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Quando rientro a casa dopo l'uscita con Izzy trovo mio padre ad aspettarmi. Scocco un'occhiata allo schermo dello smart-d: sono quasi le tre.

L'ingresso è illuminato solo dalle fioche luci notturne, ma oltre l'arco in cima alla scala, dal salotto, proviene una luce. So che è lui prima ancora di affacciarmi.

Anders Kreig-Blayre, Amministratore Europeo della Spiderweb, è seduto su una delle poltrone con il consueto laptop posato sulle ginocchia, vestito di tutto punto con uno dei suoi soliti completi scuri e con i capelli acconciati come se non fossero le tre di notte e lui stesse per scendere nel suo ufficio.

Un moto di terrore lampeggia nella mia mente. So quanto ci tenga alle abitudini e agli orari e se è ancora sveglio a quest'ora è solo per un motivo: parlare con me.

Avanzo nel silenzio con il ticchettio dei miei sandali, che echeggia come se ogni passo fosse un'esplosione. Per qualche istante, lui non mi degna di un'occhiata.

Questo è uno dei casi in cui rimpiango che l'ascensore generale della KB Tower non arrivi fino al mio piano ma si fermi all'ingresso della casa. Devo passare per forza per il salotto per raggiungere l'ascensore interno, che serve solo gli ultimi sette piani del grattacielo, quelli della nostra abitazione; per cui non è la prima volta che mio padre sfrutta la cosa e mi aspetta così.

Non è mai stato un buon segno.

Il tappeto antico ora attutisce i miei passi. Prendo posto sulla poltrona di fronte alla sua, dando le spalle all'arco da cui sono arrivata, e mi siedo composta accavallando le gambe. Cerco di non guardarlo e scorro con gli occhi sulle ampie vetrate che danno sulla città. La notte è nera e costellata di luci multicolori, il mio cuore accelera i battiti.

«Bentornata» dice. Prende il pc, lo chiude e lo posa sul tavolino tra di noi, la cui superficie di cristallo intarsiato d'oro manda sfavilli sotto i raggi dell'enorme lampadario che pende dal soffitto.

«Non era necessario che mi aspettassi. So quanto sei occupato» dico. Mi sembra di camminare su una superficie come quella di quel tavolo. Un passo falso, una crepa.

«Non lo era» conviene lui. Mi guarda, mi studia. Prende un sorso da un alto calice riempito di vino rosso. «Ma si dà il caso che dobbiamo discutere del prossimo futuro.»

Tradotto: ti sto per dire cosa voglio che tu faccia.

«Ti sei comportata bene, oggi, con Janae. Il rapporto del tuo stilista mi conferma che intenderete lavorare su uno stile adatto al tuo futuro musicale.»

Annuisco, ma una voragine si apre nel mio cuore. Quindi Morgain sapeva del piano di mio padre? O l'aveva solo dedotto dai suoi informatori? Quell'uomo è sempre stato un mostro a cogliere i collegamenti della Spiderweb. Un vero ragno, come mio padre.

«Perciò, voglio che dirigiate le vostre forze su questo campo, almeno per la nuova stagione. Gli ho già dato le direttive sufficienti. Deve essere tutto pronto per uscire con la prossima apertura.»

Spalanco gli occhi e vedo una lieve ruga apparire tra le sue sopracciglia, così mi ricompongo. «L'apertura sarà tra un mese» mormoro.

«Ho già pensato a tutto. Della parte musicale non dovrete occuparvi; d'altronde, non è il vostro campo.»

Mordicchio l'interno della guancia. «Isibeal mi ha detto che Hendrix Janae debutterà ai primi di giugno» dico. Izzy ha detto che è un'informazione che posso permettermi di passargli, perché tanto gira già per la Rete. Sono certa che gli informatici che scandagliano la Spiderweb per conto di mio padre gliel'abbiano già comunicato, infatti lui annuisce.

«Tu dovrai precederlo di due giorni, se tutto va secondo i piani.»

Tradotto: tutto deve andare secondo i piani.

The Glitch | Wattys 2020 WinnerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora