Felicità

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Pov's Alexia
Un odore di cornetti appena sfornati mi fece svegliare con un leggero brontolio allo stomaco. Il giorno precedente ero andata a dormire a casa di Gabriele e Michele, andandomi a rifugiare nella ex stanza di Federico. Federico, già, chissà come stava; nonostante i fatti avvenuti non potevo fare altro che pensarlo. Scesi in cucina, notando subito i cornetti fumanti su un piatto grande.
-Ben svegliata bella addormentata, cornetti?- mi chiese Michele, versando del succo d'arancia in un bicchiere. Gli sorrisi quando mi porse il bicchiere, e lo afferrai mettendomi seduta. Presi un cornetto e sentendo lo stomaco brontolare sempre di più, lo addentai in fretta senza fare complimenti o dire qualcosa. Ingoiai il primo pezzo, ma ad un certo punto, ecco tornato il senso di vomito. Feci cadere il cornetto sul piatto, attirando l'attenzione di Michele che subito capì ci fosse qualcosa che non andasse. Prima che potesse dire qualcosa, mi alzai di scatto, e corsi in bagno. Per un ennesima volta, rigettai tutto, sentendo lo stomaco come se fosse stato preso a pugni.
-Oddio Alexia, tutto bene?- mi chiese Michele chinandosi accanto a me, e mettendomi una mano sulla spalla. Sorrisi forzatamente e annuii. Mi alzai aiutata da lui, lavai le mani e restai a guardarmi allo specchio davanti a me. Pallida, occhiaie profonde e labbra screpolate, un vero e propio zombie. Mi bloccai rabbuiandomi, pensando subito a Federico. Sentii gli occhi appannarsi e le lacrime minacciavano di uscire da un momento all'altro.
-Io... devo andare Michele.- dissi sull'orlo del pianto. Non gli diedi il tempo di rispondere che scappai fuori dal bagno, lasciandomelo alle spalle e uscendo di casa.
Pov's Federico
Le cinque docce fredde che avevo fatto non erano bastate per calmarmi. Osservai i pugni chiusi sulle ginocchia, e le goccioline che cadevano dai capelli bagnati, infrangersi per terra.
Sentii la porta aprirsi e mi preparai a sbraitare contro chiunque fosse, ma mi fermai subito dopo averlo pensato, quando vidi Alexia. Scattai in piedi e inchiodai il mio sguardo su di lei. Capii subito che qualcosa non andasse, era stanca e pallida in viso, com'era possibile? Infondo è un demone anche lei.
-Alexia io...- mi interruppe bruscamente e disse
-No Federico, niente Alexia. Perché me l'hai nascosto?- ingoiai a vuoto, e provai a parlare, ma richiusi la bocca subito dopo. Sospirò e puntò i suoi occhi stanchi nei miei, facendo nascere una fitta di dolore nel mio petto.
-Io non volevo farlo, ma sono egoista e non... non volevo perderti, ma a quanto pare ti ho perso lo stesso.- dissi con voce strozzata. Abbassò lo sguardo e si strinse nelle spalle, restando in silenzio. Questo mi portò a continuare a parlare
-So che non ti ha dato fastidio solo questo, e che pensi ancora a quello che hai visto mentre ero con quella ragazza ma ti giuro Alexia, che non avrei mai potuto tradirti, non ce la farei mai, nemmeno sotto tortura e lo sai bene dentro il tuo cuore, come lo so io. Ho sempre cercato di proteggerti dal male che sono, perché ho sempre avuto paura che tu mi vedessi come un mostro, ma ho voluto mostrarti quel lato migliore di me che tu stessa hai fatto risvegliare, l'unica donna che amo.- alzò la testa, guardandomi con gli occhi lucidi e disse
-Io non ho paura di te, non potrei mai, anche io ti amo e adesso più che mai perché... sono incinta Lux.- spalancai gli occhi e la bocca contemporaneamente, e sentii il cuore fermarsi per un attimo.
-Come...?- sussurrai balbettando, con il cervello fuori uso.
-Ero venuta ieri nel tuo ufficio per dirti questo.- disse con voce tremante, giocando nervosamente con le sue mani. L'emozione che provavo in quel momento era indescrivibile, tanto che sentii le guance bagnate senza accorgermene, cosa che non mi era mai successa davanti a lei. Appena si accorse di quel mio stato, si avvicinò a me e mi prese le mani teneramente. Di rimando, la strinsi forte a me, cercando di realizzare per quanto potessi.
-Non piangere.- sussurrò al mio orecchio, portai la testa indietro per cercare i suoi occhi con i miei e appena li trovai, potei leggere nella sua anima tutta la tempesta di emozioni che l'avvolgeva. Le mie labbra furono subito sulle sue, in un bacio pieno di felicità. Portai le mie mani sul suo ventre e dissi
-Presto saremo una famiglia.- sorrise e si strinse al mio collo, e disse
-Per questo non devi mentirmi mai più.- portò una mano sulla mia, e la portai alle mie labbra, posandole un bacio sopra.
-Te lo prometto.- dissi portando le mie mani ancora intrecciate alle sue dietro alla sua vita. Restammo avvinghiati, corpo contro corpo, cuore contro cuore, finche dei nostri problemi non ne rimase più nemmeno il ricordo e il presente diventò più che reale.

The devil's heart ||completa||Where stories live. Discover now