Capitolo XL

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Ore 9.00 – Mosca, Appartamento di William

Irina si mosse appena, gli occhi fissi al soffitto, il respiro regolare, la coperta che gli arrivava sotto il busto. Riusciva a sentire i battiti regolari del suo cuore, il suono del suo fiato che si diffondeva lento nella stanza. I rumori delle auto di sotto le arrivavano come attutiti alle orecchie, ma riusciva a percepire benissimo la presenza che incombeva al suo fianco, silenziosa quanto lei.

<< Dovevamo aspettarcelo >> disse all'improvviso William, << Dovevamo immaginare che ci fosse una trappola... Buinov si vuole vendicare per il fatto che gli ho voltato le spalle. Dovevo pensare che avrebbe cercato di farmi fuori... >>.

<< Non voleva te, voleva me >> ribatté Irina, << Hanno seguito la mia auto, quando siamo scappati... >>.

William rimase in silenzio un momento, poi disse: << Perché? >>.

Irina sospirò, per un momento sopraffatta dalla stanchezza, continuando a guardare il soffitto. C'erano tante risposte a quella domanda, ma tutte troppo difficili da dare.

<< Le ipotesi sono solo due >> rispose lentamente, << O Buinov mi voleva di nuovo come ostaggio, oppure mi voleva uccidere perché sono diventata unpersonaggio troppo scomodo per i suoi piani. Propendo per la seconda, visto che ci hanno sparato addosso... >>.

William sembrò divertito dalle sue parole.

<< Per la prima volta l'obiettivo non ero io >> disse, quasi la cosa lo facesse ridere, << Ma hanno sbagliato bersaglio: la prossima volta che le nostre strade si incroceranno, lo ucciderò come avrei dovuto fare appena ci siamo incontrati... >>.

Calò il silenzio, e Irina sentì la mano di William sfiorare la sua, in un gesto che le stava diventando familiare ogni giorno di più, e che gli ricordava come non mai Xander.

Lo Scorpione non aveva ancora toccato l'argomento, dopo la sera prima, ma lei era convinta che nella sua testa stesse elaborando qualcosa. Qualcosa di molto pericoloso.

Nell'esatto istante in cui l'aveva colpita, Irina aveva creduto di essersi sbagliata su di lui, che effettivamente non sarebbe cambiato mai, che quella sorta di "alchimia" forzata che si era formata tra loro due fosse stata solo una cosa temporanea... Poi aveva sentito la sua voce, dietro la porta chiusa che si era messa davanti per proteggersi, aveva sentito le sue parole, e aveva capito che William stava davvero facendo lo sforzo di cambiare, cambiare solo per lei.

Per tutti gli altri, per tutti quelli che l'avevano temuto, che lo temevano ancora e che l'avrebbero temuto in futuro, lui sarebbe stato sempre lo stesso: spietato, crudele, e gelido. Lo Scorpione, e basta. Quello che aveva creato la Black List e che aveva messo nel sacco centinaia di volte la polizia.

Ma per lei, per lei stava davvero cercando di cambiare. Con fatica, cadendo e ricadendo nei soliti errori, ma stava cercando di essere sé stesso, con Fenice. Stava cercando di darle quello che lui aveva sempre preteso per se dagli altri. Lo aveva visto nei suoi occhi, quando aveva aperto la porta e aveva sfidato il destino.

"Se ci sarà un dopo, prometto di aiutarti, William. Prometto che non ti lascerò da solo ad affrontare te stesso".

Perché qualunque cosa andava bene, pur di non pensare a Xander. Xander che aveva creduto lontano, che aveva creduto sconfitto, che aveva creduto già parte di un'altra vita. E che invece come un fantasma si era ripresentato di fronte a lei, con una scia di ricordi e di emozioni.

E poi c'era Dimitri, Dimitri che rimaneva sempre al suo fianco, anche se non lo vedeva; Dimitri che la lasciava crescere, che la lasciava scegliere, che con le sue poche parole sapeva sempre cosa dire. Dimitri che l'aveva sempre detestata ma che alla fine era venuto a letto con lei, che l'aveva trattata da donna e non da oggetto, da adulta e non da ragazzina.

Russian RouletteWhere stories live. Discover now