8| Situazioni e domande scomode

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📍Jeddah Corniche Circuit

Stiamo attendendo il taxi che ci accompagnerà al nostro hotel e sinceramente spero che arrivi presto dato che anche questa volta ho avuto dei problemi con la valigia e pertanto non vedo l'ora di gettarmi nella doccia e rilassarmi completamente.

In questo momento siamo io, Lewis, George e i loro rispettivi personal trainer. Ah, e non dimentichiamoci anche di mio padre.

Sto per cambiare la canzone che risuona nelle mie cuffie, riproducendo la melodia nelle mie orecchie, quando ad un tratto scorgo la vettura nera posizionarsi proprio davanti alle nostre figure.
Con l'aiuto del taxista riponiamo i nostri effetti personali nell'apposito scomparto e saliamo a bordo.

In un taxi ci sono mio padre insieme ai personal trainer dei miei amici, e in quest'altro ci ritroviamo io e i due piloti che sono intenti, dall'inizio del viaggio in jet, a scambiarsi occhiattine a vicenda per poi indirizzarle a me.

Conosco quegli sguardi.

O stanno tramando qualcosa.
Oppure mi toccherà sorbirmi un bel discorsetto.

«La smettete di guardarmi così, siete inquietanti» affermo osservando i due britannici fissarmi insistentemente come se fossi una ladra.

«Mi sa, che qui qualcuna ci sta nascondendo qualcosa. Non sei della stessa idea, George?» azzarda il numero 44 ricevendo l'appoggio dal suo fidato teammate.

«Assolutamente. Ci sentiamo quasi offesi» dicono quasi all'unisono i due ragazzi che si scambiano un'occhiata d'intesa mentre provocano in me una smorfia ironica.

«Che cosa vi starei nascondendo?Sentiamo» pronuncio alzando gli occhi al cielo sapendo già dove vogliono andare a parare.

Ne sono più che sicura.

«Ah non so. Forse un ragazzo monegasco che di mestiere fa il pilota. Gareggia con il numero 16 per la Scuderia Ferrari e che è completamente single da almeno tre anni. Ah e con il quale sei uscita a cena. O forse mi sbaglio?» incomincia Lewis ridendo, seguito a ruota dal suo compagno di squadra.

Quanto li odio quando si coalizzano.

«Non c'è proprio nulla da raccontare. Smettetela di farvi film in testa. Ve l'ho già raccontata la serata e vi ricordo che ci sono uscita solo ed esclusivamente perché dovevo rispettare un patto» faccio presente ai due che in realtà non ne vogliono proprio sapere di concludere la conversazione su questo argomento.

Sono due pettegole.

«Quindi tra di voi non è successo nulla?» domanda con un ghigno beffardo, George, che si copre con la mano la bocca per nascondere la risata che si sta facendo strada sul suo volto.

Giuro che gli manometto la monoposto, se non la smette.

«Esattamente. Ci odiamo e continueremo ad odiarci per il resto dei nostri giorni»

«Allora perché ti sta chiamando?»

«Ma che stai dicendo George...» volgo repentinamente il mio sguardo sul cellulare depositato sulle mie gambe e riesco a visualizzare il nome del monegasco riempire totalmente il display che si è illuminato.

«Oltre ad essere un'occultatrice di informazioni sei diventata anche una bugiarda cronica? Ahia Wolff, mi sa che dobbiamo prendere un po' le distanze da te»

Anche Lewis continua a prendersi gioco di me.
Bene, saranno due monoposto ad essere manomesse.

«Avanti, non rispondi al tuo cavaliere che "tanto odi"?» mima le virgolette il sette volte campione del mondo mentre indica il mio cellulare che non smette di squillare.

MORE THAN A BET || CHARLES LECLERCOnde histórias criam vida. Descubra agora