Singletitudine, amici e le considerazioni di Madre

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  C'è una cosa importante che la gente di solito non sa di me: non sono mai stata fidanzata. Mai nella vita. Sono stata un maschiaccio da bambina, una violenta forzuta da ragazzina, un'atleta che sognava gare di categoria da adolescente e poi una studentessa pendolare con la disperazione nell'anima e la cirrosi epatica nel fegato. Coi ragazzi facevo amicizia, ci facevo la lotta, mi prendevo a parolacce e li prendevo in giro senza pietà (generalmente sono una ragazza gentile, giuro. Ma ho anche una lingua biforcuta e avvelenata se mi ci metto) ma non mi ci andavo dietro. Non mi interessavano, avevo la testa su altre cose e basta e di conseguenza mentre mia sorella instaurava relazioni durature io non parlavo mai di ragazzi dal punto di vista romantico. 

Se la cosa non aveva impensierito i miei quando ero più piccola, oltrepassata la ventina cominciavano già a vedermi sulla via della gattara pazza (ma coi cani. Canara?) e quindi è successa una cosa facile: ogni nome maschile che pronuncio diventa quello del mio mio amante segreto inconfessato. Mica si ricordano che a loro racconto pure quante forchettate di pasta ho mangiato, per loro gli tengo nascosti i fidanzati, Sì, ho detto "I", e ora vi spiego anche perché.

Ho molti amici. Attaccherei bottone anche con un palo della luce se ne avessi la possibilità. Ogni viaggio in pullman per me porta la conoscenza di un amico inossidabile e siccome sto in pullman qualcosa più di tre ore al giorno per andare e tornare dall'università finisco per avere più conoscenti di Obama.

Presente i diagrammi di Eulero-Venn? Quelli coi sottoinsiemi? Bene, se non ve li ricordate andateveli a cercare. Oppure semplicemente immaginate un enorme cercho che contiene tutti i miei amici, e poi tanti cerchi concentrici dentro.

Il cerchio più piccolo sono i miei amici più stretti, che sono quattro ragazze e due ragazzi. Li avete presenti? Bene. (Solo a me sembra di stare parodiando Giovanni Mucciaccia? Vabbè). Di questi due ragazzi uno è gay: interessante il fatto che me l'abbia detto solo dopo un anno che gli ho confessato di essere innamorata di lui, vero? Sì, sono stata innamorata, ed è stata una cosa assurda e indescrivibile che appunto è finita con "Ti devo confessare una cosa: sono gay". 

Magari un giorno ve la racconto.

L'altro, che piaceva a un'altra ragazza del cerchio, è fidanzato da ben due anni; dietro a questo andava anche il mio amico gay. La sentite la sigla di Beautiful? Anche io.

Facciamo un passo fuori dal cerchio stretto: gli amici di vecchia data. Sono tutte ragazze, perché i ragazzi erano una manica di stronzi. Non aggiungo altro perché non c'è nient'altro da dire.

Nel cerchio ancora più esterno ci stanno gli amici più nuovi. Tra questi ce n'è uno che mi viene dietro, davvero. E' un ragazzo gentile, molto timido, diversi anni più grandi di me. E a me non piace: non c'è quel genere di connessione mentale, e basta. Il che mi dispiace moltissimo perché lui è davvero una cara persona. Mi tiene d'occhio quando esco di aula, si preoccupa per me se non sono a lezione, mi avvisa se ci sono comunicazioni... ed è geloso. Non in maniera plateale ma ecco... per spiegarvi la situazione devo passare a un inciso lungo come la Salerno-Reggio Calabria. Spero che non vi dispiaccia.

Vale il "Chi tace acconsente".

All'università ho conosciuto una lunga serie di persone. Molti mi stanno antipatici, altri mi stanno simpatici, poi ci sta l'amico corteggiatore, una della cerchia interna, un amico di vecchia data (Ah, c'era un maschio nella cerchia della vecchia data! Scusa Sam!) e poi c'è Yoda.

Lui ce l'ha un nome proprio, ma è il mio Yoda quindi vi beccate il suo soprannome. Saprete anche voi che il tempo è strano e capriccioso, e può essere calcolato in maniera oggettiva e soggettiva. In maniera oggettiva io e Yoda ci conosciamo da meno di due anni, in maniera soggettiva ci conosciamo da quindici anni. Lui mi ha aiutato in un momento di crisi nera in cui nemmeno la cerchia stretta si era accorta che mi trascinavo attraverso le settimane come un automa, con le occhiaie che diventavano più larghe, il sonno molto più che latitante, crisi di pianto e di panico. Roba seria e non per cazzate, non sono una ragazza Tumblr: ho solo attraversato davvero una serie di cose che avrebbero messo a dura prova chiunque.

Fatto sta che Yoda mi chiede, dopo mesi che ci scambiavamo solo chiacchiere disimpegnate, cosa avessi. Al "bene" di circostanza non ci ha creduto nemmeno un minuto e con una gentilezza unica, senza spingermi a fare niente, mi ha detto che potevo tranquillamente sfogarmi con lui se ne avessi sentito il bisogno.

Non vi posso raccontare tutto, la storia ora è troppo lunga. Ma Yoda mi ha aiutata ad uscirne e vi giuro che io uno come lui non l'ho conosciuto mai e penso non esista da nessun'altra parte, e vi auguro di incontrare qualcuno che sinifichi per voi quanto lui significa per me.

Yoda è fidanzato.

Questa cosa mi fa immattire perché mi ha chiaramente (ma proprio in faccia esplicitamente) detto che se ci fossimo incontrati prima adesso staremmo insieme. Mi rode il fegato, ma siccome non sono autolesionista mi comporto con Yoda come mi comporto con quello della cerchia stretta gay. Con Yoda però parliamo ogni giorno, tra una lezione e l'altra, a pranzo, per messaggio, nelle pause... e flirtiamo. L'amico di prima, quello a cui piaccio, tutte le volte che mi vede uscire dall'aula con lui va a chiedere all'amica della cerchia se sa di cosa stiamo parlando e a battuta spesso lo chiede anche a me.

Cosa ho fatto io? Ho avuto la malaugurata idea di raccontare questo non-triangolo amoroso a mia madre, che da allora prova alternativamente ad accoppiarmi con l'uno e con l'altro arrabbiandosi perché non mi decido. Decidere cosa, poi? Uno non mi piace e l'altro, pur flirtando con me, è un fidanzato fedele. Quindi basta, io sto da sola e tutto sommato sto bene. 

Mia madre mi cuce il vestito da sposa nel frattempo, che non si sa mai.

Un saluto a tutti. Ci vediamo, pasticcini. 

Cose che capitano - Fatti casualiWhere stories live. Discover now