Capitolo 3 - Eddy

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Arrivo al lavoro in anticipo, come sempre. Sono i primi di ottobre, l'aria inizia a essere piu fresca, più buona e io respiro a fondo assaporandola tutta. L'ospedale è antico e imponente, stile vittoriano, circondato da grandi prati verdi. È stato ristrutturato più e più volte nel corso degli anni, e anche se fuori ha mantenuto la sua antichità, all'interno è il massimo della tecnologia.
Entro dalla porta principale e saluto la guardia con un grosso sorriso: "buongiorno Mark, o devo dirti buonanotte?! Hai quasi finito il tuo turno della notte, tieni duro"
"Buon giorno a te Eveline, in anticipo e sorridente come sempre, fossero tutti come te " gli lancio un bacio che lui fa finta di prendere al volo.
Arrivata al corpo centrale, dove ci sono tutti gli uffici amministrativi, vado dritta nella saletta "pausa" e mi fiondo alla macchinetta del caffè per prenderne uno bello lungo.
Stanotte non ho fatto un sogno particolarmente complicato, però mi ha lasciato una strana sensazione. Era il classico sogno dove qualcosa o qualcuno ti rincorre, io mi guardavo in terza persona, in realtà quella che vedevo non ero io, perché aveva i capelli lunghi, neri e ricci, mentre io li ho castani chiari, lisci e non più lunghi delle spalle, ma comunque sapevo di essere io. Era tutto buio, penso una specie di bosco, perché ricordo alberi qua e là, e io correvo per cercare di scappare da questa cosa, che non so cosa fosse, dato che dietro alla Me del sogno non ho mai visto niente.
Ad un tratto.. bom.. la visuale cambia, sono dentro me stessa e corro, no.. non riesco a correre, sono bloccata e più cerco disperatamente di correre e più non vado avanti, mi sento così pesante, come se un muro invisibile mi tenesse bloccata.
C'è qualcosa che ti insegue, bisogna scappare, questa cosa tu sai che riesce a correre, mentre tu non ci riesci, sai che corre più veloce di te e ti prenderà, è questa la sensazione che si ha nei sogni quando devi correre, non ci si riesce. Come quando sogni di morire e ti svegli, ci ano delle cose che nei sogni sono così, punto, e lo sono per tutti.
All'improvviso vedo "lui", è davanti a me, mi sta aspettando, ma io non vado avanti di un millimetro, così lui urla: " corri all'indietro!! Devi correre all'indietro!" E lo faccio.
Mi giro, e corro all'indietro! Il muro invisibile scompare, le gambe vanno, corrono veloci, la terra scivola sotto i miei piedi come nella normalità. Poi tiro su lo sguardo, non c'è niente , niente di visibile, ma io so che il male è lì, è vicino e d'istinto, mi rigiro in avanti e .. bom.. ferma di nuovo, la sensazione è bruttissima, come se avessi colpito nuovamente il muro invisibile e mi blocco, mi si bloccano le gambe, anche le braccia vanno piano, tutto! Così seguo di nuovo il suo ordine. Il sogno continua così, un susseguirsi di corsa in avanti e all'indietro, ma comunque senza raggiungerlo.
E ora ho mille nuovi pensieri in testa. Uno più degli altri e cioè: come faceva a saperlo? Come faceva a sapere che correndo all'indietro sarei riuscita a muovermi normalmente ?! Chi ci ha mai pensato di correre al contrario?
Lui è come se fosse un uomo dei sogni, una persona che abita nei sogni e non nella realtà, e dato che quello è il suo mondo, conosce tutti i trucchi.. oddio, sto pensando come una bambina di 10 anni.
"Buongiornoooo!" Una mano mi colpisce sulla spalla facendomi sobbalzare e rovesciare un po' di caffè a terra: " buongiorno anche a te Mery", "oddio, scusa, non volevo spaventarti" risponde mortificata strappando un pezzo di scottex e chinandosi per pulire il pavimento "no, figurati, è colpa mia, ero persa nei miei pensieri" .
Mery è, se così si può dire, la mia migliore amica. Ci siamo conosciute due anni fa, quando ho iniziato a lavorare in questo ospedale, lei ha 45 anni ed è stata il mio punto d'appoggio. Sempre disponibile, gentile, lei è stata la mia ancora di salvezza appena entrata qui dentro. Spesso ci siamo viste anche al di fuori dell'ospedale. Se c'è una persona della quale mi fido, quella è lei; purtroppo non ancora abbastanza da sfogarmi con lei del mio problema più grande, ma se mai dovessi dirlo a qualcuno, quella persona sarebbe lei.
"Ultimamente mi sembri spesso persa nei tuoi pensieri ! Sarà mica un uomo eh?!" Mi scappa un sorriso "mah.. diciamo che si, più o meno il problema è un uomo!" Mery lancia un grido di gioia,  e mi prende la mano libera saltellando come se fosse una bimba di due anni, poi riprende il discorso continuando a usare il tono di voce da ragazzina eccitata :" oddio, finalmente! Cosa aspettavi a dirmelo?! Dobbiamo vederci una di queste sere, così mi racconti" "hai ragione, dobbiamo uscire, è tanto che non ci facciamo una delle nostre serate chiacchiere! Però preparati perché sarà una  storia lunga" "non vedo l'ora" mi risponde sorridendo e facendomi l'occhiolino.
Ci avviamo insieme lungo i corridoi, bianchi e enormi, dove sono suddivisi i pazienti in base alla gravità della loro malattia.
Io mi fermo sempre prima di lei, le faccio un cenno con la mano, lei ricambia e si inizia a lavorare.
Il mio primo paziente è un signore di 42 anni. Si chiama Edoardo ma io lo chiamo Eddy. Non è pericoloso, è qua da moltissimi anni e non ha mai fatto male a nessuno. Ha una bella pelata al centro della testa, mentre intorno i capelli, grigio scuro, sono lunghi abbastanza da coprire le orecchie, dimostra più dell'età che ha.
Ci perdo poco tempo con lui, soffre di disturbi del pensiero: è un anomala percezione della realtà, unità a pensieri sconnessi. Eddy non distingue la realtà dalla fantasia e non guarirà mai da questo. Non ha parenti, è solo, quindi non saprebbe neanche dove vivere se dovesse mai uscire dall'ospedale. Ormai la  sua famiglia siamo tutti noi medici. Una volta al giorno passiamo da lui per salutarlo e sapere in quale fantastico mondo è stato.
"Buongiorno Eddy" la sua bocca si spalanca e ride, sgranando gli occhi "buongiorno mise" mi dice intanto che inizia a posizionarsi sulla sua seggiolone, pronto per fare due chiacchiere con me, io preparo tutta la mia roba, tra cartelline e fogli vari "come stiamo oggi?! E ieri sera hai fatto qualcosa di particolare?" Ci pensa su un attimo prima di rispondere, portando gli occhi in alto e guardando verso sinistra, questo vuol dire ci sta usando la zona destra del cervello, quella dove risiedono i ricordi, ma poi di colpo lo sposta a destra, usando la parte sinistra del cervello, quella della fantasia, ed è allora che inizia a parlare: " mah.. niente di particolare, sono andato a fare la spesa, poi ho mangiato e dopo ho messo su un film. Una serata tranquilla" "una bella serata direi, anche le mie sono spesso così! Che film hai guardato?" E i suoi occhi si spostano, gli servono i ricordi, per ricordare il titolo di qualche film "balla coi lupi" mi metterei a ridere se potessi! L'ha detto con una voce così convinta, quasi felice di aver ricordato il nome di un film, è fiero di averlo detto, quasi come se volesse dire -vedi?! Non sono pazzo, mi ricordo che film ho visto, quindi l'ho visto- potrei infierire chiedendogli di raccontarmelo, ma evito: "molto bello! E dopo aver guardato il film ti sei messo a letto?!" "Si.. ho fatto un sogno.. era strano.. " si ferma ancora, e cerca di ricordare, non lo inventa, vuole raccontarmi davvero il sogno che ha fatto e questo per Eddy è un gran passo, perché sta distinguendo un sogno dalla realtà "c'era anche lei miss.." non mi riesco a trattenere e faccio un piccolo sorriso "davvero?! E cosa facevamo ?!" ".. lei.. scappava miss.. io mi ero nascosto, era tutto buio e avevo paura! Comunque vuole sapere cos'ho cucinato ieri dopo la spesa?" Il suo tono è passato da culo e triste a super felice ed eccitato, mentre io sono rimasta molto perplessa. Eddy stava descrivendo esattamente il mio sogno di stanotte, e la cosa è incredibile, nonostante possa semplicemente essere un caso, dal momento che è pazzo: "certo Eddy che voglio sapere cos'hai cucinato, però parliamo ancora un po' del sogno, non me l'hai raccontato tutto.." lui torna pensieroso, non sta fermo con le mani e continua a sfregare una contro l'altra, con un grande sforzo sta cercando di ricordarselo "non mi ricordo bene.. io ero nascosto" "me l'hai detto che eri nascosto, ma come mai ti nascondevi? Avevi paura di me?!" "..no.. me l'hanno detto!" "Ti hanno detto di nasconderti?" "Si, e dopo ho cucinato il purè, e poi ho visto balla coi lupi.. davvero eh!"
Eddy continua a passare dai ricordi alla fantasia, non vuole ricordare, vuole stare nel suo mondo immaginario. Io sento il cuore che mi sta andando all'impazzata, ho bisogno di saperlo, anche Eddy era nel mio sogno? E se la risposta è sì, vuol dire che ha visto "lui"? Allora non sono pazza?! Oppure si, sono pazza come Eddy.
Senza neanche rendermene conto mi sono alzata in piedi "chi è stato a dirti di nasconderti?!" Ho alzato il tono della voce è Eddy si fa piccolo piccolo sulla sua seggiolina, stringendo le mani in due pugni e portandosela sotto agli occhi, tremando un po'. Non vuole più rispondermi, l'ho spaventato e mi sento una stupida.
Stupida, per aver fatto entrare al lavoro la mia vita privata.
Stupida, per aver trattato male un paziente.
Stupide, perché ho creduto alle parole di un paziente.
Torno a sedermi, prendo fiato due secondi facendo finta di controllare la cartella clinica per calmarmi, e riprendo: "dicevamo.. hai cucinato il purè e poi? Oppure hai mangiato solo quello?" Lui mi guarda un po' titubante, indeciso se ricominciare a parlare o no, mi scruta cercando forse di capire se può fidarsi. Lui sta guardando me come se fossi una matta. Non ha sicuramente mai visto un medico far trasparire così le sue emozioni e avere un comportamento com il mio. Dopo oggi non credo che sarò ancora il suo medico preferito, ma nonostante questo, ricomincia a parlare, e dopo due minuti sembra essere tornato completamente quello di sempre, dopo dieci l'intervista è la lezione di cucina sono finite.
"Ciao Eddy, ora vado ma domani ci vediamo così mi dici cosa fai stasera di bello" "certo miss.. e se le capita mi saluti quel ragazzo!" " quale ragazzo?" Il cuore ha ricominciato a battere a mille, e sento che sto iniziando a sudare a freddo mentre mi giro lentamente verso il mio paziente "quello che era insieme a noi stanotte.." in quel preciso momento si apre la porta ed entra il mio collega Tom, pronto per il suo turno con Eddy, interrompendo la nostra conversazione: "buongiorno Eveline." "Buongiorno Tom." Perché proprio ora? Non capiterà mai più che Eddy ricordi quel sogno, ma nonostante tutto non posso avere un altro sbalzo di umore, non posso attaccare ancora Eddy e convincerlo a continuare a parlare, non posso far niente, sopratutto ora che c'è il mio collega.. ma lui l'ha visto.. Eddy l'ha visto!!
"Certo Eddy, lo farò senz'altro" e lui usa ancora i ricordi e poi aggiunge : "altrimenti se lo vedo di nuovo a pranzo lo saluto io, ma l'ho visto solo una volta, non viene mai" e butta gli angoli della bocca verso il basso facendo la faccia triste, dopo di che torna di colpo allegro, come se si fosse ricordato che sto uscendo e che deve salutarmi .. e così fa, sorride e sventola veloce la mano, mentre il mio collega guardandomi butta in su gli occhi, in segno di aiuto, e chiude la porta dietro di se mentre esco.
Ho bisogno di stare ferma due minuti, lì in piedi davanti la porta di Eddy, prima di riprendermi. Sento che oggi non riuscirò mai a lavorare, ho bisogno di tempo per me, perché quello che è appena successo è una cosa troppo grande.

L'amore in un sogno Where stories live. Discover now