Il figlio della morte

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La prego. La prego. Mi prometta che ritroverà mia moglie.

Queste sono le esatte parole che un padre di famiglia mi ha implorato quando è venuto a parlarmi e da quando ho iniziato le mie indagini non mi sono mai arresa, è il mio primo caso di persona scomparsa e prima di adesso mi occupavo solo di scattare fotografie che confermavano l'infedeltà dei coniugi. Ma adesso ho la possibilità di rendere ancora migliore la mia vita e soprattutto di aiutare qualcuno che ha realmente bisogno del mio aiuto, secondo quanto mi ha detto il mio cliente mentre stavano tornando a casa, dopo una cena tra amici, sua moglie è stata rapita da un soggetto con il volto coperto da una maschera di un teschio, vestito con abiti scuri e con indosso un cappuccio. Rispecchiando così la visione del tristo mietitore. Più volte si era rivolto alla polizia ma non è stata in grado di aiutarlo.

Non ho esitato e ho iniziato subito le indagini. Sono andata nella scena del rapimento e ho perlustrato il luogo dove la donna è stata rapita e ho trovato diverse prove, tra questi uno stemma che rispecchia perfettamente il modo in cui è stato descritto il modo di vestire del sospetto.

'Non è la prima volta che vedo questo simbolo!' penso guardandolo e dopo pochi secondi un flash scatta nella mia memoria, mostrandomi un immagine nella mia testa che avevo già visto.  La mia ricerca al proprietario del simbolo non ha bisogno di altre ricerche, ho un nome.

Il figlio della morte. Un serial killer che pensa di agire per conto di un potere superiore, in questo caso la figura del Tristo Mietitore. tutte le sue vittime sono state ritrovate un coltello nel cuore. Ma nessuno ha mai scoperto la sua vera identità, un brivido mi corre lungo la schiena quando analizzando le prove nel mio piccolo laboratorio il computer trova un riscontro nel mio personale database con un'impronta trovata in una scatola di fiammiferi. Di solito l'assassino indossava dei guanti, la scatola di fiammiferi deve averla toccata prima di agire. Per fortuna ho ancora qualche amico nella polizia.

L'impronta appartiene ad un infermiere che ha lavorato in un ospizio per più di dieci anni, negli ultimi due anni di servizio però molti dei pazienti che aveva sotto la sua supervisione erano stati trovati morti per overdose di morfina e insulina. Venne licenziato dall'ospizio e condannato all'ergastolo ma durante il suo trasferimento in prigione è riuscito a scappare e a scomparire per sempre. Da allora è ricercato.

'Adesso però non sei più così invisibile!' penso guardando.  

Il suo ultimo domicilio è la vecchia casa di cura dove lavorava, non c'è tempo da perdere. È tempo di agire. Prendo da un cassetto il mio vecchio Revolver e alcune munizioni, spero solo di non doverlo mai usare. Ma se sarà necessario scaricherò l'intero caricatore su quel bastardo.

Salgo in macchina e mi precipito al suo nascondiglio. Quando mi intrufolo al suo interno vedo il bastardo con indosso la sua maschera e i suoi vestiti e sta vaneggiando.

"Morte. Tu che conosci i segreti della nostra esistenza, io ti porto in dono questa innocente che vuole smettere di soffrire ... e io il tuo figlio unigenito ti dono la sua vita."

Lo so di regola dovrei limitarmi a sparare per disarmarlo, arrestarlo e consegnarlo alla polizia. ma io non rappresento la polizia, non più. Estraggo il Revolver e sparo tutti e sei i proiettili contro lo stronzo che crolla a terra in un attimo. Corro verso al donna e la libero.

"Non preoccuparti." le dico rassicurandola "Mi manda tuo marito, sono venuta a riportarti a casa."

"Ti ringrazio da profondo del cuore."

Insieme usciamo dal covo della morte lasciandoci alle spalle quell'incubo.


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⏰ Last updated: Aug 20, 2019 ⏰

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