❥ 𝐂𝐚𝐩𝐢𝐭𝐨𝐥𝐨 𝟑 (𝐩𝐚𝐫𝐭𝐞 𝟏/𝟐)

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Riaprii gli occhi solo quando la luce del sole nascente iniziava ad illuminare la distesa di sabbia del deserto

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Riaprii gli occhi solo quando la luce del sole nascente iniziava ad illuminare la distesa di sabbia del deserto.

Inayah, alla fine, si era addormentata al mio fianco e, quando mi ero mossa da quel letto di fortuna, prestai massima attenzione a non svegliarla. Presi uno degli abiti vecchi che avevo e corsi al bagno comune delle schiave - una grandissima stanza bianca dove vi era un'unica grande vasca e dove veniva messa a disposizione l'acqua avanzata dalle lunghe ore, passate ad oziare dai nobili, nelle loro vasche colme d'acqua calda - per farmi un rapido bagno.

L'acqua, ovviamente, era freddissima e, quando gettai il secchio sul mio corpo, non potei fare a meno di rabbrividire.

Salii i tre gradini che creavano un piano rialzato e, asciugandomi alla svelta con uno straccio duro, corsi nella direzione del muro di fronte a me. I miei abiti erano sul pavimento in pietra grezza, lontano dall'acqua sparsa sul pavimento in pietra.

Una volta arrivata, afferrai l'abito pulito di un orribile colore marrone scuro e, nel momento in cui alzai le braccia per infilarlo dalla testa, notai il mio riflesso in quei frammenti di specchi di bronzo rotti che varie schiave avevano raccolto negli anni e appesi a quella parete. Anche se in quella misera condizione esistenziale, una donna non rinunciava mai a specchiarsi nonostante l'immagine che vi veniva riflessa non fosse perfetta, bensì frammentata.

I lunghi capelli bagnati incorniciavano il viso ancora leggermente umido e mi scendevano sulle spalle in maniera disordinata, coprendomi anche parte della schiena.

Un attimo...

Aggrottai la fronte e mi girai appena appena di lato per far riflettere, in quei frammenti di specchi uniti gli uni agli altri, l'immagine della mia schiena. Spostai i capelli di lato e le gocce d'acqua che ancora vi cadevano iniziarono a bagnarmi il seno destro in bella mostra.

Strabuzzai gli occhi e rimasi sconcertata quando, in quel preciso momento, notai che lungo tutta la pelle che copriva la mia spina dorsale vi erano dei strani simboli dorati che sembravano risplendere se posti sotto la luce. Partivano dalla base del collo e scendevano fino alla parte bassa della mia schiena.

Li guardai con più attenzione, cercando anche di comprendere ciò che significassero ma erano dei segni insoliti che non riuscivo a capire, anche perché, non li avevo mai visti in tutta la mia vita.

«Buongiorno, Oseide» disse Inayah, correndo ad abbracciarmi nonostante io fossi di spalle. Sorrideva e quasi non si notava che avesse passato due notti a vegliare sul mio sonno. «Dormito bene?»

La guardai per un istante negli occhi e, dopodiché, ripresi a guardare il mio riflesso, con sguardo preoccupato. «Secondo te cosa significano questi segni?» le chiesi, ignorando la sua domanda iniziale.

Lei corrucciò la fronte e mi guardò perplessa. Si allontanò da me e squadrò il mio corpo nudo dalla testa ai piedi, per poi guardarmi nuovamente negli occhi. «Quali segni?»

Chaos and StormWhere stories live. Discover now