CONTEST #2ENTRY: Addii

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Nuova scadenza del contest:
15/05/18


Seconda entry per il contest #writemycharacter

Autore: @DamaDiGhiaccio
Titolo: Addii

La mattina in cui Karim partì, il mare era tranquillo, quasi troppo. Piccole onde, simili a veli di seta, increspavano appena la sua superficie adamantina, infrangendosi contro la sabbia chiara della battigia senza quasi far rumore. Mehri era seduta sul piccolo molo a cui di solito si attraccavano le canoe; da lì dava le spalle alla baia di Laden, ma non aveva bisogno di guardarla per riconoscere la sfumatura di marrone della spiaggia bagnata dall'acqua, o il modo in cui gli strani cespugli vicino agli scogli si dondolassero al vento, o i giochi di luce che il Sole faceva sui sassi violetti al limitare del bosco.

Davanti a lei, il fratello era impegnato a sistemare la sua barca, con cui intendeva arrivare fino a Veleis, la capitale del regno di Hydra. Era piuttosto buffo, impegnato com'era a trafficare con àncora e corde, mentre cercava al contempo di tenersi in equilibrio – con scarsi risultati – sulla superficie marina quasi immobile.

Lui la scoprì a fissarlo; la ragazza arrossì appena, ma fu lui ad abbassare lo sguardo. Impiegò qualche istante a capire il motivo della sua reazione: quando ci arrivò, gli occhi le si velarono per il rimpianto e l'affetto.

«Mehri, mi dispiace» sussurrò infatti Karim dopo qualche istante, senza smettere di cercare invano di fare un nodo.

Lei cominciò a tracciare linee invisibili sul legno del molo, cercando di nascondere la tensione. Voleva bene a suo fratello, ma non riusciva a sopportare il desiderio che aveva di prendersi sulle spalle il dolore di tutti, anche quando non era colpa sua. «Va tutto bene» rispose. «Dammi quella corda, ti aiuto» propose per cambiare discorso, e tese la mano.

Il ragazzo gliela porse, continuando accuratamente a non incrociare gli occhi chiari di lei. Mehri finse di non accorgersene; cambiò posizione, mettendo i piedi in acqua, e cominciò ad annodare la canapa, ponendo particolare attenzione ai suoi gesti.

Era stato suo padre a insegnarle come fare: lui era stato un marinaio, e le aveva svelato tutto quello che sapeva sulla difficile arte della navigazione, tesoro della sua gente da molto prima che gli uomini mettessero piede in mare. Era arrivato a Laden per caso, e non sarebbe rimasto a lungo se non avesse conosciuto sua madre e si fosse innamorato di lei... ma questo amore era stato la sua condanna a morte.

Non pensare a lui. Non pensare a lui, non ora.

Concluse il nodo con un sospiro e lasciò scorrere le dita sulla corda, quasi quella fosse diventata tutto ciò che rimaneva del genitore perduto.

«Non so come tu ci riesca» borbottò Karim, forse solo per riempire il vuoto. «Io e le navi non andiamo molto d'accordo.»

«Ho imparato tanto tempo fa» rispose, con nella voce una dolcezza velata di rimpianto. «Se solo me lo avessi detto prima, Kai, le lo avrei mostrato.»

Il fratello scrollò le spalle, come se non desse tanto peso alla cosa. Mehri si trattenne a stento dal sollevare gli occhi al cielo: la sua indole da sognatore prima o poi lo avrebbe perduto.

Gli restituì la corda, e nel prenderla il ragazzo le trattenne la mano fra le sue per un istante. Aveva i palmi sudati e appiccicosi, ma sotto la pelle bollente e la febbre dei momenti epocali, delle svolte che nella vita ti capitano una volta sola.

«Mi dispiace tanto, Mehri. So che sogni di partire per mare, e non è giusto che sia io a farlo al tuo posto...» La sua voce si smorzò all'improvviso.

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