3. Fenice

9 2 5
                                    

Kyungsoo

3.  Gli zombie non hanno una buona vista, seguono l'olfatto



Quando mi ripresi, il dolore al torace non era diminuito. Sentivo uno squillo alto come quello che fa un microfono quando è troppo vicino alle casse. Le urla sembravano ancora risuonare nella stanza così piena, così vuota. L'odore della morte era ristagnava tutto intorno a me.

Tossii e rantolai nel tentativo di muovermi dalla mia posizione distesa, ma non riuscii ad alzarmi in piedi. Circumnavigai il secondo candidato—l'invidioso, il mio compagno di morte—e mi trascinai fuori dal mio angolino, con grande fatica. Quando finalmente mi alzai a sedere, il mio respiro si era fatto affannoso dallo sforzo. Mi ero spinto solo pochi metri più in là.

La luce pallida dell'autunno, non potendo filtrare dalle finestre, coperte con pezzi di giornale per la presentazione, entrava dalle grandi porte sul lato opposto della stanza. Qualcuno doveva averle aperte—forse erano riusciti a scappare? o forse... si erano trasformati, tutti?

Tutta quella nuova luce rivelava quel che era successo. La palestra... non saprei da dove iniziare. Lo scenario che ebbi davanti mi fece accapponare la pelle. La palestra non sembrava più la palestra: il sangue era schizzato fin su le pareti; gli studenti erano riversi per terra come delle marionette a cui avessero tagliato d'improvviso i fili. Kim Hana era scomparsa, come la maggior parte delle persone.

Per tutti quelli che avevo davanti, però, era troppo tardi. I miei compagni di classe erano morti, così come i miei compagni del club di teatro. E la colpa di tutto si doveva ad un'inquietante resurrezione, e ad una ragazza che riusciva a trasformare le persone in qualcosa che ricordava terribilmente degli zombie.

«C'è qualcuno?» chiesi a vuoto, sperando di trovare qualche altro sopravvissuto. Tossii ancora un po', tentando di riprendere fiato. «Qualcuno?» ripetei. Solo l'eco della mia voce mi rispose.


Poi... «Le porte?!» sentii, lontano. Altri rumori.

«Dev'esserci qualcuno». Una voce diversa. «La polizia? Di già?». Dei passi veloci sull'erba.

Due ombre si stagliarono sul mare di sangue. C'erano due persone giusto al di là della porta. Non riuscendo a comprendere quello che stava accadendo, potei solo sperare avessero buone intenzioni. «Sono qui...» mi lamentai, mentre uno dei due cercava di trattenere un conato di vomito.

Sbattei gli occhi un paio di volte, e vidi d'improvviso un ragazzo accanto a me, in ginocchio. «Ti senti bene?» sentii. «Do Kyungsoo?»

Dovevo avvisarli, dovevamo scappare. Sarebbero tornati da un momento all'altro. Qui c'era sangue e morte e bile e quando ti mordono diventi un mostro e quando diventi un mostro sei morto e Kim Hana «ha iniziato a... lei non è Kim Hana... è morta, è viva,» tentai di dire.

«Sanguina. Portiamolo fuori,» sentii, nella confusione. Per una decina di secondi, il mio mondo si scosse su e giù, e su e giù e vedevo solo puntini neri danzarmi attorno. Mi sentivo sull'orlo di svenire di nuovo.

Quando vidi di nuovo qualcosa, mi trovavo nel giardino davanti alla palestra, appoggiato sull'erba. Strabuzzai gli occhi per tentare di abituarli al sole. «Mi senti, Do Kyungsoo? Chanyeol, porta dell'acqua!»

«Lei si è gettata dal palco e ha iniziato a... mordere e...» continuai. «I suoi occhi... mangiavano tutti...»

Il mio senso dell'equilibrio e la mia vista si stabilizzarono abbastanza per intravedere un ragazzo altissimo ravanare nel suo zaino alla ricerca di una borraccia. «Tieni,» disse all'altro. Quando mi voltai per guardare l'altro mio salvatore, riconobbi l'uniforme, forse addirittura il volto: erano miei compagni di scuola.


You've reached the end of published parts.

⏰ Last updated: Jun 28, 2023 ⏰

Add this story to your Library to get notified about new parts!

Fear InoculumWhere stories live. Discover now