Capitolo 5

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«Jules. Tesoro. Jules, sveglia» sentii la voce di Dean che mi scosse dal sonno.

«Ehi» disse quando aprii gli occhi.

«Ma come sono finita qui? Stavamo guardando la tv e...».

«Ti sei addormentata. Ti ho portato qui per farti stare più comoda» fece accarezzandomi.

«Abbiamo dormito insieme?».

«Sì».

«Che bello! Anche se, in pratica non me lo ricordo».

«Dormivi come un ghiro. Credo che nemmeno un bombardamento ti avrebbe svegliata» fece Dean ironico.

«Mmmm» dissi stropicciandomi gli occhi.

«Ad ogni modo penso che dovrò comprare un letto matrimoniale. Il mio letto a una piazza e mezzo è troppo piccolo per due, visto che in pratica ti muovi come un cavallo prendendoti tutto lo spazio».

«Ahhh» feci dandogli uno schiaffetto e facendo la finta offesa «io non sono un cavallo e non è vero che mi prendo tutto lo spazio».

«Sì, come no! Comunque devi prepararti per andare a lavoro. Ho chiesto a Rachel di portarti qualcosa qui. È passata poco fa».

«Avresti potuto svegliarmi».

«Ci ho provato, Jules. Non sai quante volte».

«Capito».

«I tuoi vestiti sono in bagno. Fai presto che devo attaccare anche io tra un po'».

«Mi accompagni tu?» chiesi.

«Vuoi andarci a piedi?» fece ironico.

«Giusto!».

Corsi in bagno a prepararmi cercando di fare più in fretta possibile. Quando uscimmo di casa ed entrammo in auto, presi la mano di Dean stringendogliela forte. Non ero pronta a staccarmi da lui.

Arrivammo al Wayford giusto in tempo per l'orario di lavoro, ci salutammo velocemente e iniziammo le nostre rispettive giornate, l'uno lontano dall'altra.

Lavorai sodo cercando di non pensare a lui e a quanto, anche se per poche ore, mi mancasse.
Arrivate le sei e mezzo mi recai nel suo ufficio. Avevo finito di lavorare e lui avrebbe staccato di lì a poco.

Mi sedetti in sala d'attesa salutando con un sorriso la sua segreteria.

Dopo un po' vidi uscire una bellissima donna dal suo ufficio. Poteva avere quaranta, quarantacinque anni. Aveva una lunga chioma nera e un portamento da modella.

Mi sembrava un viso conosciuto. Ero sicuro di averla vista da qualche parte.

Ma sì... alla festa... quella in cui Dean baciò quella stronza e io ruppi con lui. Chi diamine era?

«Arrivederci Maggie» disse con fare da gatta morta.

«Arrivederci signora Anger».

Anger? Anger era il cognome del capo di Dean. Quindi lei era... Mel? La moglie del suo capo. Quella con cui andava a letto prima di...

«Signorina Cannygan, se vuole, adesso il dottor Hockester è libero» fece la sua segretaria destandomi dai miei pensieri.

«Sì certo, grazie...».

«Maggie. Può chiamarmi Maggie».

«Certo, Maggie».

«Vuole che l'accompagni o...».

«No, grazie. Conosco la strada» dissi e mi incamminai nel suo studio. Bussai alla porta e sentii la sua bellissima e calda voce:

«Avanti».

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