Viaggio spaziale

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Dom stava dormendo. Il sogno con quattro ragazze nel letto che stava facendo era registrato dal chip neurale impostato per registrare le parti del cervello che creavano i sogni. Come ogni giorno veniva svegliato dalla sveglia che suonava nel suo impianto audio, nell'orecchio, vicino al Link. Questo era un piccolo computer con una batteria e un software che convertiva i segnali elettrici registrati dal chip nel cervello in bit informatici. Will poteva così registrare il sogno e poterlo vedere con il suo impianto visivo, dietro agli occhi, che mostrava il video con la realtà aumentata o direttamente con quella virtuale, per un'esperienza ancora più immersiva.

La stampante 4D vicino al suo letto aveva lavorato tutta la notte per stampare il modello della proteina che Will aveva ordinato su Amazon. Will era un rinomato astrofisico che lavorava per la NASA, ma faceva anche consulenze per l'Asteroid Base Eros, l'avamposto scientifico sull'asteroide Eros. Fu uno dei messaggi inviati dall'amico Hok che faceva lo stesso lavoro e la stessa consulenza a svegliare lo scienziato. Will lesse il messaggio. John scriveva di un raggio gamma visto da uno dei due telescopi dell'ABE. Anche se John parlava francese, e il nome era stato ereditato dal padre emigrato, il traduttore universale nel collo di Will poteva tradurre tutto senza problema.

Dom  si alzò dal letto e prese la sua AA, cioè "Anti-aging", la più famosa e diffusa droga tra l'elite, sia per il suo costo esorbitante che per i suoi effetti. Distruggeva certe cellule man mano che la persona invecchia, facendo rallentare il processo naturale. Ogni droga era creata dai vari computer quantistici delle compagnie, in pochi secondi. Dom doveva prendere l'AA ogni due giorni, per quanto tempo voleva NON invecchiare. Aveva quarant'anni ma ne dimostrava una ventina. Oltre che la stampante, anche i mattoni della sua casa avevano lavorato durante la notte, infatti avevano cambiato forma in base alla temperatura esterna, per intrappolare il calore della casa.

La lavatrice aveva appena finito di lavare i vestiti alla moda, vivaci, e di posizionarli nell'armadio tramite un braccio meccanico. I vestiti erano impermeabili e non serviva asciugarli. Il robot giardiniere aveva tagliato le piante in giardino e quello pulitore pulito tutta la casa.

Dom poteva lavarsi i denti, indossare i vestiti e gustarsi la sua tazza di caffè caldo senza fare niente di faticoso nel mentre. C'era un app che ricreava gli effetti del caffè e costava solo cinquanta dollari, ma l'uomo voleva gustarsi quella bevanda fumante. Il Link era impostato per registrare altre le onde del cervello quando Dom si svegliava. Così, diventando felice, le luci della casa si accesero e alzarono luminosità e la vecchia radio a frequenze appunto radio si accese.

Dopo aver bevuto tutto il caffè, Dom uscì dalla casa e il sistema cloud, registrando il GPS del Link che si allontanava per più di dieci metri di raggio, spense tutte le luci e la radio e chiuse la porta. Insieme alla casa anche l'auto si attivò per compiere i suoi doveri. Aprì la porta del conducente e accese lo schermo led al posto del vecchio parabrezza. Non serviva che la persona che era seduta al posto del conducente guidasse, faceva tutto il sistema dell'auto con sensori laser e ultrasuoni. La persona a quel posto poteva invece comandare aria condizionata e la musica.

Dom passò davanti a un gruppo di ragazzi, a vedere così dodici anni ma a con la droga avevano forse trent'anni, beccati dai robot polizia a spacciare. La violenza era estrema. I robot pestavano i ragazzi a sangue. Questo era una delle cose che lo scienziato odiava. Non solo Dom , ma tutti quelli che avevano perso il lavoro per i robot. L'umanità era in piena "Crisi dei robot". Oltre alla produttività che si era separata dal lavoro umano, e quindi ora gli umani facevano solo lavori che richiedevano la creatività o il conscio, ci si mise anche la disparità sociale creata dall'ingegneria genetica, per cui chi era predisposto ad avere "Superpoteri" era l'elite, invece chi non poteva averli erano le persone povere.

Dom era nato nell'elite e il suo DNA era perfetto, ma i suoi genitori decisero solo il colore degli occhi e dei capelli. Il resto lo lasciavano all'onnipotente Dio. La famiglia dello scienziato era cristiana e ricca, perché possedeva Zoo preistorici con Mammoth e Dinosauri, e ripudiava i cyborg o l'ingegneria dei geni. Anche se a causa dell'influenza sociale non era più visto come estremo tutto questo cambiamento. Dom stava per raggiungere lo Spazioporto Kennedy. Qui doveva prendere uno Shuttle planetario per raggiungere l'ISS, la stazione spaziale convertita in un hotel e stazione logistica. I dati e le foto scattate dal telescopio di Eros erano troppo pesanti per essere inviati in poco tempo con le antenne laser.

Dom raggiunse il suo ufficio. Una stanza vuota, solo una sedia dove accomodarsi intanto che si faceva tutto con il pensiero. Lo scienziato si collegò con il sito dello Spazioporto e prenotò il biglietto, poi ordinò al robot cameriere di portargli altro caffè. Dopo che in automatico la macchina che preparava il caffè lesse l'ordinazione e preparò il caffè, arrivò il robot nell'ufficio, con le sue forme umanoidi. Doveva sembrano umano per  essere famigliare agli umani. Intanto che aspettava la conferma del biglietto e del volo pronti, Dom si collegò all'Ultranet con il Link. Il cyberspazio era come il web normale, solo che era studiato per simulare una realtà virtuale, con tanto di sensi. Dom era rimasto a un punto della storia di un videogioco sui pirati in cui doveva affondare una nave spagnola. Sentendo l'umidità portata dal mare, il profumo di alcol che veniva dal suo alloggio e i canti dei suoi pirati, lo scienziato, o meglio il capitano, stava osservando le navi nemiche scappare. Se Dom si fosse dimenticato di star giocando, e il chip neurale non asse letto la sua debolezza per la mancanza di cibo e acqua, sarebbe rimasto nella simulazione per sempre credendo di essere veramente il capitano pirata. Non c'era pericolo per Dom, perché aveva attivato un protocollo per cui se il suo cervello fosse stato stanco, la simulazione virtuale si sarebbe subito interrotta e si sarebbero attivate suoni di allarmi per svegliarlo. Dopo qualche ora ad affondare navi, Dom lesse il messaggio comparso sul suo campo visivo della compagnia di voli che confermava il suo volo per il giorno seguente.

Dom allora cominciò a lavorare. Gli orari erano così brevi che poteva giocare quasi tutto il giorno. Il suo lavoro alla NASA comunque gli imponeva di studiare le immagini e altre cose astronomiche. In quei giorni stava studiando una nebulosa fotografata da un telescopio orbitale, che sembrava emanare raggi gamma, segno di una possibile  supernova.

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⏰ Last updated: Jan 28, 2021 ⏰

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