Capitolo 4

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L'eco dei nostri passi si propaga lungo le pareti come se fossimo in una caverna.
L'appartamento è quasi del tutto buio grazie alle persiane chiuse ermeticamente.
Poco dopo Mr. Brighton accende una lampada da tavolo che illumina l'ambiente circostante.
Siamo in un salone enorme addobbato con eleganza e gusto sui toni del bianco e del mogano, sapientemente mischiati insieme per dare la giusta luce e movimento alla stanza.
Mi fa cenno di sedermi sui divani bianchi in pelle. Spero che non si nutra in questa stanza... Sai che incubo cercare di togliere delle gocce di sangue da queste superfici candide?

Mi siedo e subito dopo lui si accomoda di fronte a me accavallando la gamba, sempre con movimenti misurati e studiati. Tutto in questo vampiro sembra studiato a priori e calcolato nel minimo dettaglio.

Con il solito tono suadente carico di potere ammaliatore: "Allora signorina... Lei è la famosa Hunter umana o sbaglio?"

"No, non sbaglia. Il mio nome è Makhaira."

Appoggia il braccio lungo il dorso del divano e tamburella le dita sul divano: "Ah, sì, Makhaira. Nome interessante. La sua reputazione la precede. Sono contento che le abbiano assegnato il caso."

"Bene. Se conosce la mia reputazione, sa che chiuderò questo caso ed arresterò il colpevole."

Lui annuisce convinto e con il suo accento fortemente inglese prosegue dicendo: "Ne sono certo. Cosa posso fare per lei?"
Il suo tono e il suo sguardo continuano a sprigionare il suo potere, senza avere alcun effetto su di me. Capisco anche che si sta accorgendo dell'inutilità dei suoi tentativi di ammaliarmi e nei suoi occhi passa un lampo di stupore, forse ammirazione e poi smette improvvisamente di provarci.
Io, come sempre, faccio finta di niente.
Il collo però inizia a prudermi. Ogni tanto mi succede ultimamente. Così come una leggera nausea alla bocca dello stomaco. Non faccio però nessun gesto che possa rivelare il mio incomprensibile e improvviso stato di disagio.

"Allora signor Brighton, mi può raccontare cosa è successo ieri notte?"

"Ero fuori casa per una serata di gala in mio onore presso la sede centrale della mia azienda, a circa venti minuti da qui."

"Molte persone quindi sapevano che non sarebbe stato a casa ieri notte."

"Sì, è esatto, purtroppo. C'erano più di un centinaio di invitati. Avevo dato anche la serata libera a tutti i miei domestici e Pecore, quindi la casa era vuota."

Con Pecore intende il gergo con cui i vampiri chiamano gli umani che volontariamente, in cambio di altri favori, offrono spontaneamente il proprio sangue. Se sono fortunati, diventano preziosi per i propri padroni e vengono trattati per fino con rispetto arrivando ad avere un ruolo fondamentale nell'economia di una casa di un vampiro. È facile trovare umani che si offrono per questo tipo di servizio, ma è più difficile trovare persone fedeli di cui ci si può fidare. A volte si crea quindi un legame forte tra i vampiri e le loro Pecore, perfino d'amicizia e rispetto reciproco. Se questo legame è davvero molto forte, i vampiri più potenti fanno bere il loro sangue a questi servi umani che possono ottenere in cambio salute fisica, forza, velocità e una vita più longeva.
Per un vampiro antico come il qui presente, è normale avere il proprio branco di Pecore sempre a disposizione.

"Quindi molte persone sapevano che non sarebbe stato a casa. Quante però sapevano che avrebbe dato la serata libera a tutti i suoi dipendenti?" Enfatizzo con il tono di voce la parola dipendenti rasentando il sarcasmo, lo ammetto.

Lui sorride sornione cogliendo la mia frecciatina: "Bella domanda... Vediamo, diciamo tutti i miei dipendenti in questione e il mio socio in affari."

"Mmmh, lo sa che nella maggior parte di questi casi c'è un basista interno che fa la soffiata giusta al malvivente al momento opportuno?"

"Sì, lo so. Per questo oggi vede solo la mia adorata Martha qui in casa. Sto provvedendo personalmente ad indagare in questa direzione."

The Bounty Hunter - Dead Zone (Vol. 2)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora