Capitolo 2: Una servitù da brrrrrivido

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Mio padre si mise subito a fare conversazione con il sig. Bara; gli stava spiegando di come noi fossimo arrivati lì, raccontò della nebbia, che aveva preso la strada sbagliata e del nostro incontro lugubre. Il maggiordomo non sembrava sorpreso e continuava ad annuire. Finito il racconto, il sig. Bara disse che era normale che qualcuno si perdesse in quelle zone e che non era un avvenimento molto raro. Era sempre a causa della fitta nebbia, probabilmente causata da nuvole troppo basse. Inoltre, non c'erano centri abitati lì vicino e la loro casa era l'unica da quelle parti.

Mentre quella cosa, scusate persona, parlava, io pensavo a come dovesse essere il resto della servitù e che se erano tutti così saremmo scappati immediatamente. Tornai indietro dai miei pensieri quando udì mio padre dire: "Per noi va bene"

"Cosa va bene?" chiesi e lui mi rispose: "Ci fermeremo qui per la notte, così potremmo ripartire senza problemi domani mattina"

"Ma, ma. . ."

"Niente ma! Ripartiremo domani e poi è questo gentile uomo ad averci chiesto di rimanere"

"Si, ma avete visto questo posto com'è? Potrebbe caderci sulla testa da un momento all'altro!"

"Non farti prendere dalle tue paranoie".

Fu allora che capii che non c'era niente da fare e che saremmo dovuti rimanere lì per chissà per quanto tempo, perché la nebbia era così fitta che un giorno non sarebbe bastato a farla andare via completamente, almeno secondo la mia modesta opinione, infondo non sono un meteorologo.

Quell'omino molto strano si voltò e ci fece segno di seguirlo. I miei genitori gli andarono subito dietro, invece io e mia sorella rimanemmo fermi, guardando il terzetto allontanarsi sempre di più.

Luna mi chiese: "Tu cosa ne pensi?"

"Credo che quel tipo nasconda qualcosa"

"Anche secondo me"

Dovete sapere che ogni tanto io e mia sorella andiamo molto d'accordo. Anche lei è molto perspicace, nonostante la sua età, e la sua furbizia supera la mia. Mi ricordo che una volta mi fece beccare una punizione, dai nostri genitori, con un astuto trabocchetto, ma questa è un'altra storia.

Credo proprio che anche lei avesse intuito qualcosa in quella situazione, un qualcosa molto simile a quello che avevo immaginato io. Potremmo dire che anche lei potrebbe essere una brava detective, anche se mi costa ammetterlo (Se stai leggendo questo Luna, sappi che ti voglio bene...forse).
Comunque li raggiungemmo e ci unimmo al gruppo.

Il sig. Bara si mise a parlare con noi, mentre ci conduceva alla porta sulla destra delle scale: "Prima di mostrarvi le vostre camere vi presenterò la servitù rimasta" e qui credo di dover mettere il vero punto di inizio della mia carriera come detective, con questa semplice domanda: "Rimasta? Come rimasta?"

"Beh, dovete sapere che due settimane fa il nostro capo, l'ultimo discendente della famiglia Nero e quindi proprietario del tesoro, è morto in circostanze sospette. Ma non è questo il momento di parlarvi di questa storia".

Mi venne in mente che forse avevo la possibilità di risolvere un vero caso di omicidio, ma poi mi ricordai che aveva detto che il fatto era accaduto due settimane prima e, visto che non ero uno di quei detective bravissimi e famosi (lo sarei diventato solo in seguito), non sarei mai stato in grado di risolverlo, era troppo vecchio e molte tracce erano sicuramente scomparse e il mio kit non era di sicuro composto da macchinari scientifici all'avanguardia. Per il momento la mia speranza si spense (anche se, devo ammettere, che aver basato le mie speranze e i miei sogni sulla morte di una persona può essere stato un po' egoista).

Il giovane detective e il maniero dell'orroreHikayelerin yaşadığı yer. Şimdi keşfedin