❥ 𝐂𝐚𝐩𝐢𝐭𝐨𝐥𝐨 𝟏 (𝐩𝐚𝐫𝐭𝐞 𝟐/𝟐)

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(...Continua)

«Andate a sbrigare le vostre faccende. Non siete state comprate per non fare nulla» disse subito uno di quei cani da guardia che sembravano seguirci dappertutto, proprio come le nostre ombre.

Io, Inayah e le altre serve chinammo il capo e, senza dir nulla, sgusciammo via nelle varie direzioni dove era richiesta la nostra presenza.

Dato che io e la mia amica portavamo dei vasi contenenti dell'acqua che non doveva essere utilizzata nell'immediato, ci dirigemmo svelte in cucina per posarli.

Girammo l'angolo che si trovava alla nostra sinistra e iniziammo a scendere le piccole scale seminascoste che conducevano al piano inferiore. Quello era il piano dove si trovavano le dispense di grano e altri cereali e dove venivano preparati i pasti da servire al Faraone e a qualunque altro nobile abitasse in quel palazzo.

Una volta scesi anche gli ultimi scalini in pietra grezza, ad accoglierci vi era uno stretto corridoio buio, illuminato solo ed esclusivamente dalla luce delle fiaccole appese al muro.

Lì non c'erano finestre per far circolare l'aria e il caldo era insopportabile.

Iniziai a sudare e pregai non so quale dio di questo mondo per tornare il prima possibile ai piani alti.

«Sbrighiamoci» dissi ad Inayah, iniziando a percorrere quello stretto e lungo corridoio. C'erano così tante porte da ambo le parti che i nuovi schiavi facevano sempre fatica ad orientarsi. Ma non noi che eravamo cresciute tra quelle mura.
Giunte di fronte alla grande ed ultima porta aperta illuminata dalla luce del fuoco, vedemmo vari schiavi e cuochi correre in tutte le direzioni per poter preparare le deliziose pietanze del mattino.

Per poco, un ragazzino, con indosso solo un gonnellino di tela sgualcito e logoro, non mi fece cadere il prezioso vaso che avevo tra le mani.

Zigzagando tra le varie persone, arrivai ad una piccola porticina aperta in fondo alla stanza e li vi deposi il vaso.
Inayah imitò il mio gesto.

Ci guardammo intorno e notammo che, quel giorno, vi regnavano ancora più caos e confusione nelle cucine. Inoltre, era decisamente troppo affollata e c'erano molti più schiavi di quanti ce n'erano abitualmente ai fornelli.

«Chissà il perché di tutta questa agitazione» borbottai.

Inayah si mise a braccia conserte al mio fianco e guardò la stessa scena che stavano guardando i miei occhi.
Fece spallucce. «In tutta sincerità, non ho la più pallida idea del perché siano tutti impazziti oggi» disse. «Ho notato che ci sono anche un gran numero di guardie che gironzolano per il palazzo e fuori dalle mura della cittadella.»

«Pensi che uno schiavo abbia provato inutilmente a scappare?» domandai, temendo il peggio.

Se uno schiavo decideva di scappare dalle grinfie dei suoi padroni e questi riuscivano a riacciuffarlo, le conseguenze per il malcapitato erano terribili: fustigazione pubblica e scuoiamento. Rimuovevano i primi strati di pelle del corpo umano quando ancora l'individuo era in vita, provocandogli il dolore più atroce che un essere umano potesse sopportare.

Chaos and StormUnde poveștirile trăiesc. Descoperă acum