1

345 23 0
                                    

Il tempo, quel giorno, era nuvoloso. Più del solito, nonostante fosse quasi metà aprile e la primavera era entrata già da un bel pezzo.
Gojo si trovava a osservare dalla finestra quel via vai di gente che, già a prima mattina, correva avanti e indietro a causa del lavoro e lui, invece, era lì, a casa sua, perché lì svolgeva il suo lavoro.
Gli piaceva molto osservare le persone, i paesaggi, e qualsiasi altra cosa da cui poter trarre ispirazione per i suoi quadri.
Aveva tra le mani una tazza in ceramica, fumante di tè.
Gli occhi azzurri guizzavano da un volto a un altro, da un'auto a un'altra. Cercava qualcosa sulla quale concentrare l'attenzione per il suo prossimo quadro. Ormai erano giorni che stava passando in quel modo; alla ricerca di qualcosa che lo potesse ispirare.
Poi, lo vide. In mezzo alla folla.
Capelli lunghi, scuri, che si muovevano in sincrono con il vento e che erano legati in una crocchia disordinata.
Era il suo vicino di casa: Geto Suguru.
Non sapeva che lavoro facesse, nonostante non ci parlasse molto solo per scambiare qualche saluto, ma intuiva che si fosse alzato così presto per andarci.
Era vestito con una maglia bianca, sottile e dallo scollo a v e poi aveva dei jeans scuri.
Un abito informale per un ufficio, ma molto formale per qualsiasi altro lavoro manuale.
Fece un sorso dalla tazza, poi chiuse la porta e si girò, osservando l'ampia stanza nella quale si trovava. Era la stanza in cui si lasciava andare con la sua creatività. La stanza era, infatti, piena di quadri posizionati in ogni spazio libero e ogniuno di quei quadri raffigurava un solo e unico soggetto: Geto Suguru.
Ormai era un'ossessione per lui, per i suoi quadri e per i suoi pennelli. Era la sua musa ispiratrice, ma non lo vedeva un tipo da interazioni sociali quindi non avrebbe mai potuto trovare un modo per approcciarsi a lui.
Appoggiò la tazza sul comodino macchiato di pittura e prese un pennello, intingendolo nel colore nero.
Poi si posizionò davanti a un tela bianca e iniziò a dipingere. Improvvisamente, gli era venuta ispirazione quasi come un fulmine a ciel sereno e non se la sarebbe lasciata sfuggire di mano.

Lost ( Satosugu)Where stories live. Discover now