Capitolo 1: Mi piacerebbe risolvere un caso

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Salve a tutti, mi chiamo Stefano, Stefano Magro. Non sono sicuro che tutti voi mi conosciate, ma dovete sapere che sono un detective, e sono anche molto bravo. Spero che non mi critichiate, sono i fatti che parlano per me. Ultimamente mi è capitato che alcuni miei "fan" (non saprei definirli in altro modo) e dei giornalisti mi abbiano chiesto come ho iniziato la mia carriera da detective. Ho già detto qualcosa a riguardo, ma con questo libro voglio raccontavi proprio la mia prima avventura, che mi ha reso la persona che oggi conoscete. Vi dico subito che non mi ritrovai subito immischiato in qualche crimine, infatti mi sono imbattuto in quel caso solo dopo vari fatti strani accaduti precedentemente, i quali mi avevano già preannunciato che avrei dovuto risolverlo. Tra poco mi spiegherò più decentemente, adesso però mi presento meglio, così capirete che tipo sono. Io abito in Italia, in un paese in provincia di Alessandria, anche se paese non è il termine giusto. Infatti, il centro abitato più vicino si trova a dieci minuti da casa nostra e non voglio darvi il mio indirizzo, così non potete venire a cercarmi a casa mia.

Viviamo sul terreno che mio padre ha ereditato, in una villetta di campagna ristrutturata parecchie volte, perché già il mio bis-bis-nonno si era instaurato qui. Nonostante viva in campagna, io non sono come un normale contadino, come mio padre, ovvero magro e abbronzato. Sono abbastanza robusto, anche se alto e non sto molto al sole, infatti ho una pelle per niente abbronzata, però sono più intelligente di tutti i contadini messi insieme e se ve lo state chiedendo. . . sì, anche più di mio padre. Ho una folta chioma di capelli, che tengo abbastanza corti, e i miei occhi sono marroni. Sono praticamente il ritratto sputato del mio "dolce" paparino. Nessuno è perfetto. Per farlo felice, ogni tanto lo aiuto a curare il giardino e l'orto, anche se preferisco andare in città e passare il mio tempo leggendo o stando sul computer.

Ogni anno i miei genitori organizzano delle vacanze di due settimane durante il periodo estivo, con meta diversa ogni volta (e non ho ancora capito il perché).

So che vi sto annoiando, ma queste informazioni vi torneranno utili.

I libri che preferisco leggere sono quelli gialli, fin da quando ero solo un bambino, e mi coinvolgevano talmente tanto che già all'età di 10 anni mi sarebbe piaciuto risolvere un caso serio. Pensate, lo volevo così intensamente che al mio sedicesimo compleanno, precisamente l'8 Febbraio, ho desiderato che tutto questo si avverasse, ed è successo, ma andiamo con calma.

In quello stesso anno, a giugno, i miei genitori vollero portare me e mia sorella, che si chiama Luna e ha 11 anni, al mare, in Liguria. Vi descrivo un attimo mia sorella così capirete meglio la mia situazione tragi... ehm, famigliare. Ha dei capelli lunghi e biondi, occhi azzurri, con i quali riesce ad ottenere tutto quello che vuole e ha la corporatura di una bambina qualunque, in effetti sembra fatta con uno stampo, e se la guardi in faccia capisci subito che è una rompi scatole colossale, ovviamente se non hai il cuore tenero. Avete capito con chi devo vivere? Comunque, non appena mi diedero la notizia della partenza, iniziai a preparare l'elenco delle cose che avrei portato. Decisi che il mio kit da detective, che mi avevano regalato al mio compleanno, non poteva mancare. Definirlo kit da detective è un po' esagerato, perché è costituito da strumenti comprati separatamente, messi poi tutti insieme in un unico regalo e che io ho utilizzato per risolvere casi domestici come "chi a rotto il vaso" oppure "chi ha rubato 5 euro dal mio portafoglio"; mai avrei pensato che mi sarebbe servito per un vero caso, o che mi avrebbe pure salvato la vita.

Ho già detto "andiamo con calma"? Allora lo ripeto.

Dunque, questo kit era composto da: una bussola, una torcia elettrica (con batterie di riserva), un puntatore laser, una lente di ingrandimento, un coltellino, un taccuino per appunti, una pistola ad aria compressa spara palline, gessetti, nastro di carta, bustine di plastica per raccogliere indizi, un microscopio con vetrini, pinzette e strumenti simili. Al contenuto del kit aggiunsi la mia macchina fotografica digitale e infilai tutto in un pratico zainetto, regalatomi dai miei genitori. In esso tenevo solo quello, infatti avevo un'altra borsa per il resto dei miei oggetti, prevalentemente vestiti e qualche libro.

Il giovane detective e il maniero dell'orroreWhere stories live. Discover now