Capitolo n. 10 (seconda parte)

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Lunedi

 

Sono distesa a letto sotto la coperta, e allungo la mano verso un  infinito di luce bianca. Cerco di prendere qualcosa, forse un’altra mano, in fondo alla luce. Il mio braccio si allunga, si allunga, si allunga ancora finché mi sento cadere nel baratro della luce che diventa scura, nera e profonda e mi prendono le vertigini.

 

Mi sveglio sudata,  il senso di vertigine mi fa girare la testa e il cuore mi batte forte.

Cerco di riprendermi.  E’  un incubo che si ripete di frequente in questi ultimi anni, non mi  spaventa tanto, piuttosto mi lascia stordita.

Guardo l’ora sulla mia sveglia, sono le cinque  e dieci, è presto.

Mi rigiro più volte sul letto, ma non riesco più a riprendere il sonno.

 Decido di alzarmi per bere qualcosa di caldo e accendo il computer per fare il lavoro che non sono riuscita a finire ieri sera.

Steve è sveglio, ancora al suo posto.  Gli chiedo se vuole del tè  e lui accetta.

-Steve, vorrei andare a correre nel parco qui vicino per un’ora circa, pensi che sia possibile, hai avuto disposizioni a riguardo?-

 Sfrutto quest’ora insolita e la probabile stanchezza di Steve,  per sondare  la libertà di  cui ancora posso disporre.

-Certo Mrs. Steele, abbiamo già avuto il benestare e controllato la zona. Alle sei arriverà  Mark e potrà uscire con lui. Io mi fermerò qui fino a quanto rientrerete.

Volevo anche chiederle i suoi impegni di oggi per poter  organizzare gli spostamenti.-

Ohh… che efficienza, Christian  li ha avvisati delle mie abitudini, o forse è stato Taylor.  Ad ogni modo,  mi fa piacere che non ci sia niente in contrario.

Oggi è lunedì e riprende la nostra vita normale di tutti i giorni, quindi è abbastanza facile prevedere gli impegni della giornata.

-Usciamo alle otto e andiamo a piedi alla scuola. E’ a soli dieci minuti. Ci restiamo  fino alle tre del pomeriggio circa, poi rientriamo passando per il parco dove ci fermiamo  da mezz’ora ad un ora. Oggi, forse, dovrò uscire nuovamente per portare Emma  a fare la spesa. Ma di questo potrò essere più precisa dopo averle parlato. Per stasera al momento non ho impegni- guardo Steve che prende appunti su quello ho detto.

Fa qualche obiezione riguardo al tragitto da e verso la scuola , ma dopo qualche mia insistenza accetta di lasciarcelo fare a piedi.

Ritorno in camera e vedo che l’icona della posta lampeggia. Scorro le e-mail.

Solo una comunicazione della banca  e le ricette on-line  della settimana di un magazine di cucina  per Emma. Le altre   le cancello direttamente sono tutte SPAM.

 Speravo di trovare un messaggio da Christian, ma  a Seattle è notte fonda, sarà a dormire. Spero. Da solo? Con una donna? L’idea mi mette in  allerta.

Non ha fatto alcun accenno alla sua vita privata  in questi giorni, e io  ho evitato con tutte le mie forze di  fargli delle domande dirette.

Il pensiero di saperlo accanto a un’altra donna  che lo guarda, che lo tocca, che..

Mi uccide.

Da quando lo ho rivisto non posso più catalogarlo tra i miei incubi, ora fronteggio di nuovo la realtà. E nella realtà pensarlo tra le braccia di un’altra donna mi toglie il respiro.

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