Capitolo 1.

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Ho scritto questa storia un bel po' di tempo fa, so che i primi capitoli non siano il massimo ma vi chiedo di non soffermarvi sulle prime apparenze, sto facendo di tutto per migliorare e rendere la storia interessante e farvi provare le stesse emozioni che provo io a scriverla. Una volta finita la revisionerò sicuramente. Spero di lasciarvi un'emozione, anche se minima, ad ogni capitolo.


Continuavo a sognare ad occhi aperti stesa sul prato della signora Soleil, un'arzilla vecchietta amante della natura. Ha sempre vissuto ad Englewood nella casa adiacente alla mia. Penso a come cambierà la mia vita quotidiana fatta solo di continui sacrifici per realizzare i miei sogni: andare all'università di New York e rendere orgoglioso mio padre. Sono cresciuta in una famiglia piena di amore, mia madre è spagnola, le piace cucinare dolci fatti in casa e per questo ha una pasticceria,invece, mio padre è un semplice avvocato. Poi c'è mio fratello maggiore Adam, due anni fa si arruolò nella marina, per questo lo vedo raramente. "Avery,tesoro vieni?
La signora Soleil mi risveglia dai miei pensieri portandomi i suoi soliti muffin.
"Arrivo" mi alzo dal soffice prato e mi incammino sul portico della piccola casa.
Dopo aver finito saluto la signora Soleil e vado verso casa,dove trovo mia madre indaffarata a preparare la cena, le stampo un bacio sulla guancia e lei ricambia con il suo solito sorriso e poi corro a preparare le valigie prima dell'arrivo della mia migliore amica Faith. È una ragazza solare e molto attaccata alle tradizioni del nostro paesino, ci conosciamo da quando siamo piccole. Ha dei lunghi capelli biondi,ed un fisico da invidiare, farebbe girare la testa a chiunque. Quando ho un problema lei è sempre pronta ad aiutarmi e a tirarmi su di morale, in pratica è la sorella che non ho.
Prendo la valigia e metto tutto il necessario,non appena finisco la porta si spalanca e vedo Faith con un groviglio di capelli biondi fiondarsi su di per me abbracciarmi
"Tesoro dimmi che è solo un incubo,non puoi andare via" dice ancora stretta a me e non intenzionata a staccarsi.
"Lo sai che devo, vieni con me, no?"
"Oh no, lo sai che preferisco la nostra cittadina che una New York caotica e stressante" dice mentre si siede sul mio letto, ed io faccio lo stesso.
"Ma prometti che verrai a trovarmi?" Chiedo.
"Certo! Ma ora non pensiamoci il solo pensiero mi fa essere malinconica. Ancora non sei pronta?" Mi domanda guardandomi.
"Pronta per cosa?" Domando curiosa
"Come per cosa? Usciamo,ovvio!"
"Non se ne parla, sono stanca"
"Daai, è la nostra ultima sera insieme, divertiamoci!" Dice facendo gli occhioni dolci.
Ha sempre avuto l'abilità di farmi cedere subito, e poi ha ragione è l'ultima sera che stiamo insieme,quindi, per mia sfortuna accetto e so già che me ne pentirò.
"Che bello!" Saltella per la stanza e mi stritola in un abbraccio.
Un'ora più tardi siamo pronte, io ho optato per un vestitino nero a tubino e dei tacchi dello stesso colore, non mi piacciono i colori eccentrici, ho lasciato i capelli lisci e messo l'eye-liner è un po' di mascara. Faith invece ha messo un vestitino bianco merlettato sulla schiena, ha fatto i boccoli ai capelli e il trucco uguale al mio. Scendiamo al piano di sotto e vedo i miei genitori abbracciati sul divano a guardare un film strappalacrime, e come al solito mio padre consola mia madre e la stringe in un abbraccio passandole dei fazzoletti, appena ci vedono mia madre cerca di ricomporsi asciugandosi le lacrime.
"Dove andate?" Chiede mio padre
"A festeggiare!" Risponde Faith come se fosse una cosa elementare da capire. In tutti questi anni che abbiamo passato insieme mio padre si è affezionato tantissimo a Faith per lui è una seconda figlia,come io lo sono per i genitori di Faith.
Mio padre guarda prima me e poi lei,scuote la testa e sorride.
"Non fate tardi e comportatevi bene"
"Certo Daniel!" Risponde subito Faith,e per non perdere altro tempo mi tira per un braccio e in un batter d'occhio siamo fuori casa, c'è già un taxi che ci aspetta, non domando neanche a Faith dove siamo dirette,lo so già:al Joker , l'unico locale decente per ragazzi, dove puoi trovare gente nuova e divertirti,ma a me non basta io non ho intenzione di rimanere in questo posto, voglio vedere la Grande Mela di cui tutti parlano, andare alla Università più prestigiosa del mondo e fare carriera. Non ho mai pensato ai ragazzi,ho avuto alcuni che ci provavano,ma mai qualcuno che mi colpisse. Ed in questo momento non posso permettermi distrazioni. Mentre formulo questi pensieri non mi accorgo che siamo arrivati infatti vedo Faith che cerca di richiamare la mia attenzione sventolandomi la mano davanti la faccia, mi giro verso di lei "Scusami,stavo facendo i miei soliti pensieri."
"L'importante è che sei ritornata su questo pianeta!" Ride mentre mi prende in giro. Scendiamo dal taxi,ringraziamo il tassista e paghiamo. Ci avviamo all'ingresso del locale, dove come al solito c'è una fila di persone che aspettano di entrare. Quando arriva il nostro turno l'addetto alla security sfoggia un gran sorriso, segno che ha avuto una storia con Faith,lei come al solito usa il suo infallibile sguardo dolce "Hey Lucas"
"Bellezza,che onore vederti!"
"Possiamo entrare o volete accoppiarvi come conigli qui davanti?" Rompo la loro atmosfera piccante, mi guardano entrambi, Faith ride e Lucas imbarazzato si gratta la nuca e ci fa segno che possiamo passare.
Così ci avviamo all'interno, appena entriamo il primo pensiero è andare a prendere da bere,così ci facciamo largo attraverso la folla di ragazzi che ballano,anche se a me sembra più uno strisciarsi. Mentre Faith ordina da bere per entrambe io mi guardo intorno,il locale ha una pista da ballo al centro ed ai lati dei divanetti bianchi con dei tavoli bassi in vetro. Guardo la gente che si diverte,ed io dentro me stessa sento che non appartengo a questo posto,sono fuori luogo.
"Ecco a te" Faith ritorna con due bicchieri in mano ed uno me lo porge.
"Andiamo a ballare!" Dice e mi trascina in pista
Io come al solito sono molto rigida,non mi è mai piaciuto ballare ma dopo quattro drink e seguendo i movimenti di Faith mi lascio andare.
Ad un certo punto vedo dei ragazzi avvicinarsi a noi, uno di loro con i capelli neri portati all'indietro con il gel e occhi di un azzurro intenso cerca di iniziare una conversazione ma con la musica alta e l'alcol che scorre nelle vene mi viene difficile comprendere le sue intenzioni, quando tende una mano per toccarmi lo spingo via, cerco Faith con lo sguardo ma non è più vicino a me. L'ansia mi assale, sento la testa girarmi vorticosamente e mi dirigo su uno dei divani cercando di mantenere l'equilibrio, mi ritrovo il ragazzo di prima a sorreggermi però lo strattono e passando in mezzo alla folla mi dirigo verso l'uscita. Appena esco sento il vento sul mio viso e cerco il cellulare nella borsa per chiamare Faith, dopo il terzo squillo la chiamata si chiude ed intravedo una sagoma sul muretto al lato del locale, mi avvicino riconoscendo Faith ed accanto a lei vedo Lucas.
Lui sta cercando di tranquillizzarla accarezzandole i capelli
"Cosa è successo?" Chiedo guardando Lucas
"Un coglione ha cercato di portarla fuori contro la sua volontà, menomale che c'ero io all'ingresso per fermarlo."
"Non oso immaginare cosa sarebbe successo senza l'aiuto di Lucas" prende parola Faith
"Vi accompagno a casa, non vi lascio sole"
Dopo aver ringraziato Lucas esco dall'auto e saluto Faith con un bacio sulla guancia. Quando entro in casa regna il silenzio, salgo in camera e non curante di quello che ancora indosso mi butto sul letto,e cado in un sonno profondo pensando che domani sarà un grande giorno e ci sarà una svolta nella mia vita.

ATTRACTED - PROSSIMAMENTE IN TUTTE LE PIATTAFORME E LIBRERIEWhere stories live. Discover now