Capitolo n. 18 (prima parte)

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ATTENZIONE!

Nota dell'autore:  Ricordo che questo romanzo è segnalato con RATING ROSSO. Vietato ai minori.

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Di più capitolo 18 (prima parte)

Christian tra poco dovrebbe entrare da quella porta.

Nella mia previsione lui ritornerà  nella cameretta di Max per cercarmi e troverà Gail che gli indicherà dove  lo sto aspettando.

 C’è la possibilità, sbaragliando le mie previsioni, che  lui non esca dallo studio. In questo caso Gail passerà al piano B.

L’orologio sul comodino segna le 22.18. Incrocio le dita. Mi sono data tempo fino alle 23.

Sono seduta sul letto della stanza fredda e impersonale delle “sottomesse”.

Sotto l’accappatoio indosso una guepiere  nera, annodata stretta  ai lati  da un nastro intrecciato  in raso rosso. Le coppe orlate di pizzo nero e contornate con raso lucido coprono solo la parte bassa del mio seno, strizzandolo e alzandolo tanto che sembra che scoppi.  Alla  parte inferiore,  che si appoggia sul fondoschiena lasciandolo scoperto, ho tolto i reggicalze.

Un minuscolo perizoma in raso e pizzo nero conclude il mio succinto abbigliamento.

Ho trovato tutto questo ben di Dio oggi pomeriggio rovistando  tra i cassetti della stanza dei giochi. Entrambi avevano  ancora il cartellino del prezzo attaccato ed erano perfettamente della mia taglia. Forse Mr. Grey li aveva acquistati per me. Non lo so e non voglio neanche saperlo.

Niente mi deve distrarre.

Controllo di nuovo l’ora, le 22,38.

L’attesa mi innervosisce, forse ho sbagliato  a valutarlo. Forse ha deciso di non salire a cercarmi.  Magari manda Jason al suo posto che mi trova con questa mise audace.

Cerco di scacciare queste  inutili congetture e fisso  lo sguardo verso le luci rosse  che lampeggiano nel cielo.

Qualcuno è in viaggio su quell’aereo, forse deve raggiungere il suo amore. S'incontreranno all’aeroporto,  si abbracceranno felici di essere di nuovo insieme.

Non mi accorgo che  la porta  si apre.

È  il mio cuore che accelera il battito riconoscendolo. Resto ferma, devo farlo arrivare fino me.

-Ana…… -,  la voce arrochita, riesco  malapena  a sentirlo, -che cosa fai qui?-  dice ansioso.

Aspetta   una mia risposta che non arriva.

-Ana, per favore, parlami-,  sento che indugia, poi gira piano intorno al letto per avvicinarsi e si ferma alla distanza di due passi.

 Io resto immobile, non mi giro, non lo guardo. Nel silenzio sento il tamburo del mio cuore che batte impazzito nel petto. Devo restare concentrata.

-Ana, cosa fai qui? Cosa stai pensando dimmelo?- ripete con sgomento.

50 Sfumature "Di più"Where stories live. Discover now