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Juve - Monza termina con un due a uno sudato all'ultimo. Quel recupero sembrava infinito ed il gol aveva quasi abbattuto i giocatori ma grazie a Gatti si era riuscito rimontare. Tra tutti, mi aspettavo che a non demordere sarebbe stato il serbo, eppure anche oggi digiuno per lui.

Lo trovo sconsolato appena arriva nel tunnel, ma pur sempre felice per la vittoria collettiva. Avrebbe voluto fare di più e sono convinta che arriverà il momento in cui ci segnerà così tanto da essere in alto nelle classifiche dei capocannonieri, ma oggi non sarà l'inizio di quel periodo.

Mi supera guardando ancora in basso, filando dritto negli spogliatoi in festa. Vorrei raggiungerlo, vorrei fargli sapere che anche lui avrà sempre una spalla amica, ma il lavoro mi obbliga a proseguire dritto verso la zona interviste.

Sono distratta perché l'immagina del serbo deluso si presenta in continuazione nella mia testa e questa cosa mi infastidisce non poco. Devo rimanere concentrata sul lavoro, è una delle cose che mi sono prefissata da quando ho capito di essermi annullata per qualcun'altro.

Non che Nicolò me l'avesse chiesto, ma magicamente è diventato la mia priorità tanto da portare a trascurarmi.

Arrabbiata con me stessa decido di andare direttamente in pullman, nonostante io sia consapevole che ci vorrà minimo un'ora per far arrivare tutti i ragazzi e tutti i membri dello staff.

Mi infilo le cuffie nell'orecchio sperando di addormentarmi, cosa che però non succede nemmeno quando il pullman è pronto a partire. Fingo però di essere tra le braccia di Morfeo per evitare di dover conversare con qualcuno, ma qualcosa attira comunque la mia attenzione.

"Sta dormendo"

Una voce nei sedili posteriori sembra starsi riferendo proprio a me, ma non riesco a riconoscere a causa del volume alto della musica nelle mie orecchie. So, però, per certo chi sia la persona che risponde poiché subito si siede di fianco a me inebriandomi con il suo profumo familiare.

"Non me ne frega"

La mano di Dusan si avvicina al mio visto, giusto per spostarmi una ciocca di capelli che mi era finita fastidiosamente sul volto. Senza perdere troppo tempo, si appisola e lo capisco da come il suo respiro diviene regolare. Così tranquillo mentre dorme, non sembra avere nessuna preoccupazione che lo attanaglia lo stomaco.

Io poco dopo lo raggiungo nel mondo dei sogni, appoggiandomi involontariamente sul suo petto. Come poi sia finito suo braccio sulle mie spalle e le mie gambe sulle sue, rimarrà sempre un mistero. Ormai sta diventando abitudine dividere gli spazi, specialmente in pullman ma non mi dispiace. Nonostante ci sia ancora quella parte di me che mi mette in allerta, che mi dice che i miei pensieri stanno prendendo una via pericolosa. Per stasera li zittisco, preferendo dormire con il suo odore mi inebria le narici.

Solo a casa, stanca morta, lascio la mia mente viaggiare da tutte le parti. Ma si sa, quando Camilla pensa è sempre un male. Un male così sbagliato che compongo a memoria il numero di Nicolò, che da giorni ho sbloccato, solo per avere un conforto da parte sua.

"Ho paura"

"Cami"

Il suo tono rauco manda in estasi il mio corpo. Era questo quello di cui avevo bisogno, una conferma dolorosa, ma pur sempre una conferma. Il fatto che nonostante tutto sia ancora lui che mi porterebbe a far pazzie, che mi manderebbe il cervello in tilt in qualsiasi situazione.

"Di cosa hai paura piccola Cami?"

"Avevo paura di aver dimenticato l'effetto che mi fai"

Non ho motivo di mentire, non con lui e non dopo il chiarimento. Non sono ancora pronta a dirgli addio per sempre e, per come si stanno muovendo le cose, non lo sarò mai.

Nicoló oltre che al mio grande amore, è stato anche il mio miglior confidente.

"Dovresti farlo"

Sospira, ma ormai ho imparato a riconoscere tutte le sue sfumature. Non è per nulla convinto delle sue parole, non è quello che vorrebbe ma sta cercando di mantenere le distanze più per il mio bene che per il suo.

"Ne abbiamo già parlato, non voglio, non ancora"

"Cosa ti ha fatto dubitare?"

Mi chiede curioso, con una certa sfumatura di gelosia nella voce. È difficile sapere che quella persona che ti fa un certo effetto sta andando avanti, senza che tu possa fare nulla per impedirlo.

"Niente, era una mia paura"

"Camilla, so a memoria quando sei gelosa, triste, eccitata o felice. So leggerti come un libro, non mentire con me"

Non voglio parlarne, perché mi sarò sbagliata. Se dicessi a voce che qualcosa mi stava spingendo verso Dusan mettendo al secondo posto il mio lavoro, potrebbe diventare reale e io non ho minimamente voglia di mettere in mezzo questa idea.

"Notte Nico"

Non gli do il tempo di rispondere, perché premo velocemente il simbolo rosso sul telefono cessando così la chiamata. La notte mi aiuterà a sbollire, quindi mi infilo velocemente tra le coperte di quel letto matrimoniale così grande, quanto vuoto.

➸ Last first kiss || Dusan VlahovicWhere stories live. Discover now