I get drunk, but it's not enough, cause the morning comes and you're not my baby

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O C T A V I A 🕷️

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O C T A V I A
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«Sei troppo tesa, Octavia», mi fa notare Khaos, mentre cerco la mia concentrazione.
Ma questa sembra scappare via, quando lui mi tocca.

«Sono agitata, tutto qua.» Minimizzo.

Mi ero promessa che non l'avrei più fatto avvicinare a me dopo quella sera. E ora mi ritrovavo qui, con Khaos, come se nulla fosse.

Se lui era un esperto nell'evitare le cose, io ci dovevo per forza sbattere la testa.

Ho da sempre avuto bisogno di risposte.

Ma Khaos è sempre stato troppo bravo a regalarmi soltanto nuovi dubbi.

Rilascia un sospiro nervoso, percependo la tensione nell'aria. Più passo tempo qui dentro, più penso a come fuggire.

«Puoi farcela. Devi soltanto ascoltarmi»

«Va bene. Ripetimi cosa devo fare», rilasso i muscoli, guardando lo spaziale davanti a me.

«Allora...»

Nello stesso istante, il suo telefono comincia a squillare. Sbuffa sonoramente, recuperandolo dalla tasca del jeans.

Quando legge il nome che lampeggia sullo schermo, stacca la chiamata.

Mi mordo la lingua per non fare domande.

Ma finalmente respiro, perché la sua mano non è più sulla mia coscia.

«Okay, puoi partire. Ti ho già mostrato come mettere in moto.»

Annuisco, fingendo di avere una sicurezza che, chiaramente, mi manca.

Ma neppure il tempo di provarci, che il telefono suona ancora.

«Merda», impreca a gran voce, premendo sulla cornetta verde.
«Nate, che cazzo vuoi?»

Nate è il miglior amico di Khaos.
Probabilmente la persona più stupida sulla faccia della Terra, dopo Usher.
Non riesco neppure a capire come sia possibile che quei due si vogliano così bene.

«No. Ho da fare adesso», mi tira un'occhiata.
Alza gli occhi al cielo mentre l'amico elenca una serie di soluzioni a qualsiasi impegno.

«No. Non voglio liberarmi, è diverso.»

Guardo fuori il finestrino, fingendo che questa sua uscita non mi abbia appena causato un sorriso da ebete sul volto.

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