Presentazione

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Fin da bambina ricordo di aver avuto delle paturnie, delle piccole fisse, delle piccole abitudini da piccola perfezionista. Quella bimba è cresciuta, sana, serena, con due genitori amorevoli e che hanno fatto tanti sacrifici per mandare avanti la famiglia, nonostante le difficoltà economiche. La mia terapeuta recentemente mi ha detto che spesso i lati perfezionisti e rigidi del carattere si imparano dai genitori. Per me non è stato affatto così. Io l'ho imparato da sola. Non so come, perché. Sicuramente non sono mai stata una bimba sicura di sé. Sono sempre stata insicura a 360 gradi, mi sono sempre sentita un po' diversa dagli altri, un po' inadeguata e questa sensazione è rimasta ed è ancora presente. Con la crescita mi sono sempre più chiusa in me stessa, sono diventata sempre più timida e introversa, non so il motivo.
Un avvenimento importante della mia adolescenza è stato sicuramente il trasferimento. Ci siamo trasferiti per motivi lavorativi dei miei abbastanza lontano, in una nuova regione, nuova scuola, nuova città. Adesso ho 17 anni e sono circa 5 anni che vivo qua. Ovviamente per una persona insicura come me è difficilissimo cambiare città e cambiare abitudini, mi sono venute a mancare tante certezze che avevo costruito a fatica nella mia infanzia. Però d'altra parte ero curiosa, desiderosa di fare nuove amicizie e cambiare prospettiva, anche perché sono passata dal vivere in un paesino al vivere in città, col traffico, i semafori e la gente sempre di fretta. Ho imparato a prendere il tram e mi sono abituata a non vedere più il mare ma il fiume, ma non ho mai imparato a trovare più sicurezza in me.
Così ho iniziato ad avere un sacco di attacchi di panico e di ansia, tra le quattro mura della mia cameretta che non sentivo tanto mia, oppure in bagno, all'improvviso. Senza alcun preavviso, senza avvertimenti. Avevo tanta paura quando succedeva, a volte mi mancava il fiato, altre volte vedevo tutto nero, il cuore andava troppo veloce, non riuscivo più a controllare le gambe e avevo freddo, tanto freddo, di quello che non passa se ti copri. Inizialmente ciò avveniva in modo silenzioso, beh certo, chi mi conosceva almeno un minimo sapeva della mia ansia perenne. Era un tratto caratteriale che purtroppo emergeva quasi sempre. Ma poi ho iniziato a cadere, crollare letteralmente per terra, svenire. I miei ovviamente si sono preoccupati parecchio e dopo varie visite circostanziali, mi hanno portata da una psicoterapeuta. Nel mentre però il cibo è diventato mio nemico, ritirarmi dal cibo era diventata la mia corazza alla sofferenza, sentivo finalmente di avere il controllo su qualcosa. In realtà non stavo controllando proprio niente.

Il peso della fragilità Where stories live. Discover now