Bye Bye

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|Un mese dopo|

Uno dei pochi ricordi che custodisco ancora della mia infanzia,era che per me la pioggia significava soltanto passare ore ad osservare le gocce che giocavano a rincorrersi fra di loro.Le guardavo mentre si fondevano e diventavano un tutt'uno,mentre io ne seguivo il percorso con il dito sul freddo vetro della nostra macchina sportiva.A volte, io e zia Mary ci divertivamo persino a scommettere su quale goccia avrebbe raggiunto per prima il traguardo,delineato dalla fine del finestrino.Vincevo sempre io.Anche se lei mi ripeteva che non era pronta o che mi aveva lasciata vincere,ma lo sapevamo entrambe che avevo una dote,quasi un dono per riuscire a capire quello che stava per accadere.Ci scherzavamo spesso su,anche se mio padre non voleva che ne parlassi a sproposito,e non ho mai capito il perché.Ma quando quel giorno lo vidi entrare in cucina,potevo immaginarmi tutto ma meno quello che mi stava per annunciare.Da quella sera del bosco non ricordo quasi nulla,se non qualche parola o figura,ma quando il giorno dopo sono stata ricondotta a casa dalla polizia,quel misero straccio di vita sociale che avevo,fu distrutta in pochi secondi da mio padre.Mi aveva proibito di uscire e severamente vietato di uscire con il mio ragazzo,o meglio ex ragazzo.Per un po' abbiamo provato a vederci di nascosto,e di tenere una relazione segreta.Al'inizio la cosa era molto eccitante,nasconderci negli sgabuzzini o fare finta di niente l'uno dal'altra un po' come nella maggior parte dei film d'amore,ma la cosa non ha funzionato.La scuola era appena cominciata da qualche tempo,e se non uscivo per andare la ero confinata nella mia camera.Fuori pioveva e un'assolato sabato mattina di Ottobre si era trasformato in una fredda e grigia giornata.Ero seduta su uno degli sgabelli di legno in cucina,mentre stavo facendo colazione con un succo al'arancia e qualche biscotto che zia Mary aveva preparato il giorno precedente«Agatha,tesoro,ho una notizia da darti»disse papà sbucando con la testa in cucina.Bevvi l'ultimo sorso di succo e lo guardai in attesa«Stavo pensando a quello che era successo il mese scorso.E ho deciso che è ingiusto tenerti chiusa in casa,»
«Sul serio?»domandai,alzandomi subito in piedi per andare ad abbracciarlo«Grazie!».
Sapevo quanto fosse importante per lui la mia sicurezza e la mia istruzione,e sapevo anche che era fondamentale che io seguissi le sue regola alla lettera.Non erano regole molto severe,ma tutto quello che lui voleva era essere un buon padre,ed aveva bisogno del mio aiuto.Io avevo sedici anni e non ero più una bambina da seguire.Ma diciamo che il nostro era un rapporto molto libero.Lui stava fuori tutto il giorno per lavoro e io me ne stavo a casa con zia Mary,o meglio da sola,visto che la zia lavorava in un pub aperto tutto il giorno.«C'è solo un piccolo particolare»disse subito dopo essersi staccato da me,la sua espressione cambiò rapidamente,era quasi imbarazzato e io non avevo mai visto Logan Weiss imbarazzato in vita sua.Mi prese le mani nelle sue e si sedette su uno sgabello difronte a me.
«Dimmi»lo incitai«Non prenderla male,ma abbiamo deciso che per te era meglio cambiare aria,dopo tutto quello che c'è stato qui»provò a spiegarsi lui nel modo più semplice,mi mancò il fiato e con un gesto rozzo,affretto lasciai le sua mani«Abbiamo deciso?Tu e chi?»chiesi stupida,più arrabbiata.
«Ero al telefono con tua madre e-»mia madre?Aveva davvero menzionato quella donna?La donna che abitava più di mille chilometri da me e che non vedevo da quando avevo otto anni,ovvero quando i mie avevo divorziato?La stessa donna che sentivo solo per feste o compleanni?Quella che diceva di volermi bene per poi abbandonarmi?«Scordatelo,io da quella squilibrata non ci vado!».
«Oh andiamo Agghi,è sempre tua madre.Vedrai ti farà bene conoscere nuove persone»continuò cercando di dissuadermi,e ci era quasi riuscito usando il nomignolo che mi aveva affidato quando avevo tre anni.
«Ma non posso andare a-»mi bloccai a metà frase per riformularne un'altra«Dov'è andata a vivere la mamma?».
«A WhilmoreVille»disse mio padre sorridendo,come il posto da lui citato gli avesse riportato in mente dei vecchi ricordi.Forse è li che lui è mamma si sono conosciuti da giovani,non ne so molto sul loro matrimonio oltre che è finito.Non era solo mia madre il problema.Come potevo andare in un posto sconosciuto e che mi dava uno strano presentimento?

DollHouse|The Banshee|Where stories live. Discover now