Ossessione d'amore

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Sarah

‹‹Tesoro sei pronta? Perché non ti sei messa il vestito che ti ho fatto preparare?›› - ‹‹mamma!›› sbuffai mentre finivo di sistemare i capelli ‹‹lascia, faccio io›› si propone prendendomi il pettine dalle mai ‹‹sei comunque bellissima - disse orgogliosa – andiamo, tuo padre ci aspetta e gli Hoffman sono già arrivati››.

‹‹Le mie splendide donne›› ci accolse mio padre appena scese in soggiorno, cercai Erika con lo sguardo. Era la mia migliore amica, c'era sempre per me e io per lei, stessa classe e stesse scuola fin dall'infanzia. Lei da sempre più esuberante ed espansiva, io più clama e taciturna ma senza l'altra eravamo perse. I nostri padri frequentavano lo stesso club e le nostre madri lo stesso circolo, eravamo destinate a incontraci, ma noi ci eravamo scelte. Fin dalla scuola elementare quando la beccai a staccare la testa alla barbie di Sonia durante il suo compleanno. Quando mi vide si posò un dito sulle labbra e mi chiese di mantenere il segreto ‹‹amiche per sempre›› sussurrò sorridendo ‹‹amiche e per sempre›› risposi divertita dal suo sguardo furbo. Siamo cresciute insieme, sappiamo tutto l'una dell'altra e senza di lei non avrei mai potuto resistere ai cocktail party, ai balli e alle feste dei nostri genitori. Alle medie conobbi Míchel, la mia prima cotta, durammo solo qualche mese per il solo dispiacere di mia madre che mi immaginava già accasata al rampollo della città. Mích, ci presentò il suo migliore amico Stephen e da allora siamo un quartetto inseparabile.

‹‹Eccoli – Erika corse verso i due amici – siete tremendamente in ritardo›› li canzonò lei imitando il tono di rimprovero di mia madre che comparve poco dopo alle nostre spalle ‹‹Míchel, Stephen che piacere vedervi›› - ‹‹signora Vanhausen›› risposero in coro, erano talmente bravi a fingersi dei perfetti gentiluomini che per poco non mi strozzai con il Martini. ‹‹Signora Vanhausen - esordì Mích - questa festa è magnifica, ha superato sé stessa›› - ‹‹Grazie, ma chiamami Rose o mi sentirò una vecchia signora, non riesco proprio a capire come mia figlia si sia fatta sfuggire un così bravo ragazzo›› - ‹‹mamma per favore!›› - ‹‹rilassati, stavo solo scherzando – mi posò un bacio sulla guancia e raggiunse mio padre – divertitevi ragazzi››.

‹‹Tua madre ha ragione, come hai fatto ha farti sfuggire un così bravo ragazzo›› scherzò Erika - ‹‹me lo chiedo sempre anche io, sono perfetto e tua madre mi adora›› - ‹‹smettila e offrimi da bere, la serata è ancora lunga›› conclusi prendendolo sottobraccio mentre raggiungevamo l'angolo bar.

Mi svegliai la mattina seguente, più tardi del previsto, ma era sabato e mi era concesso oziare un po' di più nel letto. I miei erano ancora seduti davanti al buffet della colazione, quando mi decisi a raggiungere la sala da pranzo. Mio padre leggeva il giornale e mia madre era concentrata sul suo libro ‹‹buongiorno!›› li saluto con un bacio sulla guancia ‹‹buongiorno tesoro›› ricambiano. Mi viene servito il mio solito tè con la spremuta dopo pochi secondi. Guardo indecisa i waffle e le brioche, ma mia madre mi batte sul tempo e mi avvicina una ciotola di frutta ‹‹che programmi hai per oggi? Ti vedi con Mích?›› chiede distogliendo l'attenzione dal suo romanzo. ‹‹No, ho appuntamento con Erika, le serve un vestito per la festa dello studio di suo padre... i ragazzi ci raggiungeranno per la serata›› - ‹‹che magnifico programma, magari puoi invitare Mích a pranzo domenica, che ne pensi Tom?›› - ‹‹sì, tesoro›› risponde distratto mio padre, sono sicura che non abbia sentito nemmeno una parola. ‹‹Sarebbe inopportuno›› infilando un pezzo di kiwi, ‹‹fesserie, sono sicura che apprezzerà molto il tuo invito›› - ‹‹mamma, non penso sia il caso›› - ‹‹Tom, sarebbe gradita la tua opinione, metti via il giornale e aiutami›› mio padre si alzò e dopo essersi avvicinato le posò un baciò sulle labbra ‹‹lascia che si goda la sua gioventù, sono solo ragazzi›› disse facendomi l'occhiolino – mi aspettano per una riunione ci vediamo più tardi›› concluse congedandosi. Promisi a mia madre di invitare Mích specificando però che sicuramente avrà avuto già dei programmi ‹‹ottimo, non chiedo altro, ora finisci la colazione intanto ti faccio preparare un bel bagno caldo››.