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Sul tavolinetto all'angolo sotto il finestrone che affaccia sulla strada, questa sera le birre sono due. Una ormai calda, l'altra ormai finita.

C'è una specie di partita in tv con il suo corollario di uomini di ogni età che urlano infamità l'uno contro l'altro. Il signor Smith, il proprietario del Riverbank, ridacchia soddisfatto mentre riempie uno dopo l'altro i calici che gli procureranno la fortuna della serata.

Shawe cerca di fare l'indignato, la noncuranza di Dani per le sue performance deve avergli scalfito l'orgoglio. Sono mille e uno i modi in cui tenta di farle cambiare idea, non ultimo il calice di Douglas Scotch Ale.

Dani non può fare a meno di pensare che la birra è buona e che il chitarrista imbranato, nonostante tutto, sappia davvero ridere: le racconta dei suoi fratelli, in Scozia, e del cucciolo di husky dal pelo grigio cresciuto insieme a lui, blatera di suo padre, di onore e responsabilità, e del suo bisogno di trovare una strada propria. Una strada che si imbocca con una chitarra in mano e qualche canzone d'amore, a quanto pare. Racconta di sé tra un sorso e l'altro e la guarda con un'espressione così onesta e fiduciosa da farle quasi venire voglia di rispondere di rimando. Quasi. Parlare di sé per Dani non è mai stato semplice e poi, nei suoi ricordi, della sua famiglia, restano solo un albero d'arance e i pizzicotti di suo fratello. Davvero poco da raccontare.

"Ascolta," cerca ancora di spiegargli lei, "a te piace cantare che l'amore è dappertutto e lo senti arrivare tra le dita dei piedi e delle mani e le rose sbocceranno e tutto il resto. Io, semplicemente, non ci credo. Tutto qui."

"Ma le rose," Shawe scandisce piano le parole, come a voler chiarire un punto d'onore, "sbocciano a primavera."

"E poi muoiono in autunno," spiega lei. Le spiace guardare quel guizzo nei suoi occhi chiari che tentenna alla sua risposta, ma i poeti, si sa, non hanno vita facile a questo mondo.

Shawe dubita e poi annuisce, si umetta piano il labbro. "È che tu trascuri l'estate, secondo me".

*

"Scommettiamo?"

*

La scommessa è semplice e anche vagamente insensata. Dani ha deciso di dargli corda perché è riuscita a guadagnarsi una settimana di prova alla National Portrait Gallery – la promessa di un lavoro vero, forse, in futuro – e in fondo le piace vederselo girare intorno con le sue supposizioni sbagliate su tutte le persone che entrano in ostello o nel pub. E poi va così.

Lei è sicura della sua parte di scommessa, ha visto fin troppe rose appassite per credere alla storiella delle anime gemelle, dell'altra metà da cercare nel vasto infinito dell'universo. Il nostro cuore non nasce a metà, come fosse uno stupido ciondolo da condividere, il nostro cuore nasce intero, forte, pulsante e pieno di speranza; è la vita – il vasto caos dell'universo – che un poco alla volta ne scalfisce ogni più piccolo pezzettino, come un maldestro scultore che non sa usare lo scalpellino, la promessa di un grande capolavoro distrutta un colpetto alla volta fino a ridurre tutto in mille frantumi.

Shawe giura che riuscirà a farle cambiare idea e mostrarle che Love is all around come cantavano i Troggs, trovando per lei almeno una coppia felice. Dalla sua ha sette giorni di tempo e quella fiducia apparentemente incrollabile che scintilla nei suoi occhi chiari.

*

NdA: I riferimenti alla coltura delle rose sono del tutto metaforici. Chiedo scusa a tutti i botanici per le approssimazioni presenti nel testo.

RiverbankWhere stories live. Discover now