Alla scoperta di nuovi mondi

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Dom sarà il primo a vedere l'alieno come allucinazione. Verrà portato da Swillo sulla stazione, ma l'uomo sarà impossessato e cercherà di uccidere lei. La donna riesce ad accecarlo con il laser.

Le sonde mandate prima hanno mappato con il lidar il pianeta e creato un modello 3D, nel cloud della stazione spaziale e scaricato poi da tutti sulle tute.

Tij controlla la stazione e per aprire porte o mobili in cui ci sono strumenti bisogna chiedere al robot che con la telecamera controlla che sia dell'equipaggio a chiedere.

L'umanità si è sempre chiesta se c'era vita oltre alla Terra. Esplorando il Sistema Solare si erano trovate tracce della biochimica che ne permettano la nascita. Quando a un certo punto si aprì il Wormhole intorno a Saturno, tutti avrebbero voluto esplorare quello che c'era oltre l'enorme sfera. L'oggetto era comparso dal nulla, forse creato da una specie aliena.

"Prendimi la tazza in cucina per favore" disse Dom. Era il capitano dello shuttle che insieme ad altri partecipava per conto della NASA nel programma "Trek into the unknown".

"" rispose Jessica. Lei era una biologa e chimica. Portava rispetto al capitano. Lei era stata scelta insieme al resto dell'equipaggio per le sue capacità.

Dopo la comparsa del portale, ogni agenzia spaziale inviò le proprie sonde per investigare. Qualche mese dopo si decise di mandare uno shuttle. I motori a fusione nucleare che potevano accelerare a tanti G erano comuni. I veicoli partivano dallo spazioporto di Titano, una luna di Saturno, colonizzata ormai da molti anni.

Jessica era vissuta qui, nella città terrestre Othrys. Essendo vissuta a bassa gravità, il suo corpo era allungato, con ossa fragili e massa muscolare bassa. Solo grazie al suo impianto visivo riusciva a vedere come i terrestri. Senza questo strumento la vista era bassa, a causa del liquido cerebrospinale che non drenava correttamente, e che veniva spinto sulla parte posteriore dei bulbi oculari. La donna era arrivata in cucina, dove c'era anche Swillo.

"Ho sentito il capitano. Non ha neanche il tempo per alzare il culo e prendersi la tazza con il ponjak?" chiese ironizzando la donna, che stava leggendo un libro. Swillo era una fisica e astrologa, nata come Dom su Ceres. Erano entrambi stati fortunati. Nella Fascia di asteroidi c'era tanta criminalità. I due a bordo però erano riusciti a sfuggire alla morsa e al trasporto verso quel mondo marcio, e studiando si laurearono nelle università della Luna.

Jessica fece un cenno di complicità alzando le sopracciglia. Con l'accelerazione di pochi decimi di G avrebbero raggiunto il Wormhole in pochi minuti. Il cambiamento costante di velocità creava a bordo una gravità artificiale.

Swillo protese la tazza alla donna "Digli che è già freddo".

Jessica lo ringraziò, poi si girò di nuovo verso la scala che portava al piano superiore, in plancia.

"Attenzione" disse la voce di Hok, che si avvicinava dal piano inferiore. Era un ingegnere, il meccanico dello shuttle, e anche il più ironico in quell'equipaggio di geni.

"Siamo arrivati!" urlò Dom con un tono gioioso. Tutti smisero di fare quello che stavano facendo e raggiunsero il piano. Swillo si mise ad osservare il Wormhole dal display del capitano, invece gli altri guardarono dai display posizionati sulle sedie.

Il Wormohole era magnifico, gigantesco. All'interno si potevano vedere le luci curvate, di stelle e galassie dall'altra parte. Il resto era vuoto, ma il bordo del portale era segnato dalla fine delle luci curvate dallo spaziotempo e dell'inizio del vuoto sullo sfondo della sfera.

"Che figata" commentò Hok.

"Guardate, quelle stelle sono curvate a causa del portale" affermò Swillo.

Short StoryWhere stories live. Discover now