Carline Jerard

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Tullahoma, Tennessee, 2006.

Era ormai passato un anno dalla morte di Michael, dal suo funerale e dal giorno in cui Dennis e sua madre avevano tagliato i ponti con la famiglia Brenton.

La polizia aveva detto che si era trattato di un episodio di suicidio dovuto allo stress per il lavoro e dopo quel momento Natasha aveva chiuso per sempre con gli uomini. Quindi per tutto quel periodo la vita di Dennis andò tranquilla e senza alcun tipo di novità.

L'estate successiva James decise di partire per una settimana a Tullahoma, vicino al lago Tims Ford, per staccare dal lavoro e godersi le ferie. Con lui ovviamente venne anche Dennis e, considerato che aveva compiuto sedici anni, aveva avuto il permesso di poter passeggiare da solo per la città a patto però che non si cacciasse nei guai.

Quando giunsero all' Hotel di Tullahoma, padre e figlio rimasero molto stupiti della vista sul lago che la loro camera offriva dal balconcino: sotto di loro si estendeva un bellissimo boschetto di un verde rigoglioso, una pista ciclabile che attraversava tutto il perimetro sottostante e subito dopo spuntava la riva del lago, luccicante sotto al sole e qualche anatra che nuotava felice.

Non appena finirono di sistemare le valigie, James prenotò una cena per due in un locale non troppo lontano da lì, la quale specialità erano i toast giganti.

Mentre mangiavano i loro panini Dennis si guardò intorno per memorizzare la prima parte del posto così che, una volta da solo, di sarebbe orientato meglio.

I primi giorni di vacanza Dennis e James li passarono con gite in barca, mega mangiate di toast ripieni di affettati e passeggiate infinite con tanto di serata golf o bowling. Prima di andare a dormire James si beveva sempre un bicchiere di Cognac.

Una sera, mentre lo osservava bere, Dennis decise di chiedergli: «Posso berne un bicchiere anche io?»
«Oh cielo no! Non intendo finire in prigione per aver permesso a mio figlio di abusare di alcolici.»
«Perchè?»
«Dennis sei minorenne. Ne riparleremo quando avrai ventun'anni.» e svuotò il bicchiere dall'ultimo goccio di Congac.

Dennis, con un sorriso beffardo in volto, gli lanciò il cuscino per convincerlo a cambiare idea ma James, ridendo e restituendogli il colpo, fu comunque molto chiaro al riguardo: non aveva intenzione di farlo bere.

«Dai papà! Solo un goccetto non di più!»
«Non se ne parla proprio.»
«Non prendo il vizio, te lo prometto!»
«Ho detto di no, e basta con questa storia altrimenti niente esame della patente, niente auto e sopratutto niente vacanza da solo. Chiaro?»
«Ok.» Dennis rimise il cuscino al suo posto e si sdraiò sopra, poi prese il telefono e notò un messaggio lasciatogli da Yazmin.

Lei e Dennis erano rimasti in contatto dopo che la famiglia della ragazza aveva deciso di trasferirsi definitivamente nello stato di Washington.

Mentre leggeva il messaggio, al ragazzo scappò un sorriso divertito che non sfuggì alla vista di suo padre: «Qualcuno è felice? La tua fidanzatina?»
«Non è la mia fidanzata papà.»
«Però era la tua cotta delle elementari giusto?»
«No, non è vero!»
«Si che è vero, sei arrossito.»
Gli volò un altro cuscino in faccia.

***

Il penultimo giorno di vacanza, mentre James finiva il suo corso di pesca e di fare le valigie, Dennis passeggiò per Tullahoma in completa solitudine. Mentre camminava leggeva le insegne dei negozi che lo circondavano come se le sue pupille non riuscissero a concentrarsi sulla strada che gli si spianava davanti.

Durante la sua camminata notò una ragazza che sfrecciava da tutte le parti con una videocamera in mano, parlando velocemente e girando come una trottola su se stessa.

Sulle tracce di Dennis LoganWhere stories live. Discover now