🎆 6. Sbavature nel piano

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"Oh no, non ci credo." Giulio aprì la porta di casa Lucich con il suo paio di chiavi personalizzate, ma appena vide chi altri Nicole aveva invitato al comitato organizzativo per la grande festa, girò i tacchi e fece per andarsene di nuovo.

"Altolà, sua magnificenza, questa non è la tua reggia." Nicole lo bloccò subito, girando il chiavistello con autorità. "Intanto hai veramente stancato con questa storia che tu mi entri in casa senza nemmeno avere la decenza di suonare, e poi non decidi da solo come organizzare l'evento. Avevamo già chiarito questo punto."

Giulio le fece una smorfia regale, mentre lei agitò la mano per sospingerlo a sedersi.

Attorno alla tavola rotonda comparivano, belli come il sole, Maria, Alessio e la fidanzata di quest'ultimo. Giulio poteva giurare di averci già parlato alla festa di quell'estate, ma non ricordava affatto come si chiamasse.

"Piacere, sono Valentina." disse tutta emozionata, alzandosi in piedi come un soldatino. "Ma in realtà già mi conosci, ci siamo visti-"

"Qui... mi ricordo." le sorrise gentilmente, ma in modo molto più disinteressato di quanto lei sperasse. Poi i suoi occhi nocciola finirono su Alessio: "Vedo che non ti sei mai ripresa da quel giorno."

Il ragazzo alzò una mano: "Princeps!" lo salutò, senza nemmeno essersi reso conto della velata presa in giro. Ad Alessio Giulio piaceva: era tutto quello che lui, nerd impacciato e impopolare, sognava di poter essere. Ma poi si ricordava che da sei mesi stava con Valentina e pensava che Giulio, invece, non aveva una fidanzata così... nemmeno una fidanzata, se era per questo, e si sentiva subito un po' meglio.

"Vergine Maria..." disse poi Giulio in un melenso sorriso alla migliore amica di Nicole. Tutti la chiamavano vergine per scherzo: Maria era di tutto, fuorché vergine.

"Ciao, Giu." lei gli dedicò un occhiolino allegro. 

Anche a lei Giulio piaceva: se lo era spesso ritrovato tra i piedi quando i suoi la portavano a giocare da Nicole, nei pomeriggi di elementari. Solitamente arrivava assieme ad Antonio Lucich dopo qualche allenamento, perché già ai tempi lui si era accorto che quello fosse il più talentuoso tra i suoi pulcini, e si era dedicato a trasformarlo nel fiero gallo da combattimento che era ora. Gli dava un passaggio prima o dopo gli allenamenti, gliene faceva di personalizzati per affinare la sua tecnica e tra l'una e l'altra occupazione, gli concedeva pure di assaggiare qualche biscotto di Ramona e giocare con la figlia e le sue amiche a casa Lucich.

Ricordava che Nicole non poteva sopportarlo: era come un infiltrato indesiderato nella sua vita. Poteva mangiare più biscotti di lei, guardare la tv più a lungo di lei e persino fare il bagno in piscina quando a lei era stato vietato per punizione. Quel che era peggio, è che godeva addirittura di molte più attenzioni di lei. Suo padre si era affezionato tanto a quel bambino, aveva deciso di renderlo un mini lui, come non aveva mai potuto fare con Sandro, perché era un caso umano, e successivamente con Nicole, perché era troppo diversa dalle sue aspettative.

Ma nonostante tutto, a Maria piaceva. Era un compagno di giochi simpatico. Un po' troppo figo, ma simpatico. E poi era palese quanto Nicole subisse il suo fascino, anche se non aveva mai smesso di odiarlo dalla terza elementare in poi.

"Sono felice di notare che il gruppo sfigati anonimi è al completo. Quando si inizia, capo?" Giulio si rivolse, saccente, a Nicole, e lei gli fece il verso.

"Noi abbiamo già iniziato." cinguettò, porgendogli dei fogli pieni di appunti e altro pattume vario. "Abbiamo deciso che Alessio si occuperà di far esplodere i fuochi, Maria di creare la playlist e Valentina di aiutarmi con le decorazioni. Abbiamo anche già pensato al tema, che sarà bianco e oro, abbiamo detto a Ramona che cosa preparare e abbiamo architettato come distrarre mio fratello per poter attuare il piano madre."

Invischiati per le festeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora