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2017

«mi stai dicendo che ti sei persa nello stadio e Paulo Dybala ti ha aiutato a trovare l'uscita?» gli chiese per la ventesima volta al telefono il suo migliore amico Matteo, lui conosceva bene l'argentino poiché anche lui era un calciatore.
«si, però non dirlo a mio fratello» lo raccomandò lei.
«strano, lui di solito non è così sociale, anzi, se ne sta sempre sulle sue» gli rivelò confuso il moro dall'altra parte del telefono.
«a me è sembrato tanto gentile» scrollò le spalle sdraiandosi sul letto la ragazza.
Era passata solamente una settimana a quella partita e Sophia non faceva altro che pensarci fin quando decise di raccontare tutto al suo migliore amico, lui era il suo confidente personale, oltre suo fratello-ma non gli poteva dire tutto tutto a lui- Matteo per lei ci è sempre stata- si conobbero su una delle spiagge alle Maldive, e da lì in poi non si erano più separati, lei aveva soltanto tredici anni e lui diciotto- nel bene e nel male nonostante la distanza avevano rapporti strettissimi, la mamma, Roberta, aveva cresciuto lei e Lorenzo come se fossero figli suoi e su questo suo padre Antonio non poté essere più felice di questo e ringraziare la famiglia Pessina.
«lui lo sai come viene soprannominato?» gli chiese Matteo con il suo accento monzese, mentre lei negò.
«La Joya»
«la che?» chiese confusa Sophia.
«significa "il gioiello" in Argentino, nonostante la sua età, è fortissimo» gli spiegò lui.
«quanti anni ha?» gli domandò lei curiosa.
«ventitré»
«wow, sembrava più piccolo» sgranò gli occhi Sophia, immaginava che avesse diciotto/diciannove anni.
«e invece» rispose Matteo.
Dopo aver parlato del più e del meno staccarono perché la ragazza aveva un uscita con la sua migliore amica Simona-che infatti gli stava tartassando il telefono dicendogli di muoversi-
Posò il cellulare sul comodino prima di entrare in bagno e farsi una doccia e shampoo veloce, si coprì il suo corpo con un accappatoio e avvolgere i capelli bagnati in un asciugamano, prima di entrare in stanza e indossare l'intimo.
Prese un vestitino tutto nero che gli arrivava a metà coscia e sopra ci abbinò una giacca dello stesso colore chiusa in vita da un bottone.
Iniziò ad asciugarsi i capelli e infine li piastrò facendosi due boccoli alle punte, si truccò leggermente-come sempre- ma aggiungendo un rossetto nude alle labbra.
Ai piedi mise dei sandali in pelle verniciata con logo Opyum 110.
Gli squillò il telefono in segno che Simone e suo padre- che le avrebbe accompagnate- si trovavano giù.
Prese una borsa in tinta unita e scese al piano di sotto trovando suo padre e suo fratello sul divano a vedere sponsor di calcio.
«dove vai?» gli domandò Lorenzo scrutandola.
«al locale de' Gina» disse lei indossando la borsa a tracollo.
«alle nove a casa» continuò il moro, accavallando una gamba una sopra l'altra.
«ma se sono già le otto» guardò l'orologio lei accigliandosi.
«massimo dieci, non controbattere che non ti faccio uscire più» gli punto il dito lui alzando le sopracciglia quando vide che sua sorella stava per parlare. 
«mamma mia» alzò gli occhi al cielo lei mentre suo padre la guardava divertito.
«ciao papà» per poi stampargli un bacio sulla guancia, e mentre stava per varcare la soglia venne richiamata da Lorenzo.
«e un bacio a me?» dopotutto era innamorato di Sophia.
«sei egoista e antipatico» si avvicinò a lui che la prese e gli stampò il suo solito bacio a stampo che si scambiavano da quando lei era solo una piccola bambina.
Infine li salutò per l'ultima volta prima di scendere ed entrare in macchina della sua migliore amica.
«buonasera, scusatemi ma mio fratello mi ha fermato» chiuse la portiera lei, mentre Luigi- il padre di Simona- gli sorrise cordiale iniziando a partire.
«sempre con le solite raccomandazioni?» si girò verso di lei la rossa e la mora annuì sbuffando leggermente.
«ragazze siamo arrivati, mi raccomando» le salutò Luigi, guardandole rassicuranti prima di sfrecciare via.
«mi devi dire tutto di Paulo Dybala!» urlò Simona una volta che suo padre partì, si aveva raccontato anche a lei tutto dopo che aveva notato il giorno dopo che Sophia aveva la testa fra le nuvole pensando sempre al ragazzo.
«shh, ma sei impazzita, non urlare» si guardò intorno la mora avvicinandosi a lei.
«dai Sophi» si avvicinò di più lei.
«entriamo prima» la prese per mano e si avviarono insieme all'entrata, salutando la proprietaria che gli indicò il tavolo preparato per loro.
«allora? Ti muovi a raccontarmi tutto?» disse impaziente la rossa, dopo aver ordinato i loro drink.
«non c'è niente da raccontarti, ti ho detto tutto in chiamata» la avvisò l'amica.
«Amo secondo me, gli piaci» partì già spinta lei.
«ma che dici!?» sussultò lei cruciando le sopracciglia.
«a te piace?» rispose lei, e dopodiché arrivò il cameriere con i loro drink che le salutò con un cordiale sorriso.
«allora?» fece un sorso per poi parlare.
« Simo ma che ne so io? L'ho visto solo na'volta» precisò lei.
«due volte» gli ricordò la sera del gala.
«ad essere bello è bello» scrollò le spalle lei bevendo un sorso della sua CocaCola e guardando davanti a sé.
«hai visto? Te piace» sorrise felice la rossa.
«non ho detto questo» alzò gli occhi al cielo lei.
«oddio» spalancò gli occhi poi guardando vanti a se, nonché alle spalle di Simona.
«Che c'è? Hai visto un fantasma?» si girò nella direzione dove lei stava guardando.
«oddio» ripetè la stessa frase della sua migliore amica.
«è lui» si girò verso Sophia euforica che lo guardava con gli occhi spalancati.
«voglio sotterrarmi» si coprì gli occhi lei.
«macché vacci a parlá» la smosse Simona felice girandosi per vederlo di nuovo.
«guarda che ad essere bono, è bono» indossava un semplice jeans nero con sopra una maglietta Versace dello stesso colore, ai piedi le scarpette bianche semplici e un cappellino in tinta unita.
«ma che sei pazza?» scosse la testa lei bevendo un sorso della sua bevanda frizzante ricevendo una guardata male da parte della rossa.
Sophia lo vide incamminarsi con Gonzalo ad un tavolo non troppo distante da loro.
Ma cosa ci facevano a Roma?
Si domandò lei, osservandoli.
«attenta alla bava» la prese in giro la ragazza di fronte a lei, la mora la guardò male, mentre cerco di sviare il discorso.
«con Carlo come va?»
«è no stronzo» sbuffò lei.
«mi sono persa qualche episodio?» Carlo era il ragazzo in cui lei si stava sentendo nell'ultimo periodo, avevano altri e bassi e Simone molte più delle volte si sfogava con lei.
«C'è ma tu lo fai un normale un ragazzo che la mattina prima ti da il buongiorno e poi la sera dopo non la buonanotte?» ovviamente doveva essere sempre così tragica.
«beh, se ne sarà dimenticato» gli consiglio lei prendendo le difensive del ragazzo.
«impossibile, è andato anche a ballare con Stefano» puntualizzò lei.
Sophia alzò gli occhi al cielo divertita prima di girare lo sguardo sentendosi osservata e vide che lui la stava osservando che quando notò il suo sguardo di ricambio le sorrise facendo rabbrividire la ragazza che ricambiò il suo sorriso.

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⏰ Last updated: Apr 25 ⏰

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