Solangelo

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Era lì da tre giorni, e nonostante si sentisse benissimo, quell'impertinente di Will Solace non era intenzionato a farlo uscire dall'infermeria.

Lui, Nico Di Angelo, figlio di Ade, temuto da tutti -comprese le anime nei Campi della Pena- tenuto in ostaggio da un figlio di Apollo in un'infermeria.

In un'infermeria decisamente deprimente tra l'altro.

Anche se la guerra era finita, quel luogo infernale dove Nico era tenuto prigioniero era ancora un via vai di semidei, tutti con ferite più o meno gravi.

Non era abituato a stare in mezzo alla gente, ed anche se c'erano dei semidei che provavano a parlargli per congratularsi, lui se ne stava per conto suo.

Le uniche persone con cui aveva parlato nel suo periodo di 'malattia' erano state Reyna, appena prima che ripartisse per il Campo Giove, il Coach, che aveva urlato per tutto il tempo, infine Percy e gli altri. Senza contare quel biondino.

Già la prima volta che lo aveva incontrato aveva capito che lo avrebbe avuto in mezzo per un po'. Il problema? Era troppo biondo. Troppo positivo. Troppo alto. Troppo tutto.

Veniva da lui tre volte al giorno per assicurarsi che mangiasse e gli rimboccava le coperte. La guerra lo aveva decisamente rimbecillito.

Gli serviva un infermiere, non una babysitter!

Insomma, si era mai visto un figlio di Ade che veniva imboccato a forza e a cui venivano rimboccate le coperte? No, sicuramente mai nella storia.
Eppure eccolo lì, bloccato a letto, con un figlio di Apollo troppo biondo che gli dava un brodo schifoso come pranzo.

- Ma devo mangiarlo per forza? Almeno dammi un hamburger!-

- No, mangia questo, c'è dentro dell'ambrosia.-

- E non posso mettere l'ambrosia dentro l'hamburger?-

- No, si mangia questo. Ordini del dottore.-

Ecco un'altra cosa che non riusciva a digerire. E no, non riguardava il cibo.

Ogni volta che controbatteva su qualcosa, sempre quella maledetta affermazione.

Ordini del dottore.
Per gli Dei quanto gli dava sui nervi!

E la stessa storia per altri due stramaledetti giorni.
Almeno fino a quando Nico si stufò.

~~~

Erano passati cinque giorni e l'unica cosa che aveva visto erano state garze, pomate, ambrosia e Will.
Di questo passo finiva per impazzire.

L'infermeria era ormai immersa nel silenzio, d'altronde erano le tre del mattino, ma Nico era più sveglio che mai.

Era più sano di un pesce, era il momento di andarsene.

Cercò di alzarsi facendo il meno rumore possibile, uscì dall' infermeria e corse alla capanna 13.

Dato che l'avevano costruita qualche mese prima, e che durante la guerra contro Gea aveva passato la metà del suo tempo al Campo Giove con Hazel, non ci aveva mai messo piede, ma era molto incuriosito.

Aveva l'aspetto lugubre, ma tutto sommato sembrava fatta proprio per un figlio di Ade.

Essendosi già abituato al buio, per Nico non fu difficile entrare e radunare tutte le cose che Will aveva sistemato all'interno.

Ambrosia, qualche cambio, il suo immancabile anello e una foto delle due persone a cui teneva di più al mondo: Hazel e Bianca.

Aprì di scatto la porta, trovandosi l'ultima persona che avrebbe voluto vedere in quel momento.

One Shot Pucciose sulle saghe di Zio RickWhere stories live. Discover now