Ossessione d'amore

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Will

Tutto iniziò quando Hans mi tese la sua mano e mi aiutò ad alzarmi da terra esattamente tre secondi dopo mi teneva per il collo della maglietta contro un muro e mi urlava in faccia. Era l'estate del 2004, prima della seconda superiore, ero un ragazzo tranquillo, stavo sempre per conto mio, camminavo a testa bassa e avevo paura della mia stessa ombra. Se a qualcuno mi avesse detto che sarei diventato uno spacciatore probabilmente avrei domandato cosa fosse uno spacciatore o avrei iniziato a piangere. Lui mi ha insegnato tutto ciò che so, è diventato la mia famiglia, la mia casa e il mio lavoro.

‹‹Dov'è la roba? Dove l'hai messa?›› urlava sputacchiando tutta la sua rabbia dritto verso la mia faccia. ‹‹I-i-i-io n-n-non...›› - ‹‹non te la starai mica facendo nei pantaloni? Dimmi dove hai messo la roba?!›› mollò la presa e io mi ritrovai con il culo a terra, ma ciò non lo fermò dall'infilare le mani nelle tasche della felpa e dei pantaloni ‹‹eccola! Non ci voleva poi molto›› concluse infilandosi nei pantaloni la bustina che avevo raccolto poco prima per terra. ‹‹Non sapevo fosse tua... io...›› - ‹‹ah quindi sai parlare! Non sei un idiota... grazie di averla presa›› - ‹‹prego - dissi tirandomi su e cercando di darmi un tono – sono Will, come ti chiami?!›› chiesi, ma lui mi aveva già voltato le spalle.

Dopo un paio di giorni mi fermò mentre tornavo da scuola ‹‹piacere sono Hans, scusa per l'altro giorno›› mi mise una mano introno alle spalle e mi raccontò che cercava qualcuno che lo aiutasse con il suo lavoro ‹‹cosa dovrei fare esattamente?›› - ‹‹niente di difficile, ogni pomeriggio mi troverai qui ti darò delle bustine come quelle di ieri, tu ti siedi alla fermata del tram e se qualcuno si siede vicino a te gliele dai – si accese una sigaretta – semplice no?›› concluse indirizzando il fumo proprio verso di me. ‹‹Non sembra difficile›› - ‹‹ti pagherò, se non combinerai casini, ovvio! – mi mise in tasca un secchetto – iniziamo oggi, ti va?›› annuì.

Era la prima volta che un ragazzo più grande si interessava me. All'epoca non avevo molti amici, ogni tanto qualche amica di mia nonna portava i nipoti quando veniva per il tè o per la partita a carte, ma a scuola e al parco ero sempre da solo. Ero felice di aver trovato un amico e volevo dimostrami all'altezza del compito. Tutti i giorni dopo i compiti scendevo in strada e Hans era lì ad aspettarmi, io gli consegnavo i soldi e lui mi consegnava altre pastiglie da vendere oltre a qualche spicciolo, ogni tanto si fermava a chiedermi qualcosa di me: quanti anni avevo, dove vivevo cose semplici ma mi piaceva avere qualcuno con cui parlare oltra alla nonna. Non capivo realmente cosa stessi facendo, non avevo la minima idea di ciò che passava fra le mie mani.

‹‹Will? - Will?›› mi sentì chiamare sottovoce da lontano, era Hans dall'altro lato della strada che mii faceva segno di raggiungerlo, feci segno alla nonna intenta a contrattare per delle zucchine e mi allontanai ‹‹ciao!›› - ‹‹ti va di venire ad una festa stasera?›› - ‹‹devo chiedere alla nonna›› - ‹‹non hai mica sei anni... senti se vuoi venire ci trovi al Mitte, bussa tre volte e fai il mio nome›› - ‹‹okay!›› lo salutai e tornai dalla nonna. Ricordo bene quella sera perché fu la sera delle prime volte: la prima bugia detta alla nonna che non voleva farmi uscire dopo cena, la prima birra e la prima canna. Io che non aveva mai fumato nemmeno per gioco, ma non volevo deludere Hans, non volevo che pensasse che fossi un debole, un "cagasotto" come spesso mi soprannominava. La mattina dopo la nonna non mi svegliò per andare a scuola, quando mi svegliai erano le undici passate e lei mi aspettava seduta sul divano ‹‹Sono vecchia, ma non stupida! Quella non è brava gente e tu smetterai di vederli›› disse con il suo tono calmo e pacato senza nemmeno darmi il buongiorno ‹‹loro sono miei amici›› tentai di spiegarle ‹‹sono dei drogati, farabutti e delinquenti, sono lo scarto della società e non permetterò che tu diventi come loro. Sono gente pericolosa, tu sei intelligente puoi fare meglio di così››.