Capitolo IV

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Easy for a good girl to go bad
And once we gone (gone)
Best believe we've gone forever
Don't be the reason
Don't be the reason
You better learn how to treat us right
'Cause onces a good girl goes bad
We gone forever

[ Good Girl Gone Bad – Rihanna ]

Ore 10.00 – Casa di Xander

<< Xander, ci sei? >> chiese Irina, infilando le scarpe bianco perla con il tacco e dandosi una rapida occhiata allo specchio in entrata, << Mi serve il bagno... >>.

<< Un momento, ho finito >>.

Mentre aspettava che Xander lasciasse libero il bagno, sapendo quanto fosse vanitoso quando era ora di andare a qualche evento importante, continuò a guardarsi nello specchio del corridoio e a studiare il suo riflesso, perplessa.

Ricordava benissimo la prima e l'unica volta che aveva indossato quel vestito: più di due anni prima, a Las Vegas, il giorno in cui aveva capito di amare davvero Xander, e di essere veramente prigioniera di William. Quel giorno in cui aveva desiderato ardentemente ricevere il bacio che non aveva avuto, cosa le aveva lasciato l'amaro in bocca per giorni.

Blu oceano, attillato, dalla gonna non troppo corta e con piccoli cristalli sullo scollo, era stato un regalo dello Scorpione, uno degli ennesimi doni che le aveva fatto per cercare di comprarla. Per tutto quel tempo era rimasto chiuso nel suo armadio, in mezzo a tutti i suoi normali vestiti, l'unica cosa che aveva voluto tenere in ricordo della sua vecchia vita, senza nemmeno sapere bene perché.

Non poté fare a meno di voltarsi di spalle e scostare i capelli, riuscendo a scorgere il tatuaggio che portava tra le spalle, sotto il collo: una fenice tribale, nera, ad ali spiegate e dalla lunga coda piumata. Il segno che si era inferta quando era entrata nel mondo delle corse clandestine, e anche il simbolo che l'aveva sempre rappresentata.

Si chiese perché avesse deciso di indossare quell'abito. Perché mettere qualcosa che le ricordava così tanto Fenice? Che le facesse rivivere tanti momenti bui e dolorosi?

Fece una smorfia quando si rese conto che era stata la richiesta di McDonall a farla agire così: era una prova che inconsciamente si proponeva per vedere cosa le sarebbe preso, al ricordo della sua vecchia vita. Una sorta di test per essere in grado di capire se fosse in grado di sopportarne ancora alcuni lati...

<< Vieni, ho finito >>.

Xander uscì dal bagno, ma si bloccò sulla porta, lo sguardo puntato su di lei. Rimase zitto, forse senza sapere cosa dire; e per lei fu la stessa cosa. La squadrò da capo a piedi, ancora stringendo la maniglia, e Irina fece altrettanto con lui.

Vestito nel suo completo nero, camicia grigio ghiaccio e cravatta coordinata, era davvero... Bello. E con quegli occhi azzurri che si ritrovava, non poteva far altro che sembrarle perfetto.

<< Che c'è? >> fece lui, serio.

Irina sorrise divertita. << Non sono abituata a vederti vestito in questo modo... Però... Lo sai che stai proprio bene? >> disse, avvicinandosi.

Xander ghignò. << E io mi ricordo di quel vestito >> disse, << Finalmente hai trovato il coraggio di metterlo? >>.

Irina arrossì. << Non va bene, vero? >> chiese, domandandosi se forse era troppo, per andare a un matrimonio, oppure se fosse eccessivamente scollato per entrare in chiesa. Come tutte le volte, ci aveva impiegato un'ora a decidere se voleva o non voleva indossarlo... E sono lei sapeva perché.

Xander scoppiò a ridere. << No, no >> disse, avvicinandosi e prendendola per i fianchi, << Sei bellissima, così... Nemmeno io sono abituato a vederti vestitain Dior, no? >>.

Russian RouletteWhere stories live. Discover now