Cercando Evelin

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<<Sta dicendo che Evelin, la madre dei due gemelli, risulta essere tuttora una persona scomparsa?>>

Marianne aveva lo sguardo fisso negli occhi di Carlo Salviati. L'espressione dell'uomo si era incupita. La luce che brillava nei suoi occhi limpidi sembrava lontana, d'un tratto.

<<Per quanto ne so, sì. In realtà, troverete facilmente informazioni riguardanti questa storia, cercando qua e là. Ricordo che la notizia suscitò parecchio scalpore all'epoca. E fu un brutto colpo, per noi. Perché per quanto possa sembrare strano, o assurdo... ci eravamo in qualche modo legati a lei.>>
<<Non provaste mai a cercarla, dopo la sua scomparsa?>> domandò Marianne.
Carlo scosse la testa, poi sorrise, ma era un sorriso spento. Rassegnato.
<<Sapete, la nostra vita era qui. E alla fine, la vita andò avanti. Un giorno dopo l'altro. Succede sempre così, non è vero? Avrei voluto che... avremmo voluto, tutti noi, nel profondo, sapere che stesse bene. Ma l'indirizzo che lei ci aveva lasciato... guardate.>>


Carlo si alzò e chiese alla moglie Rosa di accompagnarlo da qualche parte. La donna lo seguì e tornarono dopo un paio di minuti. Marianne ci disse in quel lasso di tempo che ci avrebbe spiegato tutto e che era tutto sotto controllo. Alla fine, era chiaro che se dopo il suo racconto ci fossero state delle lacune, Ryan le avrebbe spiegato che cos'altro domandare alla famiglia Salviati, ma in cuor mio ero convinto che non ve ne sarebbe stato bisogno. Marianne avrebbe potuto essere un'eccellente detective, oltre che un'avvocatessa con le palle, quale era.

Osservammo la signora Rosa: tra le mani, teneva una piccola scatola di legno. La appoggiò con delicatezza sul tavolino al centro del salotto e poi la aprì.
Lentamente, estrasse una vecchia fotografia.
Io, Ryan e Marianne ci avvicinammo e la guardammo con attenzione e curiosità.

<<Eccola>>, disse Carlo Salviati, << Evelin. Potete vedere anche i due gemelli... e poi ci siamo io e Rosa. La scattammo nel camerino di lei, dopo lo spettacolo. Quando la raggiunsi per consegnarle i due ciondoli che mi aveva chiesto.>>

Osservammo quella fotografia sbiadita e nessuno di noi disse nulla per qualche lungo secondo.

Evelin era bella in una maniera totale, disarmante. Fuori dal tempo. Sembrava davvero una star. Una di quelle di un'altra epoca. Mi ricordava le attrici degli anni sessanta, le dive dei vecchi film in bianco e nero. Tanto poco appariscenti quanto magnetiche. Sorrideva, ma il suo sguardo sembrava lontano. Perduto. C'era una luce sinistra nei suoi occhi, un velo inquietante, che attraversava quasi la fotografia. Era così evidente. Evelin... aveva paura.
Guardai anche i due bambini. Riconobbi, seppur con un po' di fatica, i lineamenti di Ray Dwight.

Carlo voltò la fotografia, e sul retro c'era una scritta in corsivo. Sembrava una dedica.

A Carlo e Rosa. Un porto sicuro in mezzo al mare.
Grazie, dal profondo del cuore.

E.

Poi, più in basso, c'era un' altra scritta, sempre in corsivo.

Se un giorno o l'altro vi venisse voglia di scoprire anche l'azzurro di quel pezzo di cielo d'America occidentale, sarà lì che mi troverete. Da qualche parte, lungo il Mulholland Drive.

E sotto, ancora più in basso, un indirizzo di Los Angeles, sul Mulholland Drive, la lunga e celebre strada che serpeggia tra le colline della California.

<<Quindi Evelin fuggì a Los Angeles?>> chiese Marianne.
<<Questo è ciò che ci disse. Non sapevamo da chi o da che cosa stesse scappando, ma era evidente che stesse cercando di lasciarsi qualcosa alle spalle. Da quando la conoscevo, non l'avevo mai vista turbata o... scossa, ecco...come durante quelle ultime due giornate.>>
<<Perché in California?>>
Carlo si strinse nelle spalle.
<<Credo che... sì, vede, se non ricordo male... ci disse di avere una sorella che viveva da quelle parti. Con tutta probabilità fu da lei che andò, prima di scomparire per sempre.>>

Marianne prese in mano la fotografia, la guardò a lungo, restando in silenzio, poi guardò me e Ryan, e infine di nuovo Carlo.

<<O forse>> disse sottovoce, <<non andò da sua sorella prima di scomparire per sempre. Andò da sua sorella per scomparire per sempre.>>

La ballerinaOnde as histórias ganham vida. Descobre agora