Capitolo 1 - il primo sogno

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La prima volta che lo vidi me la ricordo benissimo!
La giornata non era una delle migliori: le urla arrivavano da ogni pare, boati fortissimi rimbombavano nelle orecchie.. tutti correvano, non si sapeva dove, ovunque.. e non c'era un posto dove andare, dove nascondersi.

Tutto crollava! Era un apocalisse!
Io ero nel centro della mia città, e come gli altri correvo all'impazzata, un po' curva, con i gomiti ai lati della faccia, e le mani sopra la testa, cercando di ripararmi da qualsiasi cosa mi stesse crollando addosso.
La gente mi dava spallate e mi spingeva senza badare al fatto che fossi solo una ragazzina, perché ognuno in quel momento pensava solo a sè .
Io cercavo di evitare le varie collisioni, ma era impossibile, però sapevo che se fossi caduta a terra, per me sarebbe stata la fine.
Vidi una macchina, o meglio la intravidi tra la gente che correva, così iniziai ad andarle incontro.. non sapevo neanche se fosse aperta, se ci fosse qualcuno sopra, se fosse funzionante, ma era la cosa più utile che ci fosse in giro.
Non riuscivo più a respirare, c'era sempre più caldo e l'aria si riempiva di polvere, densa sempre più, che ostruiva il respiro, le lacrime mi annebbiavano la vista e le botte che continuavano ad arrivarmi mi facevano male.. ma continuai a farmi lago tra la gente e riuscii a raggiungere l'auto, che sotto lo spesso strato di sabbia e polvere aveva il colore rosso.
Era aperta ed entrai.
Mi lasciai sprofondare nel sedile, stremata, facendo un lungo respiro. Le voci sembravano più lontane, e anche se molte persone correvano passando accanto alla macchina, io mi sentii finalmente al sicuro, felice che nessun altro avesse avuto la mia idea.
Non avevo forze, continuavo a star lì, con gli occhi chiusi e respiravo velocemente, come se l'aria non bastasse mai.

Non lo so perché, ma non ci avevo proprio pensato a chiudermi dentro, e mi accorsi di non averlo fatto quando la portiera dalla parte del guidatore si aprì di scatto ed entró lui!!
Un ragazzino, molto più giovane di me, con i capelli castani, un giacca di jeans e una bella faccia tosta dagli occhi azzurri, il tutto contornato da una nuvola di polvere.
Si buttò sul sedile, giro le chiavi, mise in moto e partì.. il tutto nel giro di due secondi.

Suonava il clacson di continuo e urlava alla gente di spostarsi, peccato che loro non potevano sentirlo, peccato che fossero tutti troppo terrorizzati anche solo per pensare "oh, c'è una macchina, mi sposto" e così tiro sotto un bel po di persone, mentre io ero troppo shoccata anche solo per urlare e quindi me ne stavo lì, senza fiato, con la bocca aperta, a vedere tutte quelle persone che volavano sopra al nostro cruscotto o sotto le ruote della nostro macchina, pensando che alla fine, se fossi caduta a terra, anche loro mi sarebbero passati sopra senza neanche accorgersene, quindi.. meglio loro che io!!

Riuscimmo a raggiungere una strada più grande dove c'era meno gente, e fu allora, quando la macchina prese un andatura normale, che si accorse della mia presenza.
Si girò verso di me, tiro su le sopracciglia e mi disse, con una voce molto profonda e lenta: " ehi, ciaaaaaao" non sembrava sorpreso, sembrava un "ciao" in stile "ehi, bella bambola".
Un ragazzino un po' troppo presuntuoso e pieno di sè, ecco cosa stavo pensando! Un bamboccio che nel bel mezzo della fine del mondo non poteva evitare di provarci con una ragazza. La mia espressione non cambio, sentivo che lo stavo fissando con la solita bocca aperta, stavolta anche un po' disgustata, e le sopracciglia inarcate, mentre lui torna a guardare la strada è accende lo stereo.

In sottofondo risuonava una canzone tranquilla, rilassante, che era decisamente in contrasto con il paesaggio fuori. Distolsi lo sguardo dal ragazzo, che aveva ricominciato a ignorarmi, guardai fuori dal finestrino e vidi che oltre a essere crollato qualsiasi cosa, ora la terra iniziava a squarciarsi qua e là, le crepe erano sempre più vicine. Il cuore mi batteva all impazzata, sembrava che sulla terra fossimo gli ultimi rimasti, gli ultimi ma che presto sarebbero morti. Fu infatti questione di secondo prima che una crepa enorme si formasse davanti a noi. Evitarla era impossibile .
La macchina volò, lontano dalla terra ferma, e da quel momento tutto mi sembrò andare a rallentatore. Vidi davanti a me il sole, vidi il cielo sereno, ora che la polvere era lontana.. in basso vidi il mare, azzurro come non l'avevo mai visto.. sempre più vicino.. perché la macchina lo raggiungeva. Strinsi gli occhi e urlai portandomi le mani nei i capelli, mentre lui.. lui alzò la radio al massimo e disse: "oh beh.. tanto vale.." poi tirò su i gomiti, mise le mani dietro la nuca e infine si mise comodo sul sedile, rilassato.
Questa è la scena che ho impressa quando penso al nostro primo incontro: io disperata che piango e urlo mentre la macchina precipita nel vuoto e lui che alza al massimo lo stereo e si rilassa, andando verso la morte con "somewere over the rainbow" in sottofondo.
Sono passati un bel po di anni da quell'incontro, ma l'ho rivisto molte altre volte.

L'amore in un sogno Where stories live. Discover now