E ti guardano come fossero stranieri (0)

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 Sono troppi anni che perdi la voce 

Giorno di sole, quasi disturbante. Un giorno di sole di vent'anni fa, quando tutto scorreva per il verso giusto, senza mai trovare un divieto di sosta. Un giorno di sole dove, in una clinica specializzata all'odor di soldi, nacqui io. Pelle pallida, capelli biondi e occhi scuri, quasi all'apparenza cattivi. Nadia. Figlia unica viziata fin sopra la testa, svezzata con alimenti prettamente vegani e bio, sempre e comunque con i genitori dietro le spalle. Forse classificata come l'adolescente perfetta da tutte le mamme delle mie amiche. Mai una sigaretta, una canna, un goccio di vodka, scappatelle varie con ragazzi. Mia madre era fiera di me, aveva tra le mani il prototipo perfetto della figlia perfetta in un mondo che tanto perfetto non lo è mai stato. Ottimi voti in matematica e chimica, ma non tanto belli quanto in greco. Mai saltato un giorno di scuola, il primo bacio dato a 17 anni, brava donna di casa, soffocata da un maschilismo fin troppo pressante, costretta a pensarla come loro, come loro due. Volevano la figlia perfetta, loro che perfetti non lo sono mai stati. Mia madre e i suoi capelli biondo platino quasi disturbanti, la sua risata fastidiosa, la sua stupida abitudine del THE delle 15.20, le sue stupide amiche, il suo stupido rossetto rosso, le sue stupide unghie rosse, il suo stupido vizio di mangiarsele, il suo stupido vizio di spendere 50€ euro per cercare di placare quell'altro stupido vizio che tanto rovina le sue stupide mani. Lei e i suoi vestiti sempre perfetti, perfettamente fastidiosi. Sposata con mio padre alla tenera età di 19 anni, forse perchè voleva scappare da casa sua, o forse perchè voleva provare una nuova esperienza da raccontare durante i suoi rituali da caffettino al bar, decide di metter su famiglia. Decide tutto lei, gestisce tutto lei. Lei aveva, ha e avrà sempre il controllo. Povero mio padre, che pur di non provare la stessa medesima sensazione data dalla solitudine come quando suo padre è 'andato a prendere le sigarette', ha deciso di entrare a far parte del suo gioco meschino. Papà non ha mai deciso nulla, ha sempre fatto tutto lei. Le vacanze dove voleva lei. Ho sempre percorso i suoi passi, ho sempre fatto le sue stesse cose. Lei era la burattinaia e io la sua marionetta preferita. Mi sono diplomata a suon di attacchi di panico, di lacrime per colpa anche dei 6 presi nelle versioni di greco. È cresciuta pari passo con me una grandissima insicurezza data dalla paura di deluderla, e ancora oggi rimbombano nel mio cervello tutte le urla, tutti i 'non deludermi'. È cresciuta pari passo con me una grande paura del fallimento, ho sempre cercato subito una soluzione per tutto, non mi sono mai detta 'Nadia, hai fallito'. Quasi come quando per il malditesta prendiamo subito l'aspirina. Sono cresciuta, e sono scappata. 18 anni, un biglietto aereo regalato dal mio primo fidanzatino, 100€ nelle tasche accumulati da anni. Direzione Bologna.

Sono Nadia, ho 20 anni, vivo da sola, arrivo raramente a fine mese e ho tanta paura del passato.

come un caccia militare    [Nelson Venceslai]Where stories live. Discover now