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Sposarsi ai tempi della caccia alle streghe o, semplicemente, l'ennesima tortura all'animo femminile

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Sposarsi ai tempi della caccia alle streghe o, semplicemente, l'ennesima tortura all'animo femminile.
Le donne non avevano potere, né possessi - e come potevano? Sin dalla nascita, loro stesse appartenevano al padre e ogni loro decisione doveva essere approvata dallo stesso, compreso credo religioso, amicizie e, soprattutto, marito, a cui sarebbero state donate in seguito.
Eravamo corpi vuoti, involucri di carne che respiravano, parlavano, sorridevano ma, in realtà, sotto la pelle, non c'era altro che la mente di un uomo. Ci credevano troppo fragili, troppo esposte ai peccati della vita visto il nostro animo sentimentale: eravamo noi a tradire, noi a mal sopportare i problemi della vita.
Credevano che togliendoci la nostra mente, noi non avremo mai sbagliato - eccoci, il modello di donna perfetta, controllata dall'ennesimo uomo.
E, nel caso questo non bastasse, potevano sempre denunciarci per stregoneria.

«Ophelia non si sposerà.»

Adam si era tirato in piedi e, come una muraglia, si era frapposto fra me e lo straniero, quasi a proteggerci. Guardai al suo volto, notando la piega corrugata della sua fronte e la vena del suo collo pulsare in tensione.

Uriah ci squadrò con una calma disarmante, e, con la stessa monotonia, porse di nuovo il foglio ad Adam. «Questa non è la firma di vostro padre?»

«Ho visto la firma,» lo zittì Adam, nervoso: «ma le cose non cambiano: nostro padre è morto ed ora la sua custodia è mia. Io non mi ricordo di voi e nemmeno di questo...patto. Quindi, mia sorella non si sposerà.»

Mio fratello sembrava pronto ad esplodere. Sapevo quanto Adam fosse poco incline al controllo e, ad ogni parola simil canzonatoria di Uriah, temevo che lo avrebbe ucciso.
Lui non avrebbe mai permesso che mi portassero via, ci teneva troppo - era una salvezza e un'ossessione.

Un'ossessione potenzialmente mortale.

«Questo è un vero peccato,» commentò Uriah, con un sospiro pesante. Piegò con cautela la pergamena, infilandosela nel taschino. Quando risollevò lo sguardo, notai che mi spiò per un breve attimo.

Mi nascosi dietro le spalle di Adam, intimorita dalla sua attenzione. Cosa voleva da me? Perché a un uomo come lui - un lord - premeva di sposare una contadina arricchita? Secondo le leggi del buon vivere, tutto ciò non aveva senso.

«Credo che dovreste andare, ora,» accennò Adam: «i miei uomini mi attendono nelle campagne.»

«Campagne?» Chiese Uriah, accennando ad un sorriso viscido. «Possedete dei territori, quindi.»

«Posseggo dei territori,» confermò Adam, circospetto. «Perché lo volete sapere?»

L'uomo sospiro, perdendo tempo nell'osservare l'ora sul suo orologio a tasca. Inevitabilmente, era d'oro e carico di diamanti.
Senza rendermene conto, iniziai a rigirarmi nella tasca il mio vecchio orologio, sentendo il meccanismo ticchettare contro il palmo della mia mano.

Ophelia | il cacciatore di stregheWhere stories live. Discover now