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Il lampo del flash mi acceca, lascia una miriade di bagliori irregolari impressi nei miei occhi. Io mantengo il mio sorriso migliore, come se non potessi divertirmi di più.

Ho perso il conto delle ore che ho passato chiusa qui dentro, ormai. Se fosse per Morgain dovrei viverci direttamente e il problema è che mio padre gli dà persino ragione.

Muovo un braccio dietro la testa, enfatizzando i capelli violetti scompigliati ad arte; sposto il peso sulla gamba arretrata e guardo in basso, in diagonale, ora accennando un sorriso lieve.

Altri flash, tutto intorno a me. Fa un caldo torrido, sotto tutte queste luci.

Un sospirone teatrale, alla mia sinistra.

«Tesoro mio» irrompe la voce alta di Morgain, «sei perfetta. Meravigliosamente perfetta, oserei dire.»

Non rispondo, non è necessario. Conosco il mio stilista capo e lui conosce me. Lavoriamo insieme da dieci anni, ormai.

Tolgo la giacca leggera di velluto-luce color panna e resto con l'abitino moka semitrasparente, così leggero che continuo a domandarmi se ci sia, se non sia completamente nuda agli obiettivi famelici dei fotografi.

Non sarebbe una novità, per me, ma non mi è mai piaciuto.

Mi volto, poso la mano sul fianco. Non mancano gli ennesimi bagliori. Due battiti di mani schioccano nell'aria secca.

«Basta così, direi, per oggi» dice Morgain. Io lascio andare un sospiro e un sorriso di sollievo e mi volto verso l'uomo, che si sta avvicinando nel suo impeccabile completo dello stesso viola dei miei capelli, mentre con la mano fa svolazzare un ventaglio beige in termoseta.

«Quelli della Colley saranno sbalorditi, vedrai» mi dice, aprendosi in un sorriso abbagliante. «Potresti persino diventare la loro testimonial della stagione. Pensa! Soffieremo finalmente il posto a Caelia Janae!»

Mi allontano dalle luci, chiudo gli occhi per un attimo. Quando li riapro, macchie scure danzano insieme alle pareti dei KB Studios. Sono troppo stremata sia per rispondere a Morgain che per esultare per la futura vittoria. Lui capisce, sento le sue mani ossute premere gentili sulle mie spalle e guidarmi pochi passi più avanti, dove mi fa accasciare sul divanetto color prugna.

«Temo di aver bisogno di uno Sgarro» mormoro, riprendendo a respirare. Mi manca l'aria, in questo posto.

Morgain mi fa no con la mano e scuote la testa con aria di rimprovero sul viso smilzo.

«Mi dispiace, signorina, ne hai già preso uno nell'ultima settimana. Questa non deve diventare un'abitudine, dovresti saperlo.»

Non replico e mi massaggio le tempie. Sento il mio stilista borbottare contro il mio vandalismo del perfetto contouring tratteggiato dai truccatori sul viso e prendo un altro respiro.

Morgain mi afferra una ciocca di capelli e la osserva con occhio critico, aggrottando le sopracciglia perfettamente disegnate e tinte di un nero elettrico, abbinato ai capelli tirati indietro con il gel. So cosa sta per dire.

«Dovremo anche discutere della nuova stagione» ragiona, infatti. «Questo viola è già out; sono riuscito ad accettarlo per un intero mese solo perché sei tu e le mode di solito le fai, ma se mi avessi ascoltato... purtroppo il bianco panna non va più, secondo me avresti fatto furore, tesoro.»

«Accidenti, Morgain» protesto debolmente, scoccandogli un'occhiata, «non ricordi che l'avevamo già provato? Il panna su di me non è mai stato bene.»

Lui sventola la mano come a dire che non importa. «Avevi dodici anni, era troppo drammatico. Ora è diverso, con un po' di contrasto in più nel make-up saresti stata una stella.» Sospira. «In ogni caso, è andato» aggiunge, con il tono triste di chi sta parlando di un caro amico e non di una tonalità.

The Glitch | Wattys 2020 WinnerWhere stories live. Discover now