motivo, quella fosse la notte in cui tutto avrebbe dovuto cambiare, anche se non avevo idea di come.
La cena fu deliziosa, e mi sforzai di partecipare, di sorridere e di godermi la compagnia, ma la mia mente continuava a vagare altrove. Alec sedeva a pochi posti da me, ma tra noi c'era una distanza che sembrava impossibile da colmare. La sua faccia, seria come sempre, sembrava essere più concentrata sulla sua bevanda che sulla conversazione che si svolgeva intorno al tavolo. Ogni tanto, però, mi capitava di incrociare il suo sguardo, e in quel momento il resto del mondo sembrava svanire. Non riuscivo a capire perché, ma avevo la sensazione che tra di noi ci fosse qualcosa che non avevamo ancora capito. Qualcosa di non detto che continuava a rimanere sospeso, invisibile, nell'aria.
Quando la cena finì, ci spostammo nel soggiorno per il tradizionale scambio di regali. Ogni tanto, ridevamo e scherzavamo, mentre io, con la mente ancora confusa, cercavo di immergermi nella tradizione, come se fosse il mio modo di adattarmi. Alec, però, rimase sempre sullo sfondo, come se stesse osservando da lontano, senza mai veramente entrare in sintonia con gli altri. Mi trovai a pensare che, forse, Alec non fosse davvero così diverso da me. Come me, sembrava portare un peso invisibile sulle spalle, ma il suo modo di affrontarlo era ben diverso dal mio. Lui reagiva con sarcasmo, irritazione, e un misto di disinteresse, mentre io tendevo a chiudermi in me stessa.
Quando arrivò il momento di scambiarci i regali, Alec mi porse una scatola, avvolta in una carta rossa con una piccola coccarda dorata. Non era grande, ma la sua attenzione a come aveva scelto il regalo mi fece sentire un po' a disagio. Non avevamo mai avuto un vero rapporto, mai un legame forte, ma in quel momento sembrava che, attraverso quel piccolo gesto, stesse cercando di comunicare qualcosa che non riuscivo a comprendere. Guardai la scatola e poi lui. Il suo sguardo si era fatto improvvisamente serio, come se aspettasse una reazione.
Aprii la scatola lentamente. Dentro c'era un braccialetto d'argento con un piccolo ciondolo a forma di stella. Era un regalo semplice, ma il pensiero che ci stava dietro era chiaramente molto più profondo di quanto avessi immaginato. Non sapevo come reagire. Forse non avrei dovuto sentirmi così toccata da un semplice regalo, ma c'era qualcosa di speciale in quel gesto. Mi sentii strana, incapace di nascondere le emozioni che si stavano facendo strada dentro di me.
<<Grazie,>> dissi, mentre cercavo di nascondere l'imbarazzo con un sorriso. <<È davvero bello.>>
Alec, come al solito, rispose con un cenno di testa, ma non disse altro. Era il suo modo di essere, di non lasciarsi mai andare troppo, di non esprimere mai davvero cosa provava. Ma in quel momento, mentre lo guardavo, sapevo che il suo silenzio nascondeva molto di più.
La serata proseguì tra risate e regali, ma nel profondo, qualcosa stava cambiando. Il Natale, che avrei dovuto vivere come un semplice momento di festa, sembrava diventare qualcosa di più, qualcosa che non sapevo gestire. Alec, come sempre, era la fonte di tutte le mie domande, la causa di tutte le mie incertezze. Mi chiedevo perché fosse così complicato, perché non riuscissi a ignorarlo, nonostante la mia resistenza.
Dopo il momento dei regali, la casa dei Donovan divenne più tranquilla. Lily, che era ormai esausta, andò a letto, e gli adulti cominciarono a godersi la serata in silenzio, sorseggiando un bicchiere di vino o raccontando storie di Natale. Alec e io ci ritrovammo nel soggiorno, dove l'atmosfera era diventata silenziosa e rilassata. Mi sembrava che anche lui fosse più pensieroso, come se il Natale avesse portato alla luce qualcosa che nemmeno lui voleva affrontare.
<<Allora, che ne pensi di questo Natale?>> chiese Alec, rompendo il silenzio con il suo solito tono sarcastico. <<Ti piace questa versione americana?>>
Non sapevo come rispondere. C'era una parte di me che voleva dirgli che non ero sicura di dove mi trovassi, che non ero del tutto a mio agio, ma non volevo sembrare troppo vulnerabile. Invece, risposi con un sorriso forzato.
<<È... diverso. Ma in un certo senso, è bello,>> dissi, cercando di sembrare più positiva di quanto mi sentissi in realtà.
Alec mi guardò per un momento, i suoi occhi scuri che sembravano scrutare qualcosa oltre il mio sorriso. Non disse nulla, ma il silenzio tra noi diventò denso, come se entrambe le parti sapessimo che c'era qualcosa che dovevamo affrontare, ma che non eravamo pronti a farlo.
Quando la serata si avviò verso la fine, Alec si alzò dal divano e si avvicinò alla porta. <<Beh, buona notte,>> disse, con la sua solita indifferenza, ma c'era qualcosa nel suo tono che non riuscivo a decifrare.
<<Buona notte,>> risposi, ma nel mio cuore sapevo che non sarebbe stato facile dormire quella notte. Alec aveva un modo di mettermi in crisi senza nemmeno rendersene conto, e quella sera sembrava che ogni parola, ogni gesto, avesse un peso più grande di quanto fosse mai stato.
La casa si svuotò lentamente, ma io non riuscivo a smettere di pensare a lui. Mi addormentai solo all'alba, con il cuore che mi martellava nel petto. La sua figura, la sua voce, il suo sorriso enigmatico. Mi svegliai durante la notte, con il desiderio di parlare con lui, di risolvere le mille domande che mi stavano assillando. Ma era troppo tardi. Il Natale, per quanto magico fosse, non aveva portato con sé le risposte che cercavo. E Alec, invece di farmi sentire a casa, sembrava solo complicare tutto. Ma qualcosa dentro di me mi diceva che la verità era più vicina di quanto immaginassi.

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I love you - I cant stand you
RomanceEllie è una ragazza australiana che decide di trasferirsi a Boston per l'anno all'estero, verrà ospitata dai Donovan, sembra andare d'accordo con tutti tranne il suo fratello ospitante, Alec, pensa che lui sia solo un ragazzo arrogante ma pian piano...