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Chi era mai quella tizia ?
Gojo stava iniziando a farsi mille paranoie e non era mai un bene per lui.
Perché non l'aveva mai vista insieme a Geto fino a quel momento.
Avrebbe dovuto comunicare con lui, ma in che modo ?
Come avrebbe mai potuto farlo; erano completamente distanti e si degnavano solo di un saluto, essendo vicini di casa.
Fortunatamente per lui, però, Geto non era a conoscenza del suo segreto.
Geto non sapeva che lui fosse un pittore, in realtà non pensava nemmeno che sapesse qualcosa in più inerente alla sua vita, come che marca di tè comprasse o quale detersivo usasse. Mentre Gojo no; lui sapeva tutto sul corvino, o quasi tutto almeno. Sapeva a che ora andasse a lavoro e quando tornasse, sapeva cosa mangiava perché di solito lo vedeva rientrare con una busta della spesa colma di cibo salutare e probabilmente era anche uno che aveva il tempo di fare palestra, siccome era molto ben piazzato con i pettorali e le braccia. Era molto sodo e tutto questo non era solo frutto di una buona alimentazione e una vita sana, evitando cibo spazzatura.
A differenza sua, che si rimpinzava di panini colmi di hamburger e salse tutti i giorni, ma era mingherlino e non aveva quel fisico così ampio.
Forse era anche questo che lo aveva attirato del corvino.
Doveva trovare un modo per comunicare  con lui. Gli venne un'idea; aveva fatto degli schizzi su di lui con una mattina su un foglio a4, li teneva conservati in un cassetto della sua stanza da letto, quello più in fondo in modo tale che, chiunque fosse entrato lì, non sarebbe mai riuscito a vedere quei cassetti prima di essere scoperto da lui.
Prese uno di quei fogli: al di sopra, vi era disegnato ovviamente Geto con le mani nelle tasche, la schiena un po' curva e lo sguardo pensieroso.
Ricordava ancora il momento in cui lo aveva disegnato. Era stata la prima volta in cui lo aveva visto, seduto su una panchina che era stata posticipata nel giardino sul retro proprio dal proprietario di quel condominio.
Ricordava ancora quel giorno: Geto stava leggendo un libro e lui era appena arrivato in quel palazzo, il proprietario gli stava facendo fare un giro di tutte i posti alla quale poteva accedere, anche quel giardino ma glielo aveva solo mostrato da lontano. Non si era impegnato molto a capire di che libro si trattasse, tanto quanto l'impegno che ci mise a osservare l'uomo concentartao sulle parole di esso, ma venne subito distratto dall'altro uomo che lo guidò verso il suo appartamento per mostrarglielo.
Gojo aveva comprato quell'appartamento solo perché sapeva che quell'uomo visto in giardino abitasse lì e poi, quando ebbe la sorpresa nel sapere che fosse lui il suo vicino, non poté essere più che felice.
Piegò il foglio che aveva tra le mani e lo infilò in una busta bianca, poi uscì dall'appartamento. Il corridoio era vuoto, avrebbe dovuto solo fare una corsa verso la porta dell'appartamento di Geto e far scivolare sotto di essa la busta. Una cosa semplice e veloce; lo fece. Fu abile come una gazzella. Rientrò con la stessa velocità di un fulmine nel suo appartamento, nel momento in cui sentì la sua voce sulle scale, unita alla risata di una donna. Si appoggiò contro il legno della porta, aveva il fiatone e il petto di alzava e si abbassava velocemente. Sperava solo di non essere stato scoperto.

Lost ( Satosugu)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora