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2017

«Dai Sophia a che stai?» domanda urlando dal piano di sotto Antonio, il padrone di casa Pellegrini.
«sono pronta papà, dov'è la maglia di Lollo?» frugò nel suo cassetto la ragazza, si stavano preparando per andare a vedere allo stadio Olimpico Roma-Juventus.
«penso che l'ho messa a lavá, prendi una de tuo fratello» la rispose suo padre con un accento romano più calcato di quello dei due fratelli.
Sophia allora si spostò nella camera di suo fratello e prese la prima maglia che gli capitò tra le mani, quelle che più pregiava, se solo avesse saputo che aveva messo le mani nel suo guardaroba avrebbe scatenato un vero inferno.
Scese prendendo il suo telefono al volo e raggiunsero la macchina.
«Veronica già è arrivata?» gli domandò suo padre iniziando a imboccare l'autostrada.
«si, mezz'ora fa» la rispose lei, che nel frattempo messaggiava con sua cognata.
Antonio annuì guardandola per qualche minuto prima di ritornare a guardare la strada.
«siamo arrivati» parcheggiò e scesero entrambi raggiungendo lo stadio e salendo il settore ospiti.
Gli fecero indossare un braccialetto, per poi farli entrare dove gli spettava la sala buffet.
«signora Pellegrini gradite qualcosa?» gli passò un cameriere vicino leggendo il cognome dietro alla sua maglietta.
«no grazie» gli rivolse un cordiale sorriso prima di raggiungere la famiglia di Veronica già seduti ai propri posti.
«eccoci» si salutarono tutti calorosamente prima di prendere il cellulare e tirare un filmato per poi pubblicarlo su Instagram nelle stories con un "Daje Roma" e tanti cuoricini rossi e gialli.
Fecero poi ingresso i giocatori- per il riscaldamento- e Sophia notò subito il ragazzo dagli occhi verdi nella squadra avversaria, si scusò con Veronica -che aveva preso a raccontarle di quando il suo ragazzo,nonché fratello della sottoscritta gli avesse fatto una sorpresa il giorno prima, il giorno dei loro 4 anni insieme - e si avvicinò al vetro che li divideva, scrutò per bene il ragazzo anonimo e quando mise a fuoco e il ragazzo si avvicinò lesse dietro alla sua maglietta il suo cognome: Dybala.
Dall'altra parte Paulo aveva notato tra tutta quella gente due occhi che lo fissavano insistentemente, così si avvicinò di più alla tribuna facendo finta di andare a bere e la vide tra tutta quella gente: la sorella di Pellegrini, ricambiò il suo sguardo prima di essere richiamato da Allegri.
Proprio mentre palleggiava con la palla sentì il fratello di quest'ultima e Florenzi chiacchierare e tirare passaggi.
«in tribuna c'è anche tua sorella?» sentì dal difensore.
«si, perché?»
«Ilenia dalla sera del gala non fa altro che parlarmi di lei, hanno stretto molta amicizia deve essere davvero una brava ragazza» spiegò Andrea  tirando di testa verso il suo compagno di squadra.
«Si, lei è molto socievole con tutti, socializza anche con i muri» rise Lorenzo pensando al carattere di sua sorella delle volte veramente invidiabile.
Paulo nel frattempo ascoltava tutto senza perdersi nemmeno un articolo, si era deciso, avrebbe dovuto conoscere quella ragazza, lo attirava qualcosa di lei, come se il suo corpo avrebbe avuto bisogno della sua presenza, successivamente furono chiamati dagli allenatori per tornare negli spogliatoi.
«Roma Roma Roma» cantò a squarciagola l'inno della sua squadra Sophia, saltellando, mentre i giocatori facevano ingresso al campo-suo fratello avrebbe giocato titolare-.
Quando l'arbitro fece il fischio d'inizio, Veronica e la più piccola dei Pellegrini si avvicinarono dove prima si era posizionata quest'ultima facendo il tifo per il loro uomo.
Il primo tempo si concluse 0-0 ma c'erano state molte occasioni sia dalla Juve che dalla Roma.
Sophia approfittò per andare in bagno accompagnata da Veronica, per poi tornare alla sala buffet e mangiare giusto qualche pizzetta per poi posizionarsi di nuovo verso le poltrone per l'inizio del secondo tempo.
I giocatori rientrarono in campo posizionandosi sulle loro posizioni per poi arrivare il secondo fischio d'inizio.
«dai Lollo!» urlò la mora guardando suo fratello muoversi da una parte all'altra.
Tutto sembrava andare lascio quando il ragazzo dagli occhi verdi la tirò diritto in porta facendo creare un boato allo stadio.
Sophia notò che tirava con il sinistro, era mancino, la sua esultanza gasava molto, ricreava una L con il pollice e l'indice mettendoli tra il labbro inferiore e sotto il naso.
Dall'esultanza scopri che si chiamava Paulo, Paulo Dybala.
Dopo nemmeno dieci minuti dall'assist di Manolas, Lorenzo la tirò diritto diritto in porta non facendo capire niente al portiere della squadra avversaria, portando il pareggio in casa Roma.
Venne abbracciato da tutti i compagni prima di raggiungere la tribuna e indicare Veronica e Sophia con le mani e poi mandargli un bacio mentre entrambe esultavano e la più piccolina registrò la felicità dello stadio.
«ha segnato Lorenzo»
«Pellegrini!»
«Lorenzo»
«Pellegrini!»
«Lo-re-nzo»
«Pel-le-gri-ni» 
La partita si concluse 1-1 mentre tutti i tifosi stavano lasciando il campo e quando anche Sophia stava per scendere gli arrivò una notifica sul telefono che la fece bloccare sulle scale.
"paulodybala ha iniziato a seguirti"
Come aveva scoperto il suo nome?
La ragazza scosse la testa prima di alzare la testa ma non trovando più Veronica vicino a lei, aveva perso di vista tutti.
Ed ora?
Lei non conosceva mica lo stadio.
Si sbattè una mano sul viso, prima di continuare a scendere le scale portandola non sa dove.
Si ritrovò in una stanza tutta bianca con una porta leggermente aperta che portava delle voci di ragazzi che esultavano.
Si trovava negli spogliatoi.
Sophia spalancò gli occhi prima di girare i tacchi e tornare indietro ma andò a sbattere contro un armadietto che si trovava da quelle parti, fece una smorfia di fastidio sperando con tutta sé stessa che nessuno l'avesse sentita ma si sbagliò quando sentì una voce alle sue spalle.
«Sophia!» era Lorenzo.
«Cosa diavolo ci fai tu qua?» furioso si avvicinò a lei a petto nudo.
«mi sono persa» sussurrò lei girandosi verso di lui.
«come ti sei persa? Non hai seguito papà e Veronica?» gli domandò confuso suo fratello, mentre i suoi compagni guardavano la scena dallo spogliatoio affacciati alla porta.
«si però mi sono distratta» proferì a spiegare lei, Lorenzo sbuffò passandosi una mano sul viso.
«fila de sopra» gli fece cenno con la testa verso le scale.
«stavo per farlo se tu non saresti uscito» disse lei mettendosi le mani sui fianchi e salendo le scale furiosa imprecando a testa bassa, e sbattè contro un corpo nudo, guardò le breccia che la stavano reggendo i fianchi e alzò lo sguardo,vide due iridi verdi, era Paulo.
«scusa» sussurrò lei con la voce flebile.
«tranquilla nena» gli sorrise lui finalmente avendola accanto.
«ti sei persa?» continuò sussurrandole non staccando il contatto fisico con lei che annuì semplicemente.
«vieni ti riporto en la salida» la trascinò con lui prendendola per mano e guardandola negli occhi.
«scusami, all'uscita»
«tranquillo, lo capisco lo spagnolo» lo riassicurò lei con un sorriso stringendo la sua mano.
Lui ricambiò il sorriso prima di incamminarsi verso l'uscita portandola nel giro alla lunga per stare più tempo con lei mano nella mano, mentre si girava di tanto in tanto ad ammirarla a guardarla e a vederla osservare curiosa l'interno  dello stadio.
«comunque sono Sophia» girò il viso verso di lui.
«Paulo» gli sussurrò lui con il solito sorriso che venne ricambiato subito.
«Sophia, Sophia Pellegrini» si affacciò sulla sua maglietta Paulo facendo finita di non sapere di chi lei fosse la sorella, infatti prima in spogliatoio aveva cercato il suo cognome tra i follower di suo fratello e subito l'aveva trovata iniziandola subito a seguire.
Lei sorrise abbassando la testa imbarazzata.
«bel gol stasera tuo fratello» cercò di conversare lui stringendo di più la sua mano tra quella della ragazza.
«anche il tuo è stato bellissimo» gli scappò a Sophia pentendosene subito dopo facendosi subito rossa e sgranando gli occhi, mentre dall'altra parte Paulo sorrideva felice dal complimento.
«gracias» la guardò lui.
«siamo arrivati, vai da quella parte a destra c'è la porta d'uscita» cercò di non sbagliare neanche un articolo con lei, voleva essere perfetto, ma la decadenza Argentina lo ingannava.
«grazie, Paulo» gli sorrise sporgendosi per lasciargli un bacio sulla guancia e andando verso la direzione che lui gli aveva consigliato.
«ciao, Sophia» sorrise come uno stupido lui, toccandosi il punto dove lei gli aveva lasciato il bacio e guardando dove lei pochi secondi fa si trovava, ma adesso era spartita tra le mura dello stadio.

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